Nanoparticelle e oggetti in fil di ferro: a Venezia la scultura sfida i confini dell’arte
Sei artisti internazionali, da Fogarolli a Lamothe, esplorano la scultura contemporanea come sintesi tra arte, scienza, suono e movimento, ricostruendo gli oggetti quotidiani con materiali inaspettati
![Nanoparticelle e oggetti in fil di ferro: a Venezia la scultura sfida i confini dell’arte](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/on-and-beyond-installation-view-at-alberta-pane-venezia-2024-25-courtesy-alberta-pane-photo-irene-fanizza-1-1024x683.jpg)
Il rapporto tra scultura, sperimentazione scientifica e multisensorialità è una storia di lunga data, che affonda le sue radici nel passato. Tuttavia, è innegabile che negli ultimi anni la pratica contemporanea si stia facendo sempre più interdisciplinare. E quali sono, in questo senso, le declinazioni più recenti nell’ambito della scultura, quando questa si fonde con la scienza, il suono e il movimento? Ce lo racconta la Galleria Alberta Pane di Venezia con la mostra On and Beyond. Sei artisti internazionali, Christian Fogarolli, Luciana Lamothe, Marie Lelouche, Fritz Panzer, Michelangelo Penso ed Esther Stocker, portano il pubblico in un viaggio attraverso le infinite declinazioni della scultura contemporanea. Non ci sono limiti ai materiali o ai concetti: dalle nanoparticelle magnetiche agli oggetti d’uso quotidiano ricreati in fil di ferro.
Arte, disagio e tecnologia nella mostra “On and Beyond” a Venezia
Christian Fogarolli punta i riflettori sul rapporto tra arte e disagio psichico, trasformando oggetti trovati in sculture che dialogano con l’anima. L’artista italiano ci conduce in un percorso emozionante in cui la cura e la connessione tra corpo e mente diventano il cuore delle sue opere. Michelangelo Penso, invece, traduce complesse ricerche scientifiche in esperienze multisensoriali, con installazioni come Magnetic nanoparticles Genesis.
![On and Beyond, installation view at Alberta Pane, Venezia 2024-25. Courtesy Alberta Pane. Photo Irene Fanizza](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/on-and-beyond-installation-view-at-alberta-pane-venezia-2024-25-courtesy-alberta-pane-photo-irene-fanizza-scaled.jpg)
Le sculture di fil di ferro alla Galleria Alberta Pane di Venezia
Se i lavori di Penso dialogano con la scienza, quelli di Fritz Panzer giocano con la percezione. Le sue sculture in fil di ferro, che riproducono oggetti comuni in scala reale, ci invitano a riconsiderare ciò che diamo per scontato. Accanto a lui, Esther Stocker esplora geometrie esistenziali con le sue installazioni monocromatiche, che trasformano lo spazio in esperienze immersive. Con una palette di bianco, nero e grigio, l’artista dimostra che la semplicità può essere sorprendentemente complessa, coinvolgendo il pubblico in una riflessione profonda su ordine e caos.
La scultura che vive nella mostra “On and Beyond” a Venezia
La mostra supera i confini della scultura, abbracciando l’invisibile, le forze fisiche, il suono e il movimento. Coerentemente, Marie Lelouche combina l’immaterialità della tecnologia con la tridimensionalità plastica, offrendo opere che dialogano con l’audio creato dall’artista, mentre Luciana Lamothe esplora le tensioni tra corpo e materia con performance coinvolgenti. Nel complesso, On and Beyond si presenta come un’occasione unica per scoprire come l’arte contemporanea possa superare ogni limite, trascendendo le categorizzazioni di stile e forma.
Laura Cocciolillo
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