A Milano inaugura la grande rassegna cinematografica dei parigini di Fondation Cartier
Il progetto, alla Triennale, presenta l'opera cinematografica di dodici artisti e registi. Tanti i film provenienti dalla collezione dell'istituzione francese, a cui se ne aggiungono altri già presentati, ma tutti intendono offrire una riflessione sul presente e sulla storia
Nell’ala destra del piano superiore della Triennale di Milano c’è uno spazio che da qualche anno è divenuto appannaggio delle esposizioni volute da Fondation Cartier pour l’art contemporain, come Il Nostro Tempo, CinéFondationCartier, l’esposizione che valorizza le qualità tecniche ed estetiche di dodici opere cinematografiche di artisti e registi. Tra astronauti e neonati, scienziati e dittatori, spiagge selvagge e fabbriche alienanti, ognuno propone al pubblico una riflessione sul presente e sulla storia.
Gli artisti della rassegna Il Nostro Tempo, CinéFondationCartier alla Triennale di Milano
Si tratta di una mostra dalle proiezioni di lunghezza variabile. Ad esempio 15 Hours del cinese Wang Bing (che si concentra sulla vita in semi-schiavitù dei lavori tessili cinesi nei territori a sud di Shangahi), dura più di quindici ore e la sua proiezione è difatti prevista in due parti, ognuna di 7h55’. Mentre Vie dell’armeno Artavazd Pelechian dura solo sette minuti. Tra loro si allineano A Queda do Céu di Gabriela Carneiro da Cunha e Eryk Rocha, Au Bonheur des Maths di Raymond Depardon e Claudine Nougaret, El Aroma del Viento di Paz Encina, Mãri hi di Morzaniel Ɨramari, Decades Apart di PARKing CHANce, Decades Apart di Artavazd Pelechian, Nicolae Ceausescu: un’autobiografia di Andrei Ujica, Le Triptyque de Noirmoutier di Agnès Varda e Martin Pleure di Jonathan Vinel. Tutti i film mostrano una postura geopolitica evidente. Fragilità, conflitti e divisionidella nostra contemporaneità sono al centro dell’attenzione di questi registi che, senza per questo dimenticare la bellezza e la speranza, provano ad opporvi resistenza.
La rassegna cinematografica di Fondation Cartier alla Triennale di Milano
Il tracciato disegnato dai progettisti dello studio milanese Bunker arc è stato costruito basandosi sui concetti dell’architettura relazionale. Ogni spazio di proiezione introduce il successivo o richiama il precedente, invitando i visitatori a costruire il proprio percorso. Le opere presentate sono poste in una successione che scardina le regole classiche del percorso museale: il pubblico viene invitato a fermarsi, a sedere o rimanere in piedi, ad allontanarsi o ritornare sui propri passi.
Arte e cinema alla Triennale di Milano
Con questa esposizione Triennale Milano apre a un progetto specifico sulla produzione e il linguaggio cinematografico inteso come luogo di intersezione di altri linguaggi contemporanei. Alla mostra si affianca infatti un programma di incontri creato con la partecipazione della Fondazione Piccolo America-Cinema Troisi, i quali si terranno tanto nello spazio espositivo della mostra quanto in altri luoghi dedicati. Si tratta di appuntamenti gratuiti con protagonisti del mondo del cinema, che forniscono al pubblico l’occasione di approfondire i temi affrontati nella mostra. Ogni appuntamento, a sua volta, inaugura una mini-rassegna cinematografica. Si parte il 13 dicembre con la Cinema Night che vedrà protagonisti i registi Andrei Ujica e Pietro Marcello. L’incontro inaugura Le storie nella storia: cinema e immagini d’archivio. Successivamente saranno protagonisti Rural; I quattro elementi: (quattro film di Werner Herzog); I see myself, other see me (società e desiderio di riconoscimento); I penultimi del mondo e Sotto lo stesso cielo.
Aldo Premoli
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