A Milano la Pittura Senese del 1300 risorge nelle opere della contemporanea Altoon Sultan

L’artista americana riprende l’antica arte della tempera a uovo e la usa per raccontare la campagna del suo paese, a partire dalle grandi macchine agricole e industriali

Com’è il paesaggio delle grandi coltivazioni intensive americane? Chi sono i protagonisti – umani quanto materiali – che ne animano il lavoro quotidiano? È a queste domande che si trova risposta nelle opere di Altoon Sultan (Brooklyn, 1948), artista statunitense con ormai oltre 45 anni di mostre alle spalle per tutto il continente. Distinguendosi nel contemporaneo per l’uso della tempera a uovo, tecnica antichissima e non così comune al giorno d’oggi, racconta il vivere della sua terra. Ne illustra le distese dei campi, i macchinari ruggenti che sostituiscono l’uomo tanto nelle mansioni, quanto come presenze sulla tela. E sono proprio questi ultimi ad essere al centro della rassegna che la porta a Milano, ospite della galleria ZERO

Altoon Sultan e la tempera a uovo

A definire la ricerca artistica di Altoon Sultan è senz’altro la tecnica. Fin dalla sua scoperta della tradizione della tempera a uovo – una sorta di epifania creativa – ne ha fatto una cifra distintiva. Un carattere identitario, che si impegna a impiegare e a trasmettere, evidenziandone la particolarità rispetto alla pittura a olio o all’acrilico. L’accostamento iniziale ad essa è stata una sfida: diversi i limiti e le difficoltà con cui avere a che fare. Si pensi solo alla rapidità con cui asciuga la tempera; questo costringe ad essere veloci, senza poter creare gli “impasti” come con l’olio. Dall’altro lato, però – lo racconta nel libro tutto dedicato a questa tecnica The Luminous Brush (1999) – può essere sfruttata per creare tanti strati sottili, giocando di trasparenze e sfumature. 
L’incontro tra Sultan e la tempera a uovo risale al 1971, anno del suo viaggio in Italia. Ad affascinarla sono subito Raffaello, Tiziano, Michelangelo e Caravaggio. Di loro apprezza e mutua gli schemi compositivi e di forma. Poi, però, incontra l’arte senese degli inizi: la Maestà di Duccio di Buoninsegna, i suoi successori e concittadini che narrano le storie di Siena, dentro e fuori le mura. Vita urbana e campestre. Il tutto reso attraverso i toni opachi ma brillanti della tempera.

La campagna americana nell’opera di Altoon Sultan da ZERO a Milano

Sulla scia dell’attenzione dedicata al lavoro dei campi dai pittori senesi – si pensi ad esempio ad Ambrogio Lorenzetti – Anton Sultan attualizza tale interesse creativo, incorporandolo nella propria ricerca. Sfruttando il medesimo medium si concentra su quello che è oggi la campagna americana. Dopo una serie prettamente paesaggistica, porta a Milano, da ZERO…, un focus sulle macchine agricole. Soggetti inevitabilmente parte – forse persino preponderante sull’umano – della realtà delle coltivazioni. Con la stessa finezza e dolcezza cromatica vista nel Rinascimento italiano, cattura piccoli scorci dei trattori, delle falciatrici e chissà di che altro, in una resa a cavallo tra realismo e astrazione.

Le macchine agricole di Anton Sultan da ZERO a Milano

Il contesto espositivo di ZERO…, dall’atmosfera caratteristica di uno spazio industriale un tempo pieno di macchine in funzione, si sposa con l’oggetto della mostra. Distribuite sui due piani, le opere – di taglio curiosamente minuto in rapporto alla stazza originale di quanto dipinto – sono disperse rade sulle pareti.
Con tanti piccoli tocchi di pennello, Sultan restituisce riquadri dettagliatissimi di tubi, ruote, resistenze e cerniere che compongono i macchinari da lavoro. Frutto di fotografie scattate da lei stessa, ciascun dipinto ha una sua tavolozza ricca di sfumature e giochi di luce. Il soggetto è trattato con la stessa cura che si ritrova nella tradizione italiana antica. La scelta di scindere ogni tela in pochi dettagli molto ravvicinati fa sì che – accertata l’impossibilità di capire fino in fondo il complesso d’origine – l’immagine assuma anche caratteri di astrazione. Una doppia valenza per questa serie di lavori dalla scelta tematica insolita, che risulta però profondamente affascinante per il modo di esecuzione. 

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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