Muore l’artista Ruggero Savinio, il pittore poetico nipote di Giorgio de Chirico
L'artista che attraverso colpi di colore e di poesia segnò la pittura italiana del secondo Novecento, muore nella sua casa di Cetona, in provincia di Siena, lasciando in eredità figure, scorci urbani e paesaggi naturali
Figlio di Alberto Savinio (pseudonimo di Andrea Francesco Alberto de Chirico) e nipote di Giorgio de Chirico, Ruggero Savinio muore il primo gennaio 2025 a 90 anni.
Torinese di nascita – e romano d’adozione – Savinio è riuscito a non farsi travolgere dalla celebre (quanto pesante) eredità artistica della sua famiglia, segnando la pittura italiana del secondo Novecento con colpi di colore e di poesia.
Ruggero Savinio: la vita
Nato a Torino il 22 dicembre 1934, Ruggero Savinio era figlio del grande Alberto Savinio e dell’attrice Maria Morino. A forgiarlo è stato l’ambiente culturale romano in cui ha orbitato in compagnia del padre e dello zio, Giorgio de Chirico, fino all’adolescenza, per poi immergersi nel mondo universitario de La Sapienza, dove si laureò in Lettere e Filosofia. Dopo gli studi intraprese diversi viaggi, vivendo per brevi periodi di tempo a Parigi, Milano, Svizzera e Toscana, per poi tornare nella sua amata Roma nel 1984.
Ruggero Savinio: la carriera
Tra i numerosi premi ricevuti da Ruggero Savinio nel corso della sua carriera, spiccano il Premio Peggy Guggenheim nel 1986 e nel 2007 il Premio De Sica oltre che essere nominato membro dell’Accademia di San Luca nel 1995. Ai riconoscimenti si aggiunge la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1995, la rassegna antologica del 2012 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e la mostra Ruggero Savinio. Opere 1959 – 2022 ospitata nel 2022 negli spazi di Palazzo Reale a Milano.
Ruggero Savinio e l’assoluto pittorico
“La sua lunga carriera, fra Roma e Milano, testimonia la tensione verso un ‘assoluto’ pittorico capace di guardare ai maestri del passato con la freschezza di una scoperta declinata al presente”, si legge in un estratto del catalogo della mostra Ruggero Savinio. Opere 1959 – 2022, a cura di Luca Pietro Nicoletti. “Il suo è un Novecento ‘altro’, fedele alle proprie ragioni e indifferente alle mode dell’arte contemporanea, cui ha sempre opposto una composta e imperturbabile visione del mondo. Sotto l’epidermide sensibile di piccoli tocchi di colore, si compie la ‘peripezia luminosa’ della sua pittura, che conduce in luoghi ameni e idilliaci, pur sotto un velo di malinconia e di inquietudine: nostalgia, forse, di una perduta ‘età dell’oro‘”.
La pittura secondo Ruggero Savinio
“Ho sempre fatto una pittura figurativa. I riferimenti non sono molti. Munch, Böcklin, Bacon. Poi, c’è una sponda americana, di artisti che hanno lavorato fuori dai canoni correnti. Un altro pittore che mi ha interessato è Hans von Marées”, così risponde Ruggero Savinio ad Antonio Gnoli in un’intervista per La Repubblica del 2014. Stile che, pian piano, ha visto porgere l’attenzione verso la fisicità, ovvero il coinvolgimento personale nell’opera, “componente che negli ultimi decenni è stata sovrastata dall’aspetto concettuale”, ha sottolineato l’artista.
Valentina Muzi
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