A Modica una mostra per raccontare la censura politica applicata all’arte contemporanea 

Il progetto espositivo, ospitato negli spazi di Laveronica Arte Contemporanea, riunisce opere di artisti di calibro internazionale che, nel corso degli anni, sono state rimosse perché risultate scomode alle ideologie politiche dei governi in carica 

L’arte è stata da sempre una forma di espressione che sfida le convenzioni e, di conseguenza, ha spesso incontrato la censura. Nel corso della storia recente sono numerose le opere che, trattando temi politici, religiosi, sessuali o sociali, sono risultate scomode alla politica, tanto da essere rimosse da contesti espositivi. A sollevare il problema è il curatore Marco Scotini, con Censored: An ongoing archive of silenced voices, la mostra ospitata negli spazi di Laveronica Arte Contemporanea a Modica (e visibile sino al 5 aprile 2025).

La mostra “Censored” da Laveronica Arte Contemporanea a Modica 

C’è da dire che la mostra non riguarda tanto la censura in generale, quanto quella che viene posta dalla politica, in modo più circoscritto e particolare. Operazioni che, con l’ascesa delle destre, si acuiscono e trovano nuove forme per minare la libertà di espressione (basti pensare ai blocchi sulle diverse piattaforme social o ai limiti di accesso alle informazioni). Limitazioni che gli artisti cercano di fronteggiare con progetti espositivi ed opere che, oggi, trovano – finalmente – la giusta visibilità e la libertà di affermare il proprio dissenso davanti al dilagante capitalismo contemporaneo. 

La mostra “Censored” a Modica: gli artisti 

Gli artisti protagonisti della mostra sono Nanni Balestrini e Luigi Nono, Candice Breitz, Claire Fontaine, Rolando Certa (Antigruppo Siciliano), Dora García, Igor Grubić, Marcelo Expósito, Grup Etcetera, Adelita Husni Bey, Emily Jacir, Maryam Jafri, Rabih Mroué, Ahmet Ögüt, Daniela Ortiz, Paloma Polo, Oliver Ressler, Renato Spagnoli, Jonas Staal.

Capovolgere le condizioni del potere attuale attraverso l’arte 

Censura e repressione pubblica non hanno fatto altro che intensificarsi con l’ascesa dell’ideologia delle nuove destre”, spiega il curatore Marco Scotini nel testo critico di accompagnamento alla mostra. “Il fatto che queste misure passino sotto ‘legittimazioni’ etniche (antisemitismo e islamofobia) e razziali (vandalismi e intolleranza transfobica) invece che di classe, non dovrebbe farci perdere di vista, però, la matrice originaria di tutto ciò: qualcosa che sta al centro delle radicali asimmetrie del capitalismo contemporaneo”.

Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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