L’esordio di Africa Basel a giugno 2025. Nuova piccola fiera sull’arte contemporanea africana
Dal 17 al 25 giugno, a Basilea, la prima edizione di Africa Basel presenterà poche decine di gallerie internazionali che si occupano di valorizzare artisti africani emergenti e affermati. La selezione affidata a un team curatoriale di esperti per garantire la qualità con l’obiettivo di ritagliare per l’arte africana un mercato stabile
A giugno 2025, l’ecosistema di Art Basel terrà a battesimo una nuova fiera indipendente che si concentra sull’arte contemporanea africana e la sua diaspora. La prima edizione di Africa Basel si terrà, infatti, dal 17 al 22 giugno a Basilea, negli spazi dell’Ackermannshof, in concomitanza con l’importante fiera d’arte moderna e contemporanea fondata in Svizzera nel 1970 (quest’anno in programma dal 19 al 22 del mese), che potrà fare da cassa di risonanza per la new entry, assicurandole una buona affluenza di pubblico e la curiosità dei collezionisti presenti in città.
La prima edizione di Africa Basel: gli obiettivi della fiera boutique
Obiettivo: presentare un’ampia selezione di opere d’arte che riflettono la scena artistica dinamica e diversificata del continente africano, promuovendo il dialogo tra gallerie, collezionisti, artisti e appassionati d’arte su un’idea più ricca, aggiornata e complessa della geografia artistica internazionale. Alla guida della nuova fiera ci sono Sven Eisenhut-Hug, già fondatore e direttore della fiera fotografica di Basilea, e Benjamin Füglister, fotografo e imprenditore svizzero che nel 2012 ha lanciato il Premio CAP dedicato alla fotografia africana contemporanea. L’idea è quella di allestire una rassegna raccolta – gli organizzatori parlano non a caso di boutique fair, allestita come esposizione anziché seguendo l’articolazione in stand – pensata per dare visibilità alle gallerie che si occupano di arte africana in un mercato soggetto a tendenze che mutano rapidamente, però sempre più interessato al continente africano, terreno peraltro già presidiato da fiere come 1:54, che inaugurerà la sua sesta edizione a Marrakech dal 30 gennaio al 2 febbraio 2025 (ma da più anni è presente a Londra, dove ha esordito, e oggi anche a New York), e Akaa – Also Know as Africa, che durante l’Art Week autunnale parigina è l’evento di riferimento per la promozione e la valorizzazione degli artisti africani e della diaspora africana.
Africa Basel e la promozione dell’arte africana contemporanea
Africa Basel vuole inserirsi in questo spazio, proponendosi come ulteriore mediatore dello specifico segmento di mercato, per difendere dalle bolle speculative “il meglio di ciò che emerge del continente e metterlo in mostra nei luoghi più significativi del circuito dell’arte, di cui Basilea è senza dubbio una destinazione chiave nel calendario”, sottolinea Füglister intervistato da Art Africa Magazine. In quest’ottica Africa Basel darà spazio tanto ad artisti africani emergenti che affermati, in un contesto “snello e dall’approccio mirato. Siamo convinti che l’era delle mega-fiere stia volgendo al termine”.
Per organizzare la fiera è stato scelto un team curatoriale che riunisce professionisti con grande esperienza nell’arte africana e internazionale, tra cui Azu Nwagbogu della African Artists’ Foundation, Michèle Sandoz, ex responsabile globale di VIP presso Art Basel, Serge Tiroche di Africa First e Greer Valley, responsabile degli affari curatoriali dello Zeitz MOCAA: a loro il compito di selezionare le gallerie partecipanti, con l’impegno a mostrare l’intero spettro della creatività artistica africana contemporanea. Le gallerie interessate a partecipare potranno presentare la propria candidatura fino al 31 gennaio 2025 (si punta a selezionarne almeno una ventina, da una rete di contatti che già consta di circa 300 gallerie); poi si provvederà a definire il programma in vista dell’appuntamento di giugno.
Intanto già si pensa a strutturare i prossimi obiettivi, con l’intenzione, nell’arco dei prossimi cinque anni, di estendere l’influenza della fiera attraverso una serie di collaborazioni internazionali, eventi satellite e una strategia digitale mirata.
Livia Montagnoli
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