Public art per trasformare i punti di ricarica per auto elettriche in opere d’arte: la proposta di Jonathan Calugi

Il progetto di public art promosso da Plenitude "The Art in Motion Museum" prosegue in tredici comuni d'Italia con gli interventi degli artisti che trasformano le stazioni di ricarica delle auto elettriche in opere d'arte. Per approfondire li abbiamo intervistati. Oggi la parola a Jonathan Calugi

Dopo Alberto Casagrande, Jonathan Calugi, secondo artista coinvolto nel progetto promosso da Plenitude The Art in Motion Museum, racconta ad Artribune la sua esperienza. “Un intervento a mio parere necessario”, ha affermato, “nella misura in cui, in una società sempre in movimento, è giusto che l’arte esca da musei e gallerie per entrare nella vita quotidiana delle persone; andando ad abitare anche nelle strade e arrivare così anche a coloro che non vanno spesso nei musei”. 

Con Plenitude le colonnine di ricarica diventano opere d’arte

Plenitude, partendo dalla volontà di regalare a quante più persone possibile un momento di bellezza, con The Art in Motion Museum ha trasformato un gesto semplice come la ricarica di un veicolo elettrico, in un momento di connessione tra arte e territorioIl progetto, realizzato dalla controllata di Plenitude Be Charge, attraverso il coinvolgimento di tre artisti italiani: Alberto Casagrande, Jonathan Calugi, Ray Oranges, trasforma le colonnine di ricarica in tredici comuni italiani in opere d’arte. I tre artisti, ispirandosi al concept Energia in movimentoalla base del progetto, hanno creato, ciascuno secondo le proprie velleità espressive, quindici opere per promuovere la mobilità elettrica. Le colonnine, concepite per armonizzarsi con il paesaggio che le ospita, sono strategicamente collocate in luoghi rappresentativi del territorio, come città, borghi, paesi di montagna e località di mare. Per approfondire il progetto, abbiamo intervistato gli artisti. Qui l’intervista a Jonathan Calugi.

Jonathan Calugi per Plenitude, The Art in Motion Museum
Jonathan Calugi per Plenitude, The Art in Motion Museum

La parola a Jonathan Calugi per approfondire il suo intervento sulle colonnine di ricarica

Come hai rappresentato il concept del progetto: “Energia in movimento”?
Mi sono lasciato ispirare dall’idea del viaggio. Nelle opere che ho realizzato per il progetto persone e paesaggi si mixano come ricordi di un viaggio, visti da un finestrino di un mezzo in movimento e riportati rapidamente su un foglio. Nella mia visione si tratta di ricordi che si incollano uno sull’altro, in cui le figure umane, acquistando una fisionomia lineare, diventano parte di un viaggio. Punto di partenza e arrivo sempre in movimento. 

Pensi che l’arte possa contribuire al cambiamento?
L’arte parla di cambiamento. Penso che l’arte non dovrebbe mai adagiarsi sulle esistenze, essere accondiscendente con le richieste del sistema ma proporre sempre qualcosa di nuovo, predisporre il terreno per compiere dei cambiamenti. Credo che l’arte in quanto tale sia in continuo movimento, perché fermandosi, imploderebbe. 

Qual è il messaggio che vuoi dare con questo progetto?
Un sorriso sarebbe già un ottimo risultato. Il mio messaggio è sempre molto positivo, con questo progetto vorrei che le persone si accorgessero che non esiste un solo luogo per l’arte ma che esistono nuovi luoghi da scoprire. 

Jonathan Calugi per Plenitude, The Art in Motion Museum, Installation view
Jonathan Calugi per Plenitude, The Art in Motion Museum, Installation view

Le colonnine di ricarica: un progetto di public art

A chi ti rivolgi con questo lavoro?
All’essere umano in generale. Il mio lavoro nasce dalla semplicità e non vuole raccontare una storia con i suoi dettagli ma vuole lasciare le persone libere di scrivere il proprio racconto su quella linea. Spero possa essere apprezzato o non apprezzato da un range di persone tra i 4 ed i 100 anni :) 

Cosa vuol dire per te inserire l’arte nel contesto pubblico?

Sarebbe fantastico rendere normale questo tipo di iniziative. L’arte dovrebbe essere di tutti e lavorare in un contesto pubblico ne amplifica l’accessibilità. 

Si può parlare oggi di arte che guarda verso il futuro?
Vorrei tanto che si parlasse di un futuro che guarda verso l’arte :) Credo che l’arte possa guardare al futuro in termini di possibilità; ricordandosi sempre che un viaggio non ha un solo punto d’arrivo e che dopo il futuro ci sarà ancora un altro futuro e ancora un altro futuro :)

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Ludovica Palmieri

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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