Nasce a Milano la Fondazione dell’artista Emilio Scanavino. Prima mostra a primavera 2025

A 25 anni dalla nascita dell’Archivio che si occupa di custodire e valorizzare l’opera di uno degli artisti più significativi dell’Informale, la nuova Fondazione si propone di approfondirne il lavoro per trasmettere l'eredità artistica di Scanavino. Ad aprile 2025 la prima mostra nella sede milanese illumina un momento cruciale nel rapporto tra arte e design

Nella primavera 2022, l’Archivio Scanavino traslocava al civico 17 di Piazza Aspromonte a Milano, nella sede che ancora oggi lo ospita e ora tiene a battesimo la nascita dell’omonima Fondazione, dedicata alla figura di Emilio Scanavino (Genova, 1922 – Milano, 1986).

Dall’Archivio alla Fondazione per valorizzare l’opera di Emilio Scanavino

Nato nel 1999 per iniziativa di Giorgina Graglia Scanavino, ospitato presso la casa milanese dell’artista in Piazza Aquileia fino al trasferimento nella sede attuale in concomitanza con il centenario della sua nascita, l’Archivio è infatti pronto a evolversi in una forma più compiuta, sempre mirata allo studio e alla valorizzazione dell’opera di Scanavino, tra i più importanti protagonisti della generazione informale e del movimento spazialista, e della sua eredità.
Una conquista che fa seguito a 25 anni di intensa attività di ricerca, raccolta e archiviazione portata avanti dall’Associazione Amici dell’Archivio Scanavino. Nel 2022, il passaggio nella palazzina Anni Venti di Piazza Aspromonte, ristrutturata per l’occasione dall’architetto Mariano Pichler per ospitare gli uffici dell’archivio, un’ampia sala espositiva e un laboratorio tecnico conservativo, fu salutato con l’organizzazione della mostra This is Tomorrow (aprile-giugno 2022), a cura di Marco Scotini, occasione per rileggere la produzione meno nota di Scanavino, tra ceramiche, metalli e maioliche databili tra gli Anni Cinquanta e Sessanta.

Emilio Scanavino, Scultura, 1954, terracotta ingobbiata e incisa, 24 x 7 x 6 cm
Emilio Scanavino, Scultura, 1954, terracotta ingobbiata e incisa, 24 x 7 x 6 cm

La prima mostra della nuova Fondazione Emilio Scanavino

Ora, a distanza di tre anni esatti, la nascita della Fondazione Emilio Scanavino porta con sé un nuovo progetto espositivo, sempre a cura di Marco Scotini con Michel Gauthier, concentrato sul racconto della Triennale del 1954. Dal 4 aprile 2025 (e fino al 22 giugno), la mostra Les Monstres Amis. Emilio Scanavino e la X Triennale condurrà infatti alla riscoperta di uno snodo fondamentale della storia dell’arte e del design del Novecento, con particolare attenzione per la sezione della ceramica esposta in occasione della X Triennale, occasione di confronto tra arte e design industriale cui presero parte molti artisti del tempo, Scanavino in prima linea.

Enrico Ciuti, Marco Del Corno, Manifesto d’epoca X Triennale di Milano, 1954, litografia
Enrico Ciuti, Marco Del Corno, Manifesto d’epoca X Triennale di Milano, 1954, litografia

Arte e design a confronto nella Triennale del 1954

L’allestimento ricostruirà, quindi, l’ambiente della sala delle ceramiche della X Triennale (a curarne la “scenografia” fu il designer Joe Colombo), che nel 1954 ospitava opere realizzate ad Albisola nell’estate precedente da artisti come Enrico Baj, Sergio Dangelo, Corneille, Asger Jorn, Roberto Matta, Lucio Fontana e, per l’appunto, Emilio Scanavino, figura di rilievo nel dibattito artistico dell’epoca. Il progetto si propone pertanto di mettere in luce il ruolo giocato da quelle avanguardie nel proporre il superamento del predominio del funzionalismo e una sfida al rigore del design industriale (anticipando il Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, e la successiva Internazionale Situazionista). Il catalogo che accompagna la mostra – edito da Dario Cimorelli – approfondisce, inoltre, il contesto storico, artistico e teorico in cui maturò la Triennale e l’esperienza della sala delle ceramiche, evidenziando il ruolo di Scanavino, che nella terracotta, all’inizio degli Anni Cinquanta, modellò vasi e piatti segnati da solchi, graffiti, tracce e frammenti di materiali organici.
Scanavino, conosciuto soprattutto per i suoi lavori pittorici, applicò infatti il suo repertorio formale votato al segno e all’astrazione a una gamma molto più ampia di materiali e mezzi espressivi. E nella ceramica trovò il punto di incontro tra arte e design, concentrandosi sulla possibilità di contaminarli.

Livia Montagnoli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati