Il genio innovatore di Nuvolo. L’artista umbro in mostra a Spoleto

Palazzo Collicola celebra l’arte di Nuvolo: un viaggio tra innovazione, sperimentazione e memoria, per scoprire un protagonista dell’arte umbra che ha rivoluzionato la serigrafia

In concomitanza con la mostra che celebra il centenario dalla nascita dell’eclettico artista Afranio MetelliPalazzo Collicola a Spoleto rende omaggio a Nuvolo (nome d’arte di Giorgio Ascani; Città di Castello, 1926 – Città di Castello, 2008) con un’esposizione intitolata Spazion e curata da Bruno Corà, Aldo Iori e Paolo Ascani, in collaborazione con l’Associazione Archivio Nuvolo di Città di Castello. Un viaggio attraverso la sua ricerca artistica, che ha rivoluzionato la serigrafia trasformandola in un mezzo pittorico innovativo e irripetibile.


La mostra di Nuvolo a Palazzo Collicola

Il titolo Spazion suggerisce l’elevazione all’ennesima potenza del concetto di spazio, richiamando l’incessante ricerca di Nuvolo su formamateria e struttura. Un’indagine artistica che prende forma attraverso una versatilità espressiva straordinaria, dalla pittura alla serigrafia, fino a tecniche miste che includono collage, tessuti e sperimentazioni digitali.
Nato a Città di Castello nel 1926, Nuvolo si trasferisce a Roma dopo la Seconda guerra mondiale, entrando in contatto con l’ambiente artistico animato da Alberto Burri. Qui avvia una rivoluzionaria sperimentazione sulla serigrafia, trasformandola da tecnica industriale, a mezzo pittorico unico e irripetibile. La sua carriera lo porta a esporre in prestigiose gallerie italiane e internazionali, mentre il suo impegno didattico all’Accademia di Belle Arti di Perugia segna profondamente le nuove generazioni di artisti. La mostra Spazion celebra la vastità del linguaggio dell’artista, che spazia dal recupero artigianale della serigrafia alla riflessione sul digitale e sulla spazialità dell’immagine. Il percorso espositivo permette di cogliere appieno la coerenza di una ricerca durata tutta la vita, dimostrando quanto l’opera dell’artista umbro sia ancora oggi straordinariamente attuale attraverso una continua sperimentazione.

Le opere di Nuvolo in mostra a Spoleto

Tra le opere esposte, particolare attenzione è riservata alle Serotipie, definite nel 1958 da Emilio Villa come “pittura con i mezzi della serigrafia, ma condotta nei limiti dell’esemplare unico ed irripetibile”. Questo processo, che rovescia l’uso tradizionale della serigrafia destinata alla riproduzione seriale, caratterizza l’intera produzione di Nuvolo, dai primi lavori degli Anni Cinquanta fino alle ultime sperimentazioni.
Un altro ciclo fondamentale in mostra è quello degli Scacchi (1953-1957) a cui segue un secondo momento della ricerca di Nuvolo con i Nuovi Scacchi (1990-2005). In queste opere, attraverso il recupero di frammenti serigrafici preesistenti e il successivo assemblaggio mediante la tecnica del collage, vengono costruite strutture geometriche in cui la percezione spaziale diventa centrale. Scacco matto, avviato nel 1953, rappresenta un punto di svolta in questa ricerca, trasformando lo studio della composizione in una riflessione sulla materia e sul colore. Di grande impatto visivo sono anche i Bianchi (1956-1958) e i Bianchi Collages (1957-1964), in cui l’artista sperimenta con la monocromia e il bianco titanio, creando superfici vibranti che esplorano il concetto di equilibrio visivo. L’uso della macchina da cucire, appreso dalla moglie e collaboratrice Liana Baracchi, dà origine ai Cuciti a macchina (1956-1963), dove tessuti serigrafati vengono cuciti insieme secondo un ritmo che richiama il collage degli Scacchi. Una variazione su questo tema sono i Daini (1959-1962), realizzati interamente con pelle di daino dipinta o lasciata nei toni naturali. 

Nuvolo, Senza titolo [A.M.(6)] (Aftermandelbrot), 1991. 12 battute serigrafiche su carta Rosaspina Fabriano, 64,5 x 48,5 cm. Palazzo Collicola, Spoleto. Photo Giuliano Vaccai
Nuvolo, Senza titolo [A.M.(6)] (Aftermandelbrot), 1991. 12 battute serigrafiche su carta Rosaspina Fabriano, 64,5 x 48,5 cm. Palazzo Collicola, Spoleto. Photo Giuliano Vaccai

Nuvolo e l’arte digitale

Negli Anni Ottanta e Novanta, l’artista dà prova del suo inesauribile spirito di sperimentazione espandendo ulteriormente la sua ricerca confrontandosi col caos ordinato dell’era digitale.  I cicli Aftermandelbrot (1989-1993) e Genesi (1990-1994) esplorano il rapporto tra ordine e caos attraverso l’uso di algoritmi e serigrafie complesse, ispirate alla teoria dei frattali di Benoît Mandelbrot. L’indagine sulla tecnologia prosegue con Genesi Video (1993-1997), in cui l’uso della telecamera permette di amplificare le potenzialità visive della sua arte. In questo contesto si inserisce anche la serie Oigroig (1965-1978), caratterizzata da una simmetria quasi rituale che richiama le sculture totemiche, e i Videogrammi (1976), nati dalla sperimentazione con il videotape. Ogni ciclo esposto in questa mostra testimonia l’evoluzione continua e la ricerca incessante di Nuvolo, che ha saputo spingere i confini della serigrafia e delle tecniche miste verso territori ancora inesplorati, dando vita a opere che, pur radicate in un contesto storico e culturale preciso, mantengono una straordinaria attualità, invitando lo spettatore a riflettere sul rapporto tra tecnologia, arte e percezione visiva.

Asia Simonetti

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