A Genova la mostra dell’artista brasiliana che affronta gli stereotipi culturali

È fatta di raffigurazioni di corpi, simboli e narrazioni la mostra di Rebeca Pak ospitata negli spazi di Campo XS e organizzata da Campo Aperto che promuove le culture contemporanee nelle vie dell’antico ghetto ebraico della città

Si presenta come un cubo bianco di appena 33 metri quadrati con soffitti a volta in un palazzo vincolato del Quattrocento Campo XS, una volta macelleria di quartiere e oggi spazio dedicato alla promozione delle culture contemporanee nelle vie dell’antico ghetto ebraico di Genova. L’iniziativa è nata nel 2023 da Carina Negrone in collaborazione con lo Studio Sirotti e per la programmazione della rassegna Campo Aperto – una serie di quattro esposizioni, che vanno dall’autunno 2024 a quello 2025, selezionate tramite open call per artisti e curatori che intendono proporre progetti in stretta relazione con le caratteristiche del quartiere ospitante – vede la partecipazione del collettivo curatoriale Mixta, dalla curatrice Anna Daneri, dalla galleria pinksummer e dal produttore culturale Carlo Antonelli. Così, dopo la mostra inaugurale di Maurizio Segato, dal 12 dicembre 2024 al 27 febbraio 2025 è la volta di Rebeca Pak (San Paolo, 1992) con From mouth to ear, body to body, hand to hand, a cura di Livia Milani (Milano, 1996).

Rebeca Pak, From Mouth to Ear, Body to Body, Hand to Hand, exhibition view at Campo XS, Genova, 2024
Rebeca Pak, From Mouth to Ear, Body to Body, Hand to Hand, exhibition view at Campo XS, Genova, 2024

Rebeca Pak da Campo XS sul concetto di “esotico”

L’esposizione nasce da una ricerca artistico-curatoriale che indaga il concetto di “esotico” come stereotipo legato non solo alle identità culturali, ma anche ai corpi e alle loro rappresentazioni, con particolare attenzione a quelle femminili. Al centro della riflessione di Rebeca Pak, per esempio, ci sono gli agrumi, il cui simbolo racchiude le storie di scambi commerciali del periodo coloniale e, al contempo, l’idea dell’“esotico” e il “fascino dell’altrove”. Questo concetto, fortemente legato all’immaginazione collettiva, si intreccia con la narrazione del corpo femminile, spesso eroticizzato e stereotipato, utilizzato come strumento per rafforzare l’identità occidentale attraverso la contrapposizione con l’“Altro”. Come sottolinea Livia Milani, l’esotico non è altro che una proiezione: un processo di traduzione che descrive l’alterità secondo un linguaggio plasmato dagli strumenti del potere. Questa dinamica, profondamente radicata nella cultura occidentale, si manifesta nel corpo della donna “esotica”, ridotto a un “schema epidermico”, una semplificazione identitaria che, secondo il teorico Homi Bhabha, riduce l’essenza di un individuo alla sua corporeità.

Rebeca Pak da Campo XS: la mostra

Seguendo la ricerca di Pak, lo spazio di Campo XS si trasforma in un’installazione immersiva che richiama il caos dei mercati portuali, dove si intrecciano voci, oggetti e simboli. L’opera centrale, Laranja mesmo, só na feira (‘Le arance vere, solo al mercato!’), è un soundscape a tre canali che riproduce un vortice di suoni: non si tratta delle consuete grida dei mercanti, ma di frammenti audio tratti da pubblicità, sagre e concorsi di bellezza, in cui il corpo femminile viene associato all’arancia, enfatizzando il legame tra estetica, desiderio e stereotipi culturali.

Rebeca Pak, From Mouth to Ear, Body to Body, Hand to Hand, exhibition view at Campo XS, Genova, 2024
Rebeca Pak, From Mouth to Ear, Body to Body, Hand to Hand, exhibition view at Campo XS, Genova, 2024

Rebeca Pak e il ruolo del potere occidentale

Il titolo della mostra riprende un concetto caro a Trinh T. Minh-ha, regista e teorica femminista, che in Woman, Native, Other riflette sull’importanza della narrazione femminile. From Mouth to Ear, Body to Body, Hand to Hand rappresenta il percorso che ogni racconto compie dal mittente al destinatario, ma anche la necessità di restituire parola e voce a chi è stato marginalizzato. Così l’artista invita a interrogarsi sul ruolo del potere occidentale nella costruzione di identità e narrazioni, svelando come stereotipi e immaginari continuino a plasmare il nostro rapporto con “l’altro”.

Caterina Angelucci

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

Scopri di più