Naomi Beckwith sarà la curatrice che proverà a rilanciare la Documenta di Kassel nel 2027
Dopo le polemiche sull'antisemitismo della precedente edizione, la curatela di Documenta 2027 è stata affidata alla vicedirettrice e curatrice capo del Guggenheim Museum, per far rinascere l'importante manifestazione tedesca
È Naomi Beckwith la curatrice della sedicesima edizione di Documenta, l’importante mostra di arte contemporanea che ogni cinque anni si svolge nella città tedesca di Kassel. Dopo la discussa edizione del 2022, l’influente istituzione si prepara a risalire la china tra il 12 giugno e il 19 settembre 2027.
Chi è Naomi Beckwith la nuova curatrice di Documenta
Nata a Chicago nel 1976, Beckwith è attualmente vicedirettrice e capo curatrice del Museo Solomon R. Guggenheim, incarico affidatole nel 2021 per offrire una nuova prospettiva al museo. Esperta in arte afroamericana e nota per aver saputo scoprire talenti e dare spazio ad artisti che altrimenti sarebbero stati trascurati, la Beckwith, laureata al Courtauld Institute of Art di Londra, ha ricoperto incarichi curatoriali presso l’MCA di Chicago e lo Studio Museum di Harlem. La curatrice, recentemente premiata con il David C. Driskell Prize 2024 in African American Art and Art History per il suo impegno nel promuovere il dialogo tra gli artisti della diaspora africana e il panorama dell’arte internazionale, ha realizzato importanti mostre come: The Freedom Principle: Experiments in Art and Music, 1965 to Now (2015); Howardena Pindell: What Remains to Be Seen (2018); nonché il progetto ideato da Okwui Enwezor: Grief and Grievance: Art and Mourning in America (2021). Inoltre, nell’autunno 2025 la Beckwith collaborerà anche al progetto American Season del Palais de Tokyo di Parigi.
La Beckwith a Documenta 2027
Consapevole del significato che riveste la sua nomina, alla luce delle polemiche sull’antisemitismo che hanno incendiato Documenta 2022, Naomi Beckwith ha dichiarato: “È un onore essere stata scelta come direttrice artistica per Documenta 16. Una manifestazione internazionale in costante dialogo con la storia e con il presente. Sono entusiasta di condividere la mia ricerca e le mie idee con questa istituzione generosa e storica, che offre spazio e tempo per l’approfondimento, la ricerca e la sperimentazione“. Una decisione che rappresenta un passo decisivo verso il futuro anche per le sue esperienze, come si legge in un comunicato di Documenta: “Le sue mostre, conferenze e pubblicazioni si sono concentrate sull’impatto e la risonanza della cultura nera sulle pratiche multidisciplinari dell’arte contemporanea globale”.“Buone basi” ha affermato Sven Schoeller,sindaco di Kassel,“per il riallineamento di Documenta. Con Naomi Beckwith al timone, possiamo guardare con entusiasmo al 2027”.Timon Gremmels, Ministro di Stato dell’Assia ha aggiunto: “Abbiamo trovato un equilibrio tra libertà artistica e protezione contro le discriminazioni. L’arte ha il potere di unire, e questa è la base su cui costruiremo Documenta 16″.
Documenta 2022, la quindicesima edizione scossa dall’antisemitismo
Dopo le gravi turbolenze che hanno scosso la precedente edizione, curata dal collettivo indonesiano ruangrupa e tacciata di antisemitismo e assediata da problemi economici, le aspettative per Documenta 2027 sono alte. Accuse esplose alla vigilia dell’inaugurazione a causa di due immagini antisemite nell’opera monumentale People’s Justice(2000), del collettivo di artisti indonesiani Taring Padi e confermate nel 2023 dalla pubblicazione di un rapporto redatto da un comitato di sette esperti di arte e ricerca sul tema, in cui si legge che alcune opere esposte a Documenta 15 “trasmettono dichiarazioni che possono o devono essere interpretate come antisemite”.All’epoca dei fatti l’opera, prima coperta e poi rimossa, fu solo la prima pietra dello scandalo, dato che poi furono individuati anche altri lavori considerati offensivi e inopportuni. Vicende che portarono alle dimissioni, nel luglio 2022, di Sabine Schormann, l’allora direttrice generale; e, nel novembre 2023, dei quattro membri superstiti del comitato di ricerca incaricato di scegliere il direttore artistico di Documenta 2027. Considerazioni, alla luce delle quali emerge il valore non solo artistico e scientifico ma anche politico della nomina di Naomi Beckwith chiamata a infondere nuova linfa vitale ad un’istituzione che ne ha davvero bisogno. Parliamo pur sempre di quella che è considerata la seconda più importante mostra d’arte contemporanea al mondo dopo la Biennale di Venezia.
Ludovica Palmieri
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati