Falene, parole e nostalgia. Pietro Fortuna in mostra a Ponzano Romano

Quella di Pietro Fortuna all’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine è una mostra ma anche una riflessione filosofica, che gioca sull’ambiguità del linguaggio e del significato

Una riflessione profonda e articolata sul senso stesso della creazione e dell’esperienza artistica: all’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine di Ponzano Romano Pietro Fortuna (Padova, 1950) suggerisce una visione inedita e senza tempo, un’arte che sfida la narrazione tradizionale e rifiuta la ricerca di significati predefiniti. Ogni oggetto in mostra si dà come l’evento del suo mostrarsi, dove la presentazione si rende indisponibile alla rappresentazione. Curata da Graziano Menolascina, Moths non è solo una mostra, ma un’esperienza che ci invita a riflettere su una prassi che si risolve nel suo stesso esercizio, rendendo coestensivi pensiero e fare. Pietro Fortuna ci invita a spogliare il visibile dai segni convenzionali per esplorare un mondo che sembra abbandonato dagli uomini senza immagini e convenzioni culturali. 

Pietro Fortuna, Moths. Installation view at Abbazia di Sant’Andrea in Flumine, Ponzano Romano, 2024. Photo © Giorgio Benni
Pietro Fortuna, Moths. Installation view at Abbazia di Sant’Andrea in Flumine, Ponzano Romano, 2024. Photo © Giorgio Benni

La mostra di Pietro Fortuna a Ponzano Romano 

Il titolo Moths (falene) potrebbe apparire come una “distrazione” intenzionale rispetto al contenuto della mostra. Secondo l’artista, infatti, i titoli non devono necessariamente annunciare tanto le opere che i loro contenuti poiché suscitano aspettative che spesso non vengono rispettate. In quest’occasione però il titolo mantiene la sua funzione di indizio. Infatti, nell’opera al cuore della mostra risultano evidenti alcuni riferimenti al titolo. L’assonanza tra moths e la parola francese mots (parole) crea inoltre un virtuoso gioco linguistico, un rimando tra le falene e le parole stesse, che “volano” attraverso altre parole, evocando un senso di nostalgia. “La parola è sempre nostalgica, rincorre la cosa ma senza mai raggiungerla”, afferma l’artista. Tuttavia, a differenza della nostalgia che la parola può evocare, l’arte di Fortuna esprime una celebrazione della vita stessa, della “resilienza” degli oggetti quotidiani che si presentano nella loro “miseria”, senza filtri o significati sovrapposti.  

Pietro Fortuna, Moths. Installation view at Abbazia di Sant’Andrea in Flumine, Ponzano Romano, 2024. Photo © Giorgio Benni
Pietro Fortuna, Moths. Installation view at Abbazia di Sant’Andrea in Flumine, Ponzano Romano, 2024. Photo © Giorgio Benni

Pietro Fortuna e la poetica del dettaglio 

Fortuna invita il pubblico a riflettere sulla relazione tra il dettaglio e l’intero, tra la parte e il tutto. Alcune delle opere più imponenti accolgono una serie di oggetti più piccoli, quasi a invitare lo spettatore a cercare il dettaglio senza mai sentirsi completamente rassicurato dall’insieme. Questo “gioco elastico” tra la parte e il tutto è un tema ricorrente nella pratica dell’artista, che si chiede: “Cosa succederebbe se vedessimo più di quanto possiamo vedere?” La risposta nasconde una vena ironica e allo stesso tempo tragica: “Saremmo travolti dai dettagli!”, ovvero che saremmo travolti dalle parole. Forse così si spiega perché le opere di Fortuna non sono finalizzate a raccontare una storia o a svelare un significato nascosto, ma a presentarsi per ciò che sono, “non qualcosa che sporge da chissà quale fondo per raggiungerci, ma una costellazione di modalità attraverso cui le cose si manifestano”. Come se ogni oggetto, anche il più irrilevante, fosse solo l’indizio di un “evento” che lo comprende. In mostra, per esempio, la scultura di un trattore che inciampa su una pietra non racconta una storia, ma rappresenta semplicemente un “evento” che lo comprende senza esaurirsi in una spiegazione o in una conclusione narrativa.  

Pietro Fortuna, Moths. Installation view at Abbazia di Sant’Andrea in Flumine, Ponzano Romano, 2024. Photo © Giorgio Benni
Pietro Fortuna, Moths. Installation view at Abbazia di Sant’Andrea in Flumine, Ponzano Romano, 2024. Photo © Giorgio Benni

Arte come pensiero in atto  

Un altro tema centrale di Moths è l’idea che nell’arte di Fortuna non esista una separazione netta tra pensiero e atto, tra dire e fare. Questo principio si collega alla riflessione filosofica sull’agire umano, che, come afferma l’artista, è sempre in debito con il pensiero che pratica un taglio, un colpo di bisturi. Separa le cose, ma più si avvicina alla loro “anima”, più cerca una sintesi, una visione unitaria.  Ma l’arte di Fortuna sfida questa separazione, proponendo invece una fusione tra l’intangibilità del pensiero e la concretezza del fare, in cui l’arte è pensiero in atto: in ogni fare creativo non c’è una progettualità che si distacca dall’esecuzione, ma “un intelletto pratico che si risolve nel suo stesso esercizio” (Rocco Ronchi).  

Pietro Fortuna e il disegno 

Questo approccio si riflette anche nel disegno, dove la ripetizione di motivi ossessivi rimettono sempre in gioco un inizio vanificando, in questa ostinazione, il raggiungimento di un risultato certo. E qui è interessante notare come Fortuna interpreti questi vani tentativi “goffi, inadeguati, non idonei alla pretesa di un definitivo compimento”, definendoli comici. “La comicità suscitata da un gesto gratuito rappresenta uno dei valori più alti a cui l’arte dovrebbe aspirare”.   
Moths è tutto questo e parte di molto altro, una riflessione filosofica sulla realtà, un invito a confrontarci in maniera critica con il mondo che ci permetta di avere libertà assoluta di fronte a qualsiasi realtà o fatto, accogliendone la complessità, senza mai cercare risposte definitive.  

Gaia Rotili 

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