Dopo 45 anni Gerhard Richter torna a Roma con una mostra immersiva da Gagosian 

Il celebre artista tedesco torna nella capitale con “Moving Picture (946 -3) Kyoto Version”, una grande installazione immersiva, sonora e visiva che occupa l'intero spazio espositivo della galleria d'arte

Risale al 1980 l’ultima mostra di Gerhard Richter (Dresda, 1932) a Roma, ospitata nella celebre Galleria Pieroni riunendo lavori monocromi della fine degli anni Sessanta, e quadri dipinti su vetri e su tela. Dopo oltre quarant’anni, l’artista tedesco torna nella capitale con Moving Picture (946 -3) Kyoto Version, la grande installazione immersiva, sonora e visiva, che animerà interamente lo spazio espositivo romano di Gagosian.

Gerhard Richter, Moving Picture (946-3) Kyoto Version, exhibition view at Gagosian Roma, 2024
Gerhard Richter, Moving Picture (946-3) Kyoto Version, exhibition view at Gagosian Roma, 2024

La mostra di Gerhard Richter da Gagosian a Roma 

Moving Picture (946-3) Kyoto Version è una versione esperienziale del progetto Strip, a cui Richter ha iniziato a lavorare nel 2010 dopo la scoperta di strumenti digitali per l’estrazione di dati da dipinti precedenti per la realizzazione di nuovi lavori. L’artista ha digitalmente frammentato l’immagine fotografica di una tela in parti progressivamente più piccole, che poi ha raddoppiato e specchiato su superfici espansive. Questo processo ha aperto un mondo di nuove possibilità che hanno dato origine ai dipinti Strip (2011-16), così come a libri, stampe, arazzi e STRIP-TOWER (2023), una scultura monumentale esposta per alcuni mesi del 2024 alla Serpentine di Londra.

Il progetto Moving Picture (946-3) Kyoto Version di Gerhard Richter 

Moving Picture (946-3) Kyoto Version consiste invece in un film, realizzato in collaborazione con Corinna Belz, proiettato su un monumentale schermo largo 7 metri e accompagnato da una partitura per tromba composta da Rebecca Saunders e registrata da Marco Blaauw e Sebastian Schottke. Dieci altoparlanti circondano lo spettatore, conferendo una presenza fisica alla musica.  Famoso per le sue sperimentazioni nel combinare immagini e suoni in esperienze immersive, Richter ha prodotto opere temporanee per il Manchester International Festival (nel 2015, con Arvo Pärt) e The Shed, a New York (nel 2019, con Pärt e Steve Reich).

Gerhard Richter, Moving Picture (946-3) Kyoto Version, exhibition view at Gagosian Roma, 2024
Gerhard Richter, Moving Picture (946-3) Kyoto Version, exhibition view at Gagosian Roma, 2024

Moving Picture (946-3) Kyoto Version e la trasformazione della pittura 

Negli Anni Sessanta Gerhard Richter ha sfruttato le fotografie trovate su riviste e giornali come immagini di partenza per i suoi dipinti, negli Anni Settanta ha scattato foto dei suoi dipinti ingrandendo i dettagli minuti delle pennellate: da tempo l’artista ha trovato possibilità generative nelle disposizioni casuali delle griglie di colori, prima con i suoi dipinti Color Chart, e poi con 4900 Colors (2007) e la Cologne Cathedral Window (2007). Nel corso della sua carriera ha sempre dato nuova linfa alla pittura attraverso un’esplorazione analitica delle potenzialità della fotografia, del verificarsi casuale e dei processi sistematici, tutti elementi che oggi trovano la loro massima espressione in Moving Picture.

Gerhard Richter, Moving Picture (946-3) Kyoto Version, exhibition view at Gagosian Roma, 2024
Gerhard Richter, Moving Picture (946-3) Kyoto Version, exhibition view at Gagosian Roma, 2024

Parola a Pepi Marchetti Franchi, direttrice della Gagosian a Roma

“Quest’opera è il culmine della ricerca artistica di Gerhard Richter”, così parla Pepi Marchetti Franchi, direttrice di Gagosian a Roma. “Rappresenta infatti un’investigazione totale sulla pittura astratta, approfondita attraverso l’immagine in movimento e la musica. Conosciuto come uno dei pittori viventi più importanti, Richter ha sempre condotto una ricerca concettuale e questo lavoro ne è la sintesi più completa. Partendo da un dipinto specifico l’artista ne analizza le parti attraverso la scomposizione digitale, avviando anche una serie di effetti estetici e di contenuto, che normalmente risultano nascosti”.

Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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