Memoria, identità e migrazione in una mostra all’Istituto Italiano di Cultura in Dakar
Tre artisti italiani e residenti in Italia di origini africane evidenziano il ruolo dell'arte come strumento per costruire ponti invece che barriere
Si è aperta all’insegna del tema The Wake, la 15esima Biennale d’arte contemporanea africana del Dakar, un percorso immersivo che riunisce opere di 58 artisti di calibro internazionale. In occasione della rassegna ha aperto anche Souvenir d’Italie, la mostra presentata nella sezione OFF e della XIII edizione di Partcours, visibile fino all’8 febbraio 2025 negli spazi della nuova sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Dakar, nel quartiere centrale di Plateau.
Il progetto espositivo, a cura di Eugenio Viola, va ad approfondire le tematiche della migrazione, dell’identità e della memoria attraverso le opere di Binta Diaw, Adij Dieye e Délio Jasse, evidenziando quanto la cultura italiana sia influenzata e arricchita da storie e visioni provenienti dall’Africa e dalle sue diaspore.
La mostra Souvenir d’Italie all’Istituto italiano di cultura di Dakar Molte le opere esposte, tra cui spicca l’installazione immersiva Il peut pleurer du ciel di Binta Diaw (Milano, 1995), realizzata durante una residenza in Senegal sostenuta dall’IIC di Dakar, nell’ambito della terza edizione di Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani. L’opera affronta il tema complesso e urgente della migrazione e delle sue implicazioni tra Africa ed Europa, sottolineando l’intreccio tra identità, patrimonio culturale e immaginazione.
La memoria e l’identità nella mostra Souvenir d’Italie a Dakar
Adji Dieye (Milano, 1991) presenta l’installazione Let Me, parte della serie Culture Lost and Learned by Heart, che indaga la relazione tra gli archivi iconografici nazionali del Senegal e l’architettura. Questo lavoro esplora l’architettura urbana come strumento di riscrittura della storia post-coloniale, ispirandosi al concetto di “parallelismo asimmetrico” introdotto dal primo presidente del Senegal, Léopold Sédar Senghor, e al pensiero dell’accademico senegalese Felwine Sarr.
Délio Jasse (Angola, 1980) realizza opere che esplorano la memoria e l’identità attraverso un approccio meta-fotografico. Le sue serie Città Foresta e Visitate l’Italia riflette sulla storia coloniale italiana e sulle personali spesso dimenticate, riutilizzando immagini trovate come passaporti e album di famiglia.
La complessità della migrazione e dell’identità nella mostra di Eugenio Viola a Dakar
“’Souvenir d’Italie’ è un invito a riconoscere e celebrare la complessità delle esperienze migratorie e identitarie, passate e presenti”, spiega il curatore Eugenio Viola. “Ci invita a ripensare l’italianità in un contesto globale, offrendo uno spazio per la riconciliazione e il dialogo tra le diversità, stimolando una riflessione critica sui concetti di identità e appartenenza, oggi più che mai fluidi e rinegoziabili”.
Valentina Muzi
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