In Svizzera l’installazione di un light artist italiano illumina e trasforma una storica cappella
Si tratta di un'opera site specific di Emilio Ferro che combina luce e suono enfatizzando la dimensione del viaggio, da intendersi sia come spostamento fisico che percorso interiore
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Ci troviamo nel cantone di Berna, nella parte sud – ovest della Svizzera, e più precisamente a Gstaad dove nel Quattrocento fu costruita la Cappella di San Nicola, simbolo dell’identità culturale della regione. Conosciuto come patrono dei viaggiatori, San Nicola accompagna e protegge tutti coloro che si trovano in una fase transitoria, sia fisica che spirituale.
Partendo da una riflessione sulla storia del santo, Emilio Ferro (Alba, 1988) ha ideato Liminal Journey, un’installazione site specific che si compone di luce e suono. Curato dalla Dott.ssa Valentina Locatelli e commissionato da art+château ed Espace Muraille, il progetto è ospitato all’interno della Cappella fino al 2 marzo.
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L’opera “Liminal Journey” nella Cappella di San Nicola a Gstaad
Con Liminal Journey, l’artista intendeenfatizzare la dimensione del viaggio, inteso come un percorso interiore verso la consapevolezza, la crescita e la trasformazione.
Un concetto che si “materializza” in un fascio di lucebianca che si irradia da una struttura metallica totemica installata dietro l’altare, attraversando l’intera navata. Quando la portad’ingresso della cappella si apre, la luce si diffonde all’esterno e quando rimane chiusa, la luce rimane contenuta all’interno, proiettando un alone luminoso sulla porta.
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La luce e la contemplazione dello spazio
La luce che si diffonde nella navata crea un legame immateriale tra l’interno e l’esterno, tra la comunità di ieri e quella di oggi. Non solo, attraverso questa esperienza si offre l’opportunità ai visitatori di entrare in uno stato meditativo, trovando un nuovo (e personale) approccio alla contemplazione.
Liminal Journey di Emilio Ferro: tra luce e suono
A far da cornice all’installazione è una colonna sonoraappositamente creata dall’artista, in cui i suoni dell’acqua dei fiumi del Saanenland e di Gstaad vengono campionati e trasformati in una composizione che guida il visitatore ed evoca il flusso del tempo.
Valentina Muzi
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