A Madrid una grande mostra dedicata alla pittrice espressionista Gabriele Münter

Il Museo Thyssen di ospita la prima grande esposizione spagnola in Spagna dedicata all'artista tedesca, allieva di Kandinsky, che ha avuto un ruolo chiave nel circolo del Cavaliere Azzurro

Nel romanzo Oggi faccio azzurro (Mondadori, 2020), Daria Bignardi inserisce la voce immaginaria di un’artista, che dialoga con la protagonista e ne rappresenta una sorta di alter ego del passato. E definisce i suoi quadri “pieni di colori, ma privi di gioia”: è Gabriele Münter (Berlino, 1877- Mumau, 1962), pittrice tedesca poco conosciuta oggi, che in realtà ha avuto un ruolo chiave nel circolo del Cavaliere Azzurro, il movimento pittorico sorto nei primi anni del Novecento intorno a figure come Wassily Kandinsky, Alexej von Jawlensky e Franz Marc.

L’occasione per conoscere da vicino il personaggio e la sua opera è offerta dal Museo Thyssen-Bornemizsa, che presenta a Madrid la prima retrospettiva dedicata a Gabriele Münter in Spagna. Una mostra completa e interessante, che viaggerà in primavera al Museé d’Art Moderne di Parigi.

La mostra spagnola dedicata alla grande pittrice espressionista

Gabriele Münter. La gran pittrice espressionista racconta attraverso 145 opere, tra dipinti, disegni, stampe e fotografie, la storia appassionante di una donna determinata e intellettualmente emancipata, allieva di Kandinsky e per una quindicina d’anni anche sua compagna di vita; che sperimenta diversi linguaggi espressivi (fino all’astrazione pittorica) e partecipa attivamente al dibattito delle avanguardie. L’esposizione, curata da Marta Ruiz del Árbol, Isabelle Jansen e Mattias Muhling, è frutto della collaborazione fra il museo di Madrid (che possiede quattro dipinti dell’artista), la Fondazione Gabriele Münter e Johannes Eichner e la Stadtische Galerie am Lenbachhaus und Kunstbau di Monaco di Baviera.

Autoritratti e fotografia nella mostra madrilena di Gabriele Münter

Il primo incontro in sala con la pittrice tedesca avviene attraverso una serie di autoritratti – bellissimo quello del Princeton University Art Museum, del 1908-09 -, disegni e foto in bianco e nero che mostrano il volto di una donna moderna ed elegante; a volte, dallo sguardo aperto, talora invece che si nasconde di spalle davanti a un paesaggio o tra gli amici in barca. Sulla tela e nei quaderni di disegno, Gabriele si ritrae sempre con assoluto realismo, senza filtri si direbbe oggi, mostrando anche i segni dell’età come in un’istantanea fotografica.  

La fotografia è, infatti, uno dei tanti mezzi di espressione prediletti dall’artista tedesca che, giovanissima, viaggia negli Stati Uniti e documenta i luoghi che visita con una delle prime Kodac portatili, regalo di uno zio. Il realismo degli scatti, la scelta inusuale delle inquadrature, la modernità dei soggetti (strade trafficate, porti, treni, contesti urbani, volti di immigrati) rivelano un’abilità non comune nel maneggiare la macchina fotografica, che fornirà sempre un’ottima base anche per le sue composizioni pittoriche. Non è un caso che i primi anni, durante la formazione artistica a Monaco di Baviera, Gabriele prediliga paesaggi dipinti en plein air e vedute ispirate alle fotografie dei suoi viaggi.

Gabriele Münter Naturaleza muerta con san Jorge, 1911 (Still Life with St. George) Cartón. 51,1 × 68 cm Städtische Galerie im Lenbachhaus und Kunstbau München, Múnich, donación de Gabriele Münter, 1957
Gabriele Münter, Naturaleza muerta con san Jorge, 1911 (Still Life with St. George) Cartón. 51,1 × 68 cm Städtische Galerie im Lenbachhaus und Kunstbau München, Múnich, donación de Gabriele Münter, 1957

Ritratti intensi di donne e bambini nell’opera di Gabriele Münter

Saranno invece i ritratti di persone, soprattutto donne e bambini, a permetterle di vivere della sua arte tutta la vita, particolarmente apprezzati per il profondo realismo dei volti. Particolarmente espressivi i ritratti di fanciulle e signore che realizza negli anni di esilio in Scandinavia (per sfuggire agli orrori della Prima Guerra Mondiale), soprattutto quelli in cui protagonista è l’amica Gerti Holz o quello di Anna Roslund (1917), con la pipa in bocca. Gabriele rappresenta magnificamente figure femminili con posture anche insolite, colori intensi e semplici tratti: come nella tela Donne in ascolto, del 1925-30; ne La lettera (1930), che evoca le tante Danae o Veneri del Cinquecento pittorico; o, infine, nella bellissima Signora scrivendo in una poltrona, del 1929, che non a caso Daria Bignardi sceglie per la copertina del sopracitato romanzo.

Gli anni di Murnau e il Cavaliere Azzurro

Il nucleo centrale dell’arte di Gabriele Münter ruota però intorno agli Anni Dieci del Novecento, quando si stabilisce a vivere con Kandinsky a Murnau, piccolo centro della campagna bavarese. Colpisce il divario stilistico tra la pittura della giovane donna e quella del ben più anziano compagno, anche se l’ideale utopistico di creare una comunità artistica legata all’ambiente rurale e al ritorno alla natura influenza la produzione di entrambi, ciascuno alla ricerca della propria necessità interiore, cioè di una marcata espressività individuale. I paesaggi e la casa di Murnau sono temi ricorrenti sulla tela di Münter in quegli anni e risultano fondamentali per la gestazione dei semi contenuti nell’almanacco Der Blaue Reiter: il rifugio rurale di Murnau si converte in breve nell’epicentro dell’avanguardia artistica tedesca.  

Il colore è la cifra estetica principale dei suoi lavori su tela e su carta, di piccolo e medio formato, che malgrado siano stati a lungo considerati di qualità inferiore rispetto a quelli di Kandinsky, le garantiscono una carriera di successo in vita, anche dopo l’improvvisa e dolorosa separazione dal maestro-amante, nel 1914. Prima della guerra, l’artista scopre la tradizione bavarese della pittura su vetro e realizza una serie di nature morte e di interni, con un senza figure, davvero sorprendenti; negli anni Venti e Trenta tornerà, invece, soprattutto ai paesaggi, in parte diversi rispetto alla gioventù, tra Espressionismo e Nuova Oggettività.

Il riscatto delle artiste donne del Novecento

Riscattare figure femminili dimenticate della storia dell’arte del Novecento è una tendenza crescente in ambito internazionale. Valorizzare l’opera di artiste come Hilma af Klimt, Leonora Carrington e Lee Krasner, solo per citarne alcune, significa restituire loro un ruolo attivo nel contesto patriarcale dell’ambiente culturale in cui vissero. Gabriele Münter torna a occupare così il ruolo fondamentale che ebbe nel circolo artistico e intellettuale della Nuova Associazione di Artisti di Monaco di Baviera che, a partire dalla fine del 1911, si riconosce nel Cavaliere Azzurro e nella rivista che porta il suo nome.

Federica Lonati

Gabriele Münter. La gran pittrice espressionista
Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
fino al 9 febbraio 2025


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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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