Le tovaglie d’artista di Maurizio Orrico e Jan Fabre che invitano alla solidarietà
L’artista calabrese non è nuovo a promuovere iniziative che nel segno dell’arte accostano estetica ed etica, spesso concretizzate intorno a una tavola imbandita. A Roma, l’ultimo progetto coinvolge Jan Fabre per garantire un pasto gratuito ai clochard
Ormai diversi anni fa, era il 2017, l’artista Maurizio Orrico (Cosenza, 1962) prestava una delle sue creazioni – una casetta in cartone pressato, realizzata dall’azienda pugliese Corvasce Design – all’iniziativa promossa da Vittorio Sgarbi per accendere l’attenzione sulla situazione dei senzatetto di Milano. A dieci di loro, il critico d’arte donava la casetta ribattezzata la Casa del clochard, con la collaborazione dell’associazione City Angels: un gesto provocatorio e dalla forte valenza simbolica per far riflettere su un’emergenza comune a molte città d’Italia e del mondo.
La Tavola di cartone di Maurizio Orrico
Nel 2019 la collaborazione tra Sgarbi, Orrico e City Angels si è ripetuta per La Tavola di cartone, progetto curato da Giacinto di Pietrantonio che vide anche la partecipazione di Slow Food Milano, coinvolgendo il ristorante L’Antro della Sibilla in qualità di capofila e altri ristoratori della città disposti a ospitare gratuitamente alcuni senzatetto per offrire loro un pasto caldo. Al motto di “con l’arte si mangia”, l’artista creò per l’occasione una tavola di cartone con le sue sedie, e nell’arco di un anno furono offerti oltre 20mila pasti. L’operazione si è ripetuta nel 2024 presso la Cascina Nascosta, in concomitanza con il Fuori Salone: al centro, sempre il cartone, che Orrico utilizza per realizzare opere i cui contenuti estetico ed etico siano sovrapponibili, in quanto materiale utilizzato per proteggere, conservare, dare sostegno e, in chiave simbolica, conforto; resistente e al tempo stesso leggero, semplice.
ApertumTable. Le tovaglie d’artista con Jan Fabre
L’ultima creazione di Orrico, ancora una volta ispiratrice di un progetto artistico e sociale a sostegno dei bisognosi e sotto la curatela di Giacinto di Pietrantonio, prende invece forma a Roma, presso il ristorante Il Simposio, mercoledì 29 gennaio (dalle 17.30 alle 19.30, in Piazza Cavour, 16). Un’opera-evento ribattezzata ApertumTable, che vede anche la partecipazione straordinaria di Jan Fabre(Anversa, 1958) ed è la naturale evoluzione dell’iniziativa La Tavola di cartone, che viene così estesa alla collaborazione di altri artisti. L’iniziativa prende forma, stavolta, grazie alle tovaglie d’artista realizzate per l’occasione da Orrico e Fabre, che apparecchieranno i tavoli del ristorante romano per servire pasti gratuiti a un gruppo di clochard, con la mediazione di City Angels Roma e Slow Food.
Le tovaglie d’artista per invitare alla solidarietà
Proponendosi come invito a ripensare il ruolo dell’arte nella società, dimostrando concretamente come l’estetica possa servire l’etica, ApertumTable ha l’obiettivo di coinvolgere altri ristoratori della città, come già successo in passato a Milano, per creare una rete di solidarietà e inclusione nel segno dell’incontro tra arte e cibo.
E chiaro è il messaggio lanciato da Jan Fabre, che ha voluto imprimere sulle sue tovaglie blu due frasi che riassumono il senso dell’arte e il bisogno di solidarietà: “Indifference Undermines All Beauty”, si legge sulla prima tovaglia della serie; “The Autonomy of the Artist. Breaking One’s Own Laws and Rules”, chiosa un’altra.
Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati