Un trionfo di grottesco e simbolismo nelle opere di Sergio Padovani a Bassano del Grappa
Il fantastico, il grottesco e il simbolico, uniti a ibridazioni di parti naturali ed innaturali, si intrecciano nelle opere fatte di olio, bitume e resine con cui l’artista illustra la sua visione della natura umana con le sue fragilità

L’esposizione itinerante Pandemonio, costituta da opere figurative, sculture e da un’installazione video-musicale dell’artista Sergio Padovani (Modena, 1972) approda, dopo Roma, Modena e Parigi presso la sede della Fondazione The Bank ETS – promotrice dell’intero progetto – che a Bassano del Grappa propone una sua ampia retrospettiva delle opere realizzate tra il 2018 e il 2024, arricchita da una decina di inediti.
Chi è Sergio Padovani
Artista prolifico, Padovani non si avvale di disegni preparatori ma affida la sua pittura alla lenta e rigorosa tecnica a base di olio, bitume e resine, per costruire figurazioni di corpi spesso alterati da elisioni o trasformazioni. Le sue opere veicolano così simbologie e astrazioni, racconti di destini umani disillusi e solitari.








I corpi grotteschi di Sergio Padovani in mostra alla Fondazione The Bank a Bassano del Grappa
In questo pandemonio di corpi – spesso aggrovigliati in una struggente umanità che tenta di emergere – sembra che regni sovrano il silenzio e la sensazione di ineluttabile solitudine della vita, accompagnata tuttavia dalla speranza di un risorgimento.
Come ne Il bacio, in cui una figura femminile si trova di fronte alla morte. In questa simbolica rappresentazione dell’umanità, la leggiadria, l’impalpabile iato vitale, vengono protetti da un altro essere che allontana il destino trattenendo in questo mondo la sua esistenza. Oppure in La strada perduta dove una figura sorregge dalla precarietà una donna nella sua timida nudità, portandola al di sopra di una bassa massa di corpi verso un luminoso bagliore, forse simbolo di rinascita. Nella Furia vergine il volto del personaggio-artista è coperto da una schermatura come a suggerire che chi dipinge non percepisce con gli occhi ma sente nella profondità delle viscere l’essenza dell’umano.
Le opere di Sergio Padovani a Bassano del Grappa
Ecco che le opere di Padovani non offrono mai il soggetto in maniera esplicita, lasciando alle interpretazioni dell’osservatore la possibilità di molteplici significati, talvolta suggeriti dai titoli delle opere, un metatesto delle sue creazioni in divenire. Il ruolo dell’artista, che vigile afferra suoni e colori per trovare una soluzione all’interrogativo sulla vita, ha il compito di mediare rappresentando un’idea di umanità anche attraverso le sensazioni di straniamento, abbruttimento e fallimento. Una visione aperta, in una sorta di Ecce Homo, con la speranza di una sua rigenerazione.
Antonella Potente
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