I 20 anni dell’installazione di Christo e Jeanne-Claude a Central Park da rivivere con la realtà aumentata
Nel febbraio 2005, la coppia inaugurava a New York lo scenografico progetto di arte pubblica “The Gates”, costato decenni di gestazione. A distanza di vent’anni la città gli dedica una mostra e rievoca l’esperienza nel parco grazie alle ultime tecnologie

Il 2025 è un anno speciale nella storia del sodalizio artistico tra Christo e Jeanne-Claude. Mentre Parigi si appresta a celebrare, il prossimo settembre, il quarantesimo anniversario dell’iconico intervento che nel 1985 avvolse completamente il Pont Neuf con 41.800 metri quadrati di tessuto dorato, è New York a omaggiare, in queste settimane, un’altra delle storiche installazioni monumentali che l’artista scomparso nel 2020 progettò con la sua compagna di vita per un luogo altrettanto iconico della Grande Mela.





















“The Gates” di Christo e Jeanne-Claude a New York. La storia
Era il 12 febbraio del 2005: in una fredda mattinata d’inverno, imbiancata dalla neve, 7503 pannelli di tessuto color zafferano, installati su strutture modulari rettangolari a perimetrare una passeggiata lungo i viali di Central Park, attiravano oltre 4 milioni di visitatori (nell’arco di sole due settimane) nel parco più celebre della città. The Gates, come fu ribattezzato l’intervento di arte pubblica ideato da Christo e Jeanne-Claude, si proponeva, all’epoca, di riabilitare l’immagine e lo spirito di una New York ancora scossa dall’attacco alle Torri Gemelle del 2001, seppure per il tempo di un’apparizione fugace: l’opera, che aveva richiesto il lavoro di oltre 800 operai e 21 milioni di dollari di investimento, restò esposta solo fino al 27 febbraio, riuscendo comunque a lasciare il segno.
A vent’anni di distanza, dunque, la ricorrenza viene celebrata con una mostra che ripercorre la genesi del progetto e ne documenta l’impatto – ospitata negli spazi di The Shed ad Hudson Yards – e con un’esperienza in realtà aumentata che tutti possono vivere a Central Park, sviluppata in collaborazione con Bloomberg Connects.

La mostra su “The Gates” negli spazi di The Shed
La mostra, a ingresso gratuito, non si limita a raccontare la lunga gestazione del progetto – concepito già negli Anni Settanta, ma oggetto di approfonditi studi di fattibilità – e traccia invece la storia di una relazione più profonda che legò Christo e Jeanne-Claude a New York, esponendo anche una selezione di disegni, modelli in scala e documenti per opere mai realizzate dalla coppia in città, però pensate proprio per interfacciarvisi. I due artisti scelsero di eleggere New York a città d’adozione nel 1964, per restarvi fino alla fine dei loro giorni. E allo stesso anno risale la prima idea – mai messa in pratica – di Christo per impacchettare due grattacieli di Lower Manhattan: ne resta traccia in un collage e in una modello in scala, ora esposti insieme a molti altri disegni e progetti (tra cui l’ambiziosa idea di avvolgere il Whitney Museum) mai presentati prima al pubblico negli Stati Uniti.
Il primo disegno per The Gates, invece, risale al 1979, e dà avvio all’iter burocratico che negli anni a seguire sarà intrapreso dalla coppia per arrivare ad avere tutte le autorizzazioni necessarie a realizzare l’opera. Nella sezione dedicata all’installazione, lo mostra espone anche le foto che testimoniano la complessa gestazione del progetto, dagli scatti negli studi di avvocati e amministratori alla documentazione dei test per l’installazione dei pannelli. “Vogliamo vedere il nostro progetto realizzato perché crediamo che sarà un intervento di gioia e bellezza”, spiegava Christo nel 1998; l’approvazione ufficiale arriverà solo nel 2002, e l’annuncio sarà formalizzato dal sindaco Bloomberg all’inizio del 2003. Il resto è storia nota: per la realizzazione dell’installazione saranno necessari 5390 tonnellate di acciaio, 96 chilometri di tubi in vinile e 99155 metri quadrati di tessuto prodotto in Germania. La mostra allo Shed, curata da Pascal Roulin, sarà visitabile fino al 23 marzo 2025.

L’esperienza in realtà aumentata a Central Park
Ma il viaggio indietro nel tempo non potrà dirsi completo prima di aver sperimentato, tra i viali di Central Park, la mappa interattiva in realtà aumentata, realizzata da Dirt Empire e Pixels Pixels, che guida i visitatori muniti di smartphone alla scoperta del progetto, come fosse il febbraio del 2005. Accessibile sull’app di Bloomberg Connects, l’esperienza riproduce le porte installate nel parco sul lato della 72nd Street (tra la 5th Avenue e Cherry Street), suggerendo un percorso ora segnalato da cartelli appositi e accessibile anche ai disabili, che in realtà evoca solo il 5% dell’installazione originale. Fruibile gratuitamente fino al 23 marzo, l’esperienza si può godere solo durante le ore diurne.
Livia Montagnoli
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