Una mostra ispirata al padiglione inglese di Expo 2015 è ora a Bologna
Parliamo di Elisabeth Scherffig, artista che per questa mostra si ispira al grande “Alveare” metallico del Regno Unito, sviluppato per l'esposizione milanese. A 10 anni di distanza lo rivediamo tra i protagonisti della mostra alla galleria LABS
Per la prima volta, la città di Bologna ospita una mostra personale dell’artista tedesca Elisabeth Scherffig, Observatorium, presso la galleria LABS. Curata da Angela Madesani, l’esposizione mette in risalto l’abilità dell’artista nel cogliere il sistema presente nell’immagine architettonica, nel mondo naturale e negli effetti della luce su diverse superfici.
Lo studio della struttura nella mostra di Elisabeth Scherffig da LABS a Bologna
La mostra esplora la tensione tra dimensioni micro e macro, rivelando l’accurato studio delle strutture attraverso lo sguardo pacato e penetrante di Scherffig. L’esposizione ripercorre l’evoluzione del linguaggio artistico dell’autrice, partendo dalla serie Vitrea, incentrata sulla relazione tra luce e ombra che scivolano sulla superficie del vetro.
L’elaborazione più recente di questa ricerca prende forma nei disegni dell’Alveare, il padiglione del Regno Unito realizzato in acciaio per l’Expo di Milano del 2015. L’artista sembra aver fatto un passo indietro, distanziandosi dalla superficie del vetro per abbracciare una prospettiva molto più ampia.
Rigorosamente attraverso il disegno, Scherffig paragona la metamorfosi dello spazio urbano a quello naturale, indicando l’intrigante relazione tra la natura e l’architettura.
Vis à vis, pone al centro dell’attenzione l’intreccio dei rami di un albero, che formano una struttura simile a un muro o a una cupola, evocando quelle delle chiese rinascimentali. A completare l’opera è il disegno dello stesso albero, riflesso in un pozzo d’acqua, un elemento in costante trasformazione. Le proprietà mutevoli dell’acqua conferiscono un carattere dinamico anche alla realtà riflessa.
La mente umana come iperstruttura nell’opera di Elisabeth Scherffig a Bologna
Al centro della galleria vi sono due sculture a forma di testa umana che si guardano dritto negli occhi. Entrambe rappresentano un calco della testa dell’artista, declinato in due versioni. La prima, eterea e delicata, è realizzata in organza con frammenti di polvere di porcellana, consentendo allo spettatore di osservare la forma dall’interno. La seconda, più solida, è rivestita in foglia d’oro e sembra emettere una luce propria, accentuata dai riflessi delle luci ambientali. L’opera nasce come una riflessione sull’effetto dell’arte sulla mente umana. Al contempo, esposta accanto alle rappresentazioni di iperstrutture, la testa umana si presenta come un ente complesso e autonomo, capace di racchiudere mondi infinitamente più intrecciati di qualsiasi costruzione architettonica.
La cartografia secondo Elisabeth Scherffig
Un ruolo speciale nella pratica artistica di Elisabeth Scherffig è dedicato alle mappe. La sua passione per la cartografia si è concretizzata in una varietà di opere ispirate allo spazio urbano. Observatorium presenta una di queste creazioni: la mappa di Bologna, realizzata nel 2013.
Composta da sette elementi, la mappa è disegnata a grafite su tre strati di carta svedese, ognuno dei quali offre una prospettiva diversa sulla città di Bologna: la mappa medievale, la mappa geologica e una visione dall’alto simile a un volo d’uccello. L’ordine degli strati varia in ciascun elemento, evidenziando prospettive diverse per esplorare e studiare la geografia della città.
A completamento dell’allestimento, quest’opera sottolinea l’accurato studio visivo che costituisce il mezzo principale attraverso cui Elisabeth Scherffig sviluppa la sua pratica artistica.
Valeria Radkevych
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