La pittura racconta la Storia nella mostra di Gian Marco Montesano a San Marino

Una mostra antologica dell’artista alla galleria Claudio Poleschi nella città-stato di San Marino. Piccole e grandi storie in pittura tra cartoline, fotografie e narrazioni autorevoli

Quando sulla scena artistica, in pieno clima di esaltazione della nascente Transavanguardia, apparvero i dipinti di Gian Marco Montesano (Torino, 1949), essi si rivelarono immediatamente come incongrui e spiazzanti. Laddove i fautori di un resuscitato espressionismo proponevano una reviviscenza della pittura sulla scorta di sistematici pellegrinaggi museali, Montesano, al contrario, ebbe l’idea di concepire la pittura come uno strumento preventivamente neutralizzato: una pittura-documento, una pittura-riflessione, estranea al clima di quegli anni, a quell’esplodere di citazioni colte e di ripescaggi stilistici. 

La pittura di Gian Marco Montesano

I soggetti dei suoi quadri – che avevano richiamato l’attenzione di maîtres à penser come Gilles Deleuze e Jean Baudrillard, dei quali era diventato amico nel corso del suo lungo soggiorno parigino – saranno sempre e solo immagini, testimonianze tratte dalla Storia e da tante altre grandi o piccole storie: cartoline, fotografie, rotocalchi ingialliti, fotogrammi di film, iconografie di devozione popolare e di propaganda politica. Per lui la pittura, come ha spiegato in diversi scritti e interviste, era una lingua già morta. E proprio per questo ha deciso di farla sua, e di usarla in modo improprio, come un veicolo di natura filosofica e conoscitiva. Ecco che ora, con la mostra antologica alla Galleria Claudio Poleschi, a cura di Carlo Vanoni, assistiamo a un riepilogo esemplare della sua attività e al tempo stesso delle premesse teoriche e delle implicazioni personali che l’avevano sostenuta.

La mostra di Montesano a San Marino

Il titolo dell’esposizione è di per sé eloquente: Mon histoire à moi. Una storia pittorica di quasi mezzo secolo raccontata attraverso le immagini, ma anche corredata da un’ampia riflessione personale dell’autore. In apertura del catalogo troviamo infatti, pubblicate per la prima volta, le “confessioni in forma di racconto filosofico” raccolte da Montesano nel corso della sua vita.
L’allestimento della mostra è stato in qualche modo attualizzato e innestato sulle peculiarità digitali della nostra epoca secondo la modalità dell’ infinity scrolling, mimando la compulsività combinatoria a cui siamo soggetti quando navighiamo in rete, senza seguire quindi alcun criterio tematico o cronologico. Una proiezione video realizzata da Luca Condorelli, con fotogrammi presi dalla storia e dalla cronaca che si susseguono secondo lo stesso principio di accumulo, fornisce una sorta di controcanto fotografico ai dipinti in mostra. 

I soggetti delle opere di Gian Marco Montesano

Dipinti che dunque rivalutano la capacità della pittura di reinterpretare e rileggere istantanee di famiglia, imprese sportive, scene di guerra, illustrazioni religiose, immagini di propaganda, tutto uno sconfinato bagaglio di memorie che viene esplorato raggiungendo risultati non esperibili tramite altri mezzi di comunicazione. Perché, come ha rilevato Carlo Vanoni durante l’inaugurazione, “a differenza delle immagini contemporanee che scorrono, ci seducono e poi svanisconola pittura ferma il tempo. La pittura non ci intrattiene, la pittura ci trattiene davanti all’opera”.

Alberto Mugnaini  

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Alberto Mugnaini

Alberto Mugnaini

Alberto Mugnaini, storico dell’arte e artista, si è laureato e ha conseguito il Dottorato di Ricerca all’Università di Pisa. Dal 1994 al 1999 ha vissuto a New York, dove è stato tra i fondatori del laboratorio di design “New York…

Scopri di più