Koyo Kouoh sarà la curatrice della Biennale Arte 2026 di Venezia

La direttrice dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa di Città del Capo porterà in Laguna la prospettiva panafricana e internazionale che da sempre guida la sua attività curatoriale e critica. Nel suo passato anche la curatela della fiera d’arte 1:54, dal 2013 al 2017

Sarà Koyo Kouoh la curatrice della Biennale Arte 2026 di Venezia. L’incarico arriva su proposta del presidente Pietrangelo Buttafuoco, per la prima volta alle prese con la nomina della figura che imposterà il lavoro per l’Esposizione Internazionale d’Arte in Laguna, che nel 2026 celebrerà la sua 61esima edizione.

Chi è Koyo Kouoh

Koyo Kouoh (Camerun / Svizzera) è dal 2019 Direttrice e Chief Curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) a Città del Capo, in Sudafrica; ma è stata anche direttrice artistica fondatrice di RAW Material Company, un centro per l’arte, la conoscenza e la società a Dakar, Senegal; e ha fatto parte del team curatoriale di documenta 12 (2007) e documenta 13 (2012). Oggi vive e lavora tra Città del Capo, Dakar e Basilea, ed è attiva nel campo critico della comunità artistica in una prospettiva panafricana e internazionale, impegno espresso in molteplici modi. Con una lunga lista di pubblicazioni all’attivo sul tema, dal 2013 al 2017 ha ricoperto il ruolo di Curatrice del Programma Educativo e Artistico della 1:54 Contemporary African Art Fair, fiera internazionale d’arte dedicata all’arte contemporanea africana e alla sua diaspora, a Londra e a New York. È stata inoltre l’iniziatrice del progetto di ricerca Saving Bruce Lee: African and Arab Cinema in the Era of Soviet Cultural Diplomacy, co-curato con Rasha Salti presso il Garage Museum of Contemporary Art a Mosca, Russia, e la Haus der Kulturen der Welt a Berlino, Germania (2015-2018). E allo Zeitz MOCAA ha curato in questi anni mostre personali di molti artisti africani e di discendenza africana, coinvolgendo figure come Otobong Nkanga, Johannes Phokela, Senzeni Marasela, Abdoulaye Konaté, Tracey Rose e Mary Evans. Tra le mostre più significative ascrivibili alla sua curatela si ricorda anche Body Talk: Feminism, Sexuality and the Body in the Works of Six African Women Artists, presentata per la prima volta a Wiels a Bruxelles, in Belgio, nel 2015. Al 2016, invece, risale la curatela della Biennale d’Irlanda a Limerick.

Koyo Kouoh. Photo Mirjam Kluka
Koyo Kouoh. Photo Mirjam Kluka

Biennale Arte 2026: “Una mostra sul mondo che vogliamo costruire”

Secondo Buttafuoco, “la nomina di Koyo Kouoh alla direzione artistica del Settore Arti Visive è la cognizione di un orizzonte ampio di visione nel sorgere di un giorno prodigo di parole e occhi nuovi. Con lei, qui a Venezia, la Biennale conferma quel che da oltre un secolo offre al mondo: essere la casa del futuro“.
Dal canto suo, Kouoh accoglie l’impegno come “un onore e un privilegio”, proponendosi di “creare una mostra che spero possa avere un significato per il mondo in cui viviamo attualmente e, cosa più importante, per il mondo che vogliamo costruire. Gli artisti sono i visionari e gli scienziati sociali che ci permettono di riflettere e proiettare in modi che solo questa professione consente”.

I numeri della Biennale Arte 2024

A lei spetterà confermare il buon trend intrapreso dalla Biennale Arte nelle ultime due edizioni. Se resta difficile eguagliare il picco di presenze del 2022, quando la Biennale Arte curata da Cecilia Alemani, in uscita dal “buio” del Covid, fece registrare oltre 800mila biglietti venduti, segnando un’affluenza record in aumento del 35% rispetto all’edizione 2019 (il primato per numeri di visitatori nell’intera storia della Biennale di Venezia), anche il risultato raggiunto dalla 60. Esposizione Internazionale d’Arte, conclusasi lo scorso 24 novembre, è stato più che soddisfacente. A chiusura dei sette mesi alimentati dal tema Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, a cura del brasiliano Adriano Pedrosa, il bilancio della Biennale Arte 2024 parla, infatti, di 700mila biglietti venduti – e 3.300 visitatori medi giornalieri – cifra seconda solo al 2022 del record di cui sopra. Con un affluenza altissima (fin troppo) anche per le giornate di pre-apertura, che alla metà di aprile hanno accolto 27.966 addetti ai lavori e visitatori accreditati rispetto alle 22.498 presenze dell’anteprima del 2022, rendendo molto difficile – quando non impossibile – il lavoro dei 4.289 giornalisti confluiti a Venezia per raccontare uno degli eventi più importanti del calendario artistico internazionale. E una composizione del pubblico pressoché invariata rispetto all’edizione 2022 per proporzione tra visitatori in arrivo dall’estero (59%) e presenze dall’Italia (41%), e percentuale di giovani e studenti under 26 (30%).

Livia Montagnoli

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