Il paesaggio e la cultura tibetana a Milano con la mostra di Zhenlin Zhang
Questo giovane artista cinese porta da Tempesta Gallery le sue esperienze vissute e la consapevolezza della transitorietà del mondo caratteristica della tradizione del Tibet. Il tutto espresso con pitture a olio ispirate alla natura
![Il paesaggio e la cultura tibetana a Milano con la mostra di Zhenlin Zhang](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/zhenlin-zhang-ode-to-transience-installation-view-at-tempesta-gallery-milano-2025-6-1024x670.jpg)
Ode to Transience è la prima mostra personale in Italia del giovanissimo artista cinese Zhenlin Zhang (1998) da Tempesta Gallery a Milano. Questa galleria è stata fondata a Milano nel 2020 da Elisa Bonzano ed Enrico Angelino e porta avanti la missione di promuovere gli artisti contemporanei che affrontano temi di rilevanza sociale e ambientale, proponendosi come un luogo di dialogo per avvicinare gli artisti con il contesto culturale e urbano della città di Milano. E il protagonista di questa rassegna non fa eccezione.
La fragilità umana secondo Zhenlin Zhang
Il progetto espositivo riunisce una selezione di dipinti a olio che, grazie al sapiente uso del colore, in particolare del blu e del rosso, restituisce all’osservatore una riflessione sulla fragilità della condizione umana. Abbraccia la consapevolezza di un’esistenza effimera, fugace, destinata a scomparire e a trasformarsi, transitoria e impermanente.
“Le opere riguardano il Tibet, la sua cultura e le mie esperienze di vita”, commenta Zhenlin Zhang, “vorrei che le persone si rilassassero, abbiano una sola vita, non pensare alla casa e alle pressioni del mondo. Le persone in Tibet rispettano tutto, vorrei utilizzare qualcosa della cultura locale per portare ad altre persone la luce. I diversi colori hanno differenti emozioni. Il blu e il rosso. Il blu rappresenta il fiume che scorre, la vita, ma anche il flusso della mente, che libera il cuore. Vorrei che tutti potessero sentirsi come il cigno” – figura ricorrente nelle sue opere – “che vola”. Cigno che da sempre affascina l’uomo e che ispira e ricorre sia nella tradizione europea che in quella asiatica, dall’antica Grecia con Leda e il cigno, al Lohengrin di Wagner. Il cigno sarebbe capace di separare il latte dall’acqua, l’illusorio della vita terrena, in costante mutamento, dalla spiritualità. “Il cigno mi ricorda l’uomo contemporaneo, l’indipendenza la solitudine. Gli animali e l’uomo sono connessi e l’uomo non è ad un livello superiore”.
![Zhenlin Zhang, Ode to Transience, installation view at Tempesta Gallery, Milano, 2025](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/zhenlin-zhang-ode-to-transience-installation-view-at-tempesta-gallery-milano-2025-1-768x497.jpg)
![Zhenlin Zhang, Ode to Transience, installation view at Tempesta Gallery, Milano, 2025](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/zhenlin-zhang-ode-to-transience-installation-view-at-tempesta-gallery-milano-2025-768x1152.jpg)
![Zhenlin Zhang, Ode to Transience, installation view at Tempesta Gallery, Milano, 2025](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/zhenlin-zhang-ode-to-transience-installation-view-at-tempesta-gallery-milano-2025-2-768x1152.jpg)
![Zhenlin Zhang, Ode to Transience, installation view at Tempesta Gallery, Milano, 2025](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/zhenlin-zhang-ode-to-transience-installation-view-at-tempesta-gallery-milano-2025-4-768x497.jpg)
![Zhenlin Zhang, Ode to Transience, installation view at Tempesta Gallery, Milano, 2025](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/zhenlin-zhang-ode-to-transience-installation-view-at-tempesta-gallery-milano-2025-6-768x502.jpg)
![Zhenlin Zhang, Ode to Transience, installation view at Tempesta Gallery, Milano, 2025](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/zhenlin-zhang-ode-to-transience-installation-view-at-tempesta-gallery-milano-2025-3-768x1152.jpg)
L’arte di Zhenlin Zhang da Tempesta Gallery a Milano
La pratica artista di Zhenlin Zhang – laureato presso il Royal College of Art di Londra – riesce ad essere silenziosamente loquace e a creare atmosfere evanescenti – al confine tra il reale e l’onirico, tra l’astrazione e la figurazione – in un rapporto di scambio interdipendente con la natura. Quest’ultima è la forza responsabile della genesi e della trasformazione di qualsiasi identità. Animali, piante, talismani e gioielli costituiscono l’universo figurativo dell’artista, simboli del conflitto tra speranza e solitudine, in cui le distorsioni delle forme e le velature dei colori si intrecciano, rivelando una dimensione in perenne divenire.
![Zhenlin Zhang, Ode to Transience, installation view at Tempesta Gallery, Milano, 2025](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/zhenlin-zhang-ode-to-transience-installation-view-at-tempesta-gallery-milano-2025-2.jpg)
La simbologia di Zhenlin Zhang da Tempesta Gallery a Milano
La perla è un altro elemento ricorrente, presente nella tradizione come oggetto che viene tramandato, in cui un granello di sabbia viene inglobato da una conchiglia per creare qualcosa di meraviglioso. L’artista riflette poi su ciò che è apparentemente maligno, come la perdita, ma che può dare un esito positivo. Essa è infatti fondamentale per la crescita.
Traendo ispirazione dai precetti della filosofia tibetana Zhang accetta una concezione di vita predestinata e predefinita; una consapevolezza che determina un approccio quasi poetico alla vita, che prosegue e si sviluppa in un movimento ciclico in cui principio e conclusione trovano il medesimo punto di risoluzione.
L’individuo e la natura sono quindi interconnessi; separazione e perdita non sono mai definitive, ma al contrario recano in sé la promessa di nuovi inizi, in un processo inesauribile in cui la sofferenza si fa alterazione, il vuoto diviene pieno e la fine di un ciclo è il preludio di una successiva trasformazione. Attraverso il suo lavoro, l’artista esprime la sua concezione della vita, secondo cui l’impermanenza non è una condanna, al contrario una possibilità.
Giulia Bianco
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