Tra linguaggio, corpo e materia. La mostra di Serena Fineschi a Roma  

Quello che prende forma nello spazio domestico della Galleria z2o è un viaggio intimo dell'artista senese dove installazioni, fotografie e sculture si fanno portavoce della sua esperienza personale, dall'infanzia all'età adulta

La conoscenza di se stessi avviene attraverso il continuo confronto con gli altri. Le relazioni che si instaurano nell’arco di una vita sono il mezzo attraverso cui l’individuo si definisce, esiste e si riconosce. Un viaggio lungo – e non sempre facile da affrontare – che l’artista Serena Fineschi (Siena, 1973) ha deciso di dare forma in Noi e loro, la mostra ospitata da z2o Project a Roma e a cura di Marina Dacci

La mostra di Serena Fineschi a Roma 

Un autoritratto: così potremmo definire la mostra dell’artista senese che tra installazioni, fotografie e sculture, attraversa la sua esperienza dall’infanzia all’età adulta. Si parte analizzando il linguaggio, codice comunicativo e volano di socialità per eccellenza, che viene presentato nella sua dicotomia: una dichiarazione diretta sul principio di dualità e la riflessione sulle parole non dette, le stesse che gettano ombre e ambiguità su cui è difficile far luce. Così prendono forma le opere Le parole che non ti ho detto, Sonata muta, Silenzi e Relazioni. 

Il corpo nelle opere di Serena Fineschi

Al manchevole coraggio delle parole, arriva in soccorso il corpo facendosi portavoce della distanza che si frappone tra il sé e il sistema delle relazioni, dall’intimo al sociale, al pubblico. Uno spazio reale – e simbolico al contempo – che assume forme diverse nel corso degli anni. Si passa dunque dai “conflitti” infantili vissuti come gioco ne La battaglia di San Romano, alle tensioni e ai giudizi adolescenziali in Bagno Eden e Tra l’orizzonte e il mare (per citarne solo alcune), per poi approdare in un posto sicuro dove ci si sente compresi, amati e accettati come si evince in Un giorno all’improvviso e in Les Fleurs du Mal. 

Parola all’artista Serena Fineschi e alla curatrice Marina Dacci 

Infine, nell’opera Vogliamo parlare d’amore “la materia – nel caso specifico la creta – incarna la relazione dell’artista con le sue opere, il rapporto generativo con il proprio Sé rafforzandone l’auto-accettazione”, spiega la curatrice Marina Dacci nel suo testo critico di accompagnamento alla mostra. In occasione della mostra Noi e loro, lunedì 20 gennaio (dalle 19 alle 20) nello spazio z2o Project si terrà una conversazione tra Serena Fineschi e la curatrice Marina Dacci. Un incontro per approfondire aspetti biografici e artistici che hanno preso forma nel progetto espositivo, offrendo ulteriori chiavi di lettura per scoprire la ricerca dell’artista senese. 

Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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