Da Parmigianino a Kentridge. Opere grafiche inedite di grandi artisti in mostra a Roma
Per i suoi cinquant’anni, l’Istituto Centrale per la Grafica accoglie una mostra con opere su carta spaziando tra il Cinquecento e il presente
Sessanta opere d’arte mai viste, tra disegni, matrici, incisioni, fotografie, video e libri d’artista. Così, l’Istituto Centrale per la Grafica celebra i suoi primi cinquant’anni di vita, aprendo le porte di Palazzo Poli alla mostra sulle recenti Acquisizioni. Da Parmigianino a Kentridge. Fino al 23 marzo 2025.
La mostra sulle opere grafiche di grandi artisti a Roma
Al primo piano dell’edificio alle spalle di Fontana di Trevi, oltre al focus su un disegno del ‘500, Dormizione e Assunzione della Vergine, identificato come opera del Parmigianino, spicca la Veduta del tempio di Vesta a Tivoli (1720) di Caspar Van Wittel, a penna e inchiostro acquarellato, che restituisce l’atmosfera di un dipinto. La Veduta di Roma(1780) di Giovanni Battista Lusieri è invece un acquarello che ritrae i prati davanti alla Cupola di San Pietro: insolita ripresa per un artista noto per i suoi scorci partenopei. Da alcune librerie antiquarie affiorano poi il Taccuino con rilievi e disegni (1667) dello scultore e architetto Carlo Simonetta, giunto a Roma per copiare scorci del Bernini e Borromini e il Taccuino di Angelo Uggeri, che prosegue il filone vedutistico-archeologico del primo Ottocento. Fanno da contrappunto i disegni di Ninì Santoro, che dalle lastre di Piranesi trae solo i cieli, dissolvendone le architetture. Seguono gli schizzi di Vincenzo Camuccini, le acqueforti di Whistler, due curiose lastre di Giovanni Fattori in cui lo stesso paesaggio è reso lunare e solare con uno sperimentale lavoro di inchiostratura.
Gli artisti del Novecento e la grafica
Il XX Secolo è annunciato da un’incisione di Umberto Boccioni, alcune opere di Egon Schiele e Gustav Klimt, cui si affiancano lavori di Arturo Martini e Duilio Cambellotti con i suoi disegni acquarellati degli Anni ’30, otto lastre su zinco di Mario Sironi e un gruppo di stravaganti opere di Fabrizio Clerici. Tra i lavori trattati dalla storica stamperia d’arte 2RC, i cretti e le matrici colorate di Alberto Burri e Alexander Calder. Le creazioni di Tomaso Binga e Giuseppe Penone, intanto, riflettono l’evoluzione della grafica, mentre un’intera parete accoglie il bozzetto preparatorio di oltre 11 metri del progetto tiberino Triumphs and Laments di William Kentridge, con i suoi appunti in rosso. E ancora opere di Nunzio, Alberto Marini, Giulio Sartorio. La foto stenopeica di Ciprian Mureșan al Gabinetto delle Stampeanticipa, poi, i 16 scatti di Guido Guidi incentrati sulla mutevolezza della luce, introducendo la sezione dedicata alla fotografia.
Fotografia contemporanea e opere video all’Istituto Centrale per la Grafica
Al piano terra, protagonista è la fotografia, a partire dalle vedute e dai ritratti di Bruno Miniati dei primi Novecento, accanto ai ritratti del bel mondo degli Anni ’30 e ’40 di Ghitta Carrel, tra i quali si riconoscono Anna Chigi con il figlio, Lola Giovannelli e Stefanella Sciarra, il Conte Cavazza, Sabatino Lopez. Seguono gli scatti per la collana editoriale Altri Sguardi a cura della direttrice dell’Istituto Centrale per la Grafica, Maura Picciau, che ha invitato diversi artisti a fotografare alcuni musei italiani: Simona Ghizzoni, Armin Linke, Silvia Camporesi, Antonio Biasucci tra gli altri. La penultima sala accoglie una magnifica installazione retroilluminata e video di Marta Roberti, Bestiario dell’altro mondo (2021) e un’opera video di Goldshmied & Chiari. Chiude il percorso la sezione dedicata ai libri d’arte di Pizzi Cannella, Nunzio, Lisetta Carmi, Lucio Fontana e Jean Dubuffet.
Francesca de Paolis
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