Bologna: tutte le migliori mostre viste in giro per la città con Art City 2025
Dalle mostre del MAMbo alle installazioni dentro chiese e palazzi: il critico Ludovico Pratesi ci conduce attraverso le migliori proposte dell’edizione 2025 di Art City a Bologna
![Bologna: tutte le migliori mostre viste in giro per la città con Art City 2025](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/gino-de-dominicis-mozzarella-in-carrozza-installation-view-della-mostra-22facile-ironia22-al-mambo-bologna-2025-photo-irene-fanizza-1024x683.jpg)
Che l’ironia sia una delle caratteristiche del carattere italiano è fuori dubbio, ma che si rifletta anche nell’arte non è assodato. Per questo la principale protagonista del circuito Art City è la mostra Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo, curata da Lorenzo Balbi e Caterina Molteni al MAMbo. Un’ampia e interessante panoramica che riunisce 100 opere realizzate da 70 artisti dagli Anni Cinquanta ad oggi, divise in sette sezioni che illustrano una specificità che attraversa la nostra arte.
Le opere della mostra “Facile Ironia” a Bologna
Dai capolavori beffardi come la Mozzarella in Carrozza (1970) di Gino De Dominicis, che apre il percorso, ai Clandestini di Maurizio Cattelan, la rassegna è frutto di una ricerca approfondita, che coinvolge artisti del calibro di Giorgio De Chirico, Antonio Donghi, Alberto Savinio, Alighiero Boetti, Luigi Ontani e Piero Manzoni. Al di là di presenze scontate ma molto ben rappresentate, la mostra prende il volo soprattutto grazie alle opere meno note, come la serie dei lavori fotografici di Aldo Spoldi, la stanza di Tomaso Binga e le provocazioni femministe di Rosa Panaro, Cinzia Ruggeri, Giosetta Fioroni, Lina Mangiacapre o Marinella Pirelli. Molti i lavori concettuali, che spesso affidano ad una componente testuale o verbale la loro visione ironica, come nel caso di Giuseppe Chiari, Emilio Prini, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti, Luther Blisset, Nanni Balestrini e altri esponenti della Poesia Visiva come Adriano Spatola e Patrizia Vicinelli.
![Installation view della mostra "Facile Ironia" al MAMbo, Bologna, 2025. Photo Irene Fanizza](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/installation-view-della-mostra-22facile-ironia22-al-mambo-bologna-2025-photo-irene-fanizza-1024x683.jpg)
Il design e l’allestimento della mostra al MAMbo
Le incursioni nel mondo del design, con Bruno Munari ed Enzo Mari, appaiono quanto mai calzanti all’interno di una rassegna dai confini forse troppo ampi ma di indubbia rilevanza. L’unico punto interrogativo riguarda l’allestimento, proposto come omaggio all’architetto Aldo Rossi, che appare però cromaticamente eccessivo e forse non del tutto adatto a questa significativa occasione espositiva, legata alla celebrazione dei cinquant’anni della Galleria d’Arte Moderna di Bologna.
Art City e la riattivazione delle chiese di Bologna
Un’ottima introduzione all’edizione di Art City 2025, che appare davvero efficace, a partire proprio dalla Project Room del Mambo, dove Caterina Molteni ha curato Morbid, la mostra personale della coreografa Valeria Magli (1952), che rilegge e reinterpreta il femminile e i suoi stereotipi attraverso materiali diversi, con una narrazione serrata e incisiva. Non lontano dal MAMbo, Bologna rivela durante l’Art Week luoghi e spazi sorprendenti, come l’ex chiesa di San Barbaziano – aperta per l’occasione – dove l’artista norvegese Per Barclay espone un’installazione dedicata alla Strage degli Innocenti, il capolavoro di Guido Reni conservato alla Pinacoteca di Bologna, riletto in chiave contemporanea in maniera sottile e consapevole. Altrettanto spettacolare è Harmonic Room, la mostra di Alessandro Sciaraffa, curata da Patrizia Cirino e Denise Tamborrino e allestita all’interno dell’ex chiesa di San Mattia. Tre installazioni interattive – Aurora, Bell Tower e Le Ombre del mare – ripropongono un’esperienza immersiva, dove suoni e luci conferiscono allo spazio una dimensione meditativa.
![Ritratto di palazzo, Alfredo Pirri, Palazzo Boncompagni, Bologna, Passi, 2025, vetro, metacrilato verniciato, luce_ dimensioni ambientali (site specific), Marcela Fereira](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/2-passi-2025-vetro-metacrilato-verniciato-luce-dimensioni-ambientali-site-specific-marcela-fereira-683x1024.jpg)
Le mostre di Alfredo Pirri e Flavio Favelli per Art City Bologna
Da non perdere l’antologica di Alfredo Pirri Ritratto di Palazzo, curata da Lorenzo Balbi e Silvia Evangelisti nel piano terreno di Palazzo Boncompagni intorno all’installazione site specific Passi, realizzata nella sala del Papa, dove le grottesche dipinte sulla volta da Pellegrino Tibaldi per papa Gregorio XIII alla fine del Cinquecento si riflettono sul pavimento di specchi infranti, punteggiato da semisfere di metacrilato colorate con toni soffusi. Luci e trasparenze colorate animano Nuova Mixage Up, l’intervento di Flavio Favelli all’interno della fondazione Federico Zeri. L’artista ha posizionato 216 bottiglie di bevande alcoliche su 4 scaffali nella sala della biblioteca, in un inedito dialogo con i libri d’arte consultati dai lettori: una maniera ironica di accostare, dice l’artista, “due segni del potere”.
Le altre mostre da non perdere a Bologna
Nella biblioteca del CCD (Centro di Documentazione Ricerca e Iniziativa delle Donne) si può ammirare il progetto di Sabrina Mezzaqui I quaderni di Hannah Arendt, curato da Manuela Valentini: 29 quaderni ricalcati dall’artista e rilegati a mano con copertine ispirate alla cultura del Bauhaus, per una riflessione sulla forza del pensiero filosofico e sul rapporto tra parola letta e scritta. Dedicato al genius loci è il progetto di Luca Vitone Identificazione del luogo, curato da Leonardo Regano all’interno del LabOratorio degli Angeli, che prevede il restauro della serie di opere realizzate dell’artista dal 1989 ad oggi, che riproducono le cartografie degli spazi che li hanno ospitati. Opere iconiche del pensiero di Vitone, che in questo contesto acquistano un valore performativo, che le rende più incisive. Particolarmente riuscita la mostra di Christian Fogarolli Corpo Eretico, curata da Pier Paolo Pancotto e allestita in alcune sale del Museo Davia Bargellini, uno dei meno conosciuti della città, che combina manufatti di archeologia industriale con collezioni di dipinti antichi, ceramiche, porcellane e vetri. Le opere di Fogarolli si inseriscono negli ambienti del museo creando suggestioni e rimandi non solo visivi ma sonori ed olfattivi, legati ad una visione contemporanea del corpo. Infine, all’interno di un luogo legato all’identità artistica della città come la Casa Morandi, Alessandra Spranzi presenta la mostra Il quale cerca solamente la sua bellezza, nel modo qui descritto, curata da Lorenzo Balbi. Si tratta di una serie di 9 scatti fotografici della serie Sul tavolo #80 (2014-2024), con la pagina di un libro su Morandi appoggiata su un tavolo ripresa con leggerissime variazioni di luce, insieme al video Metronomo, non farlo (2023), che vede protagonisti alcuni oggetti domestici, interpretati con una sensibilità poetica fuori dal comune.
Ludovico Pratesi
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