Marisa Merz e Carol Rama. In Svizzera due mostre sulle giganti dell’arte italiana del Novecento
Il Kunstmuseum della capitale svizzera terrà, nel corso del 2025, delle ambiziose monografiche dedicate alle due artiste (entrambe torinesi) che hanno rivoluzionato la pratica artistica del Novecento, tra Arte Povera e Avanguardia
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Hanno molto in comune le due artiste a cui il Kunstmuseum di Berna dedica altrettante, grandi mostre monografiche lungo tutto il 2025. Entrambe scomparse, le artiste erano quasi coetanee, torinesi di nascita, e durante la loro lunga carriera hanno fatto la storia dell’arte del Novecento – una nell’Arte Povera e l’altra nel modernismo -, un contributo per cui entrambe hanno ricevuto il Leone ‘Oro alla Biennale Venezia. L’avrete capito: sono Marisa Merz (1926–2019) e Carol Rama (1918–2015).
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La grande artista italiana Marisa Merz
“L’artista è già un ruolo stabilito come la moglie, il figlio. Ma io non ci sto mica in questi ruoli”: è più che una sfida quella che Marisa Merz, unica donna tra i grandi dell’Arte Povera, lancia al proprio tempo. Al secolo Maria Luisa Truccato, l’artista condivideva sì con i colleghi Boetti, Kounellis, Pascali, Fabro e il marito Mario Merz, l’interesse per i materiali grezzi e poveri, e per il rapporto tra spazio e scultura (nel suo caso del corpo femminile), ma sviluppò una propria visione focalizzata sul silenzio, la poesia e la fragilità. Figura di spicco della scena artistica italiana del dopoguerra, condusse una cinquantennale ricerca che la portò a essere insignita del Leone d’Oro alla carriera alla 55. Biennale di Venezia nel 2013.
A Berna la mostra monografica dedicata a Marisa Merz
La sua monografica, aperta fino al primo giugno e curata da Livia Wermuth, è la più grande retrospettiva dell’artista mai realizzata in Svizzera da 30 anni a questa parte. Articolato in cinque capitoli trasversali, con circa 80 opere tra disegni, dipinti, sculture e installazioni, il percorso include anche le documentazioni delle sue prime azioni: uniche le fotografie di Claudio Abate di un’azione di Merz nel 1970 sulla spiaggia di Fregene, fuori Roma, in cui l’artista inserì nella sabbia delle piccole opere fatte di filo di nylon, poi portate via dalle onde.
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La grande artista italiana Carol Rama
Diverso ma altrettanto unico il percorso artistico e personale di Olga Carolina Rama, che fece della sessualità, della follia, della malattia e della morte il centro della propria indagine. Autodidatta, Rama si associò al ramo torinese del Mac – Movimento Arte Concreta, e il suo stile virò prima sull’Astrattismo e quindi sull’Informale, creando in tutta una vita un’opera anticonvenzionale, irriverente e pionieristicamente femminista. Come molte colleghe dell’Avanguardia, Rama ha raggiunto la fama solo in tarda età, con il Leone d’Oro alla 50. Biennale di Venezia nel 2003 e le grandi mostre internazionali prima della morte.
A Berna la mostra monografica dedicata a Carol Rama
La sua monografica, aperta dal 7 marzo al 13 luglio (in occasione dei dieci anni dalla sua morte) e sempre curata da Livia Wermuth, è la prima, grande retrospettiva mai presentata nella Confederazione, con circa 110 lavori realizzati in 70 anni di carriera, ed è affiancata da un’altra mostra alla Schirn Kunsthalle di Frankfurt.
Giulia Giaume
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