Michelangelo Pistoletto è candidato al Premio Nobel per la Pace 2025. Ecco perché
La candidatura, avanzata dalla Fondazione Gorbachev, è stata accolta dal Comitato norvegese per i Nobel a Oslo, e riconosce l’impegno duraturo dell’artista biellese per la costruzione di un mondo più giusto, inclusivo e pacifico attraverso l’arte
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Quest’anno Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) compirà 91 anni. E in oltre sei decenni di carriera non ha mai smesso di credere nel ruolo propulsivo dell’arte come strumento del fare; nell’atto creativo che diventa pratica e invita a riflettere sullo stato delle cose. In tal senso, nel 2023, una sua personale allestita presso la Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano esplicitava l’idea di Pace Preventiva, un percorso difficile e complesso – rappresentato nell’opera di Pistoletto dal ricorrente tema del labirinto, dualismo tra mostro e virtù – in cui però è necessario credere sempre, aspirando a una pacificazione del mondo in nome dell’equilibrio e dell’armonia: un invito ad agire oggi per evitare i conflitti del futuro. Così il concetto di responsabilità, come artista e come individuo sociale, si riverbera in ogni idea e attività riconducibile al suo operato.
Michelangelo Pistoletto candidato al Premio Nobel per la Pace
Su queste premesse matura ora la candidatura al Premio Nobel per la Pace avanzata dalla Fondazione Gorbachev e accolta dal Comitato norvegese per i Nobel a Oslo nel riconoscere l’impegno di Pistoletto a favore della pace, della giustizia sociale e della responsabilità collettiva. La candidatura sarà ufficializzata nella serata del 21 febbraio, in occasione di un evento organizzato presso la Galleria Alberoni di Piacenza (Dal buio alla luce. Arte e musica per la vita)per il quinto anniversario dello scoppio della pandemia di Covid 19. E giunge, per l’artista, inaspettata, sebbene pienamente motivata dalla direzione intrapresa sin dagli Anni Sessanta per “porre l’arte al centro di una responsabile trasformazione della società attraverso l’impegno esteso di cooperazione creativa”.
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Michelangelo Pistoletto e l’impegno per un mondo più giusto, inclusivo e pacifico
Con il suo Terzo Paradiso – simbolo che introduce nel segno matematico dell’infinito un terzo cerchio centrale a rappresentare la sintesi armonica tra tutti gli elementi differenti e opposti – Pistoletto è riuscito a formalizzare questo principio, invitando a riconoscere che ogni opposizione (tra uomo e natura, tra individuo e società, tra tradizione e innovazione) può diventare un’opportunità, a superare le divisioni e a riconoscere l’interconnessione di tutti gli elementi, anche quelli tra loro più estremi e contrapposti. Proponendosi, quindi, come ambasciatore di pace, e fervente fautore di un processo in cui l’arte diventa il linguaggio comune di un’umanità riconciliata.
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Le parole di Pistoletto sulla candidatura al Premio Nobel per la Pace
La candidatura al Premio Nobel per la Pace viene così accolta dall’artista non solo (non tanto) come un riconoscimento al talento artistico, ma soprattutto all’impegno profuso per la costruzione di un mondo più giusto, inclusivo e pacifico. “Questa candidatura è un’assunzione di responsabilità che mi viene data” spiega Pistoletto, “la accolgo come un riconoscimento all’attività che svolgo da tempo, perché ci offre la possibilità di far capire al mondo l’iniziativa per la pace che portiamo avanti con la Fondazione Cittadellarte. L’ideale senza pratica non serve a nulla: se la pace è l’ideale bisogna mettere in atto la pratica che rende questo ideale realizzabile”. Un monito forte, di cui Pistoletto ha fatto per primo un principio di vita: “Il fatto importante per l’artista è avere un’idea ma non lasciarla sospesa. L’idea deve essere concretizzata in un’opera. La rassegnazione del non fare, anche a confronto con un mondo che sembra andare nella direzione opposto, non appartiene alla mia visione: noi siamo qui per fare”. Questo impegno coerente e continuativo potrebbe portare, tra qualche mese, al riconoscimento del Premio Nobel per la Pace, tradizionalmente conferito in una cerimonia a Oslo, il 10 dicembre, anniversario della morte di Alfred Nobel: “Probabilmente si comincia a capire qual è l’impegno libero e disinteressato di fondo della nostra operazione, che non prevede speculazioni di alcun genere. La nostra finalità è quella di propiziare, attraverso l’arte, una società rigenerata”.
Livia Montagnoli
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