A Parigi la Fondation Vuitton racconta tutto David Hockney: “La più grande mostra mai fatta”

L’esposizione è un inno alla primavera, metafora dei 70 anni di carriera del celebre artista che ha sempre saputo reinventare la sua arte passando da abile disegnatore a maestro delle nuove tecnologie

È in programma per la primavera del 2025 alla Fondation Louis Vuitton di Parigi la più grande mostra mai realizzata su David Hockney (Bradford, Regno Unito, 1937), tra gli artisti più influenti del XX Secolo. L’edificio, progettato dall’architetto Frank Gehry, sarà ripensato interamente per ospitare oltre 400 opere (dalla pittura a olio e acrilico ai disegni su iPhone) che ne ripercorrono i 70 anni di carriera, con un focus particolare gli ultimi 25 anni: “Do remember they can’t cancel the Spring”.

La mostra di David Hockney alla Fondation Louis Vuitton di Parigi

Così, dal 9 aprile al primo settembre 2025, sarà possibile ammirare come l’artista britannico sia stato capace di rinnovare e reinventare continuamente la sua arte, passando da abile disegnatore a maestro delle nuove tecnologie. “Questa mostra significa moltissimo perché è la più grande che abbia mai avuto: 11 sale della Fondation Louis Vuitton. Penso che sarà molto bello”, ha raccontato l’artista stesso che, insieme al direttore del suo studio Jean-Pierre Gonçalves, è stato coinvolto in prima persona nell’organizzazione della mostra, curata dalla direttrice artistica Suzanne Pagé e François Michaud (assistito da Magdalena Gemra) della Fondation Louis Vuitton e dal curatore ospite Norman Rosenthal. 

David Hockney alla Fondation Louis Vuitton: il percorso espositivo 

Ad aprire il percorso espositivo è una selezione di lavori realizzati tra gli Anni ’50 e ’70, che raccontano gli esordi dell’artista a Bradford, sua città natale, e i primi viaggi in California. Saranno esposte opere come A Bigger Splash del 1967 e Portrait of an Artist (Pool with Two Figures) del 1972, oltre ad alcuni ritratti quali Mr. and Mrs. Clark and Percy, realizzato tra il 1970 e il 1971, e A Bigger Canyon del 1998, con cui inizia a emergere l’interesse di Hockney per la natura. A queste seguirà un focus sugli ultimi 25 anni di produzione, segnati dai soggiorni nello Yorkshire, in Normandia e a Londra, con opere come May Blossom on the Roman Road del 2009 e Bigger Trees Near Warter del 2007, in prestito dalla Tate di Londra. 

David Hockney alla Fondation Louis Vuitton: dalle tecniche miste all’ultimo autoritratto

Una sezione sarà poi dedicata alle tecniche miste, dipinti in acrilico e opere su iPad e iPhone, tra autoritratti e ritratti di fiori, in cui la tecnologia viene accostata a cornici tradizionali. Un piano intero, invece, sarà destinato alla Normandia con la serie 220 for 2020, realizzata interamente su iPad, e a una selezione di paesaggi in acrilico che restituiscono le luci e le atmosfere della regione, evocando l’influenza di Van Gogh. All’ultimo piano della fondazione, infine, verrà approfondito il dialogo di Hockney con i maestri del passato, dal Rinascimento ai modernisti, tra cui Fra Angelico, Cézanne, ancora Van Gogh e Picasso: qui sarà possibile immergersi simbolicamente nello studio dell’artista trasformato in una sala da ballo. Concluderà una sala più intima, che raccoglie le opere più recenti dipinte a Londra dal 2023: “Questi dipinti particolarmente enigmatici sono ispirati a Edvard Munch e William Blake, in cui astronomia, storia e geografia si intrecciano con la spiritualità”, racconta l’artista, che sceglie di mostrare anche il suo ultimo autoritratto.

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

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