Abruzzo: un negozio sfitto ad Avezzano diventa spazio espositivo per rilanciare uno storico artista
Originario di Civitella di Roveto, il pittore e scultore Pasquale Di Fabio è morto a Roma nel 1998. A celebrarlo è la città di Avezzano con una mostra antologica che riunisce lavori realizzati tra gli Anni '40 e '90

Riportare in luce un artista storico abruzzese in un contesto svincolato dai diktat espositivi: questo è l’obiettivo di Pasquale Di Fabio. Un luogo itinerario creativo, la mostra dedicata al pittore e scultore italiano Pasquale Di Fabio (Civitella di Rovereto, 1927 – Roma, 1998) all’interno di un ex negozio in Via Marconi 85 ad Avezzano. A cura di Marcello Lucci – con il supporto del figlio dell’artista Alberto Di Fabio – il progetto espositivo riunisce le opere più significative realizzate da Di Fabio nel corso della sua carriera, mettendo insieme disegni, grafiche e sculture; mentre l’organizzazione della mostra vede la curatela di Antonella Villa, membro dell’Associazione Antiqua. In occasione della mostra, il 15 marzo scorso è stata anche presentata la rinnovata illuminazione della Stele Commemorativa delle Vittime del Terremoto del 13 gennaio 1915, realizzata da Di Fabio nel 1965.
La mostra di Pasquale Di Fabio in un negozio sfitto ad Avezzano
“L’idea è nata dalla posizione centrale e dalla visibilità del locale data soprattutto dalle grandi e luminose vetrine”, spiega Antonella Villa, ideatrice del progetto espositivo. “Mettere l’arte in vetrina ci è sembrata una idea che potesse rendere fruibile la mostra anche a chi, pur immerso nella frenesia della quotidianità ma incuriosito dalle opere esposte, potesse trovare modo e tempo di entrare e, magari, illuminare la propria giornata. I portici, poi, ultimamente, erano diventati luogo di ritrovo di personaggi equivoci e attività al limite della legalità. Questo nuovo utilizzo dell’area da un lato scoraggia frequentazioni poco edificanti, dall’altro pone i giovani a contatto con l’arte che sicuramente li aiuterà a stabilire un proficuo rapporto con la bellezza”. Una mostra che non solo vuole restituire al pubblico un ritratto completo della ricerca artistica del pittore e scultore abruzzese, ma che intende essere il volano per una rigenerazione urbana del centro di Avezzano, portando per le strade della città le opere più significative di Pasquale Di Fabio, passando dai primi dipinti figurativi all’astratto aniconico, dai disegni alle grafiche, alle sculture, attraversando tutti gli studi e le sperimentazioni condotte dall’artista nell’arco della sua carriera.
Chi era Pasquale Di Fabio
Nato in Abruzzo, e più precisamente a Civitella di Roveto, Pasquale Di Fabio esprime la sua fascinazione per le arti visive sin da bambino, iniziando subito a disegnare, dipingere e a scolpire. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1943, appena sedicenne, dipinse uno dei suoi primi quadri dal titolo Gli sfollati, e realizzò diverse sculture in pietra e in legno. Tra gli Anni Quaranta e Cinquanta il suo lavoro si direzionò verso un realismo sociale, dopo aver frequentato e partecipato alle lotte contadine nel Fucino. A seguito dell’esperienza figurativa, l’orientamento dell’artista virò verso le forme geometriche, aniconiche, che lo porteranno verso la fine degli Anni ’50 a una ricerca materica neo-futurista. Dagli Anni Settanta, invece, Di Fabio diede avvio allo studio della luce, simboleggiata da bande cangianti e strutture geometriche.
La futura pinacoteca di Avezzano ospiterà la collezione nata dal Premio Avezzano
Nato nel 1949 per volontà dell’artista, il Premio Avezzano è tra i più significativi riconoscimenti in ambito artistico nazionale, grazie al quale sono state acquisite importanti opere d’arte di Geturio Alviani, Pino Pascali, Mario Schifano e Cesare Tacchi (per citarne solo alcuni). A causa della mancanza di uno spazio consono alla conservazione ed esposizione di questa collezione, l’artista Alberto Di Fabio assieme all’amministrazione locale sta cercando di dare forma a una Pinacoteca d’arte moderna e contemporanea nella città di Avezzano. “Il nostro intento è quello di rimanere al centro della città, così da avere un riscontro del pubblico, come lo stiamo avendo adesso con la mostra”, spiega l’artista e figlio del maestro abruzzese.
Valentina Muzi
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