Cinque mostre da vedere a Berlino a primavera 2025
Da Helmut Newton a Silvia Rosi, passando per l'Italia brutalista e Kandinsky, ecco cosa vedere nella capitale tedesca durante la primavera 2025

A Berlino è tempo di EMOP – European Month of Photography, il più grande festival biennale di immagini fotografiche in Germania. Questo “mese europeo della fotografia” celebra la sua undicesima edizione nella capitale tedesca con circa 100 mostre di autori e autrici più o meno famosi. Ne abbiamo selezionate cinque che, dal museo alla libreria di quartiere, mostrano la grande varietà degli approfondimenti visibili in città.
Helmut Newton alla Helmut Newton Foundation – Museum für Fotografie

La tecnologia Polaroid ha rivoluzionato la fotografia. Consentiva ai professionisti e agli hobbisti di tenere in mano un’immagine finita subito dopo averla scattata, motivo per cui è considerata – per la sua rapida accessibilità – precursore dell’odierna fotografia digitale, apprezzata anche per la possibilità di controllare la composizione dell’immagine direttamente sul display della fotocamera. Per la prima volta, oltre 300 opere basate sulle Polaroid originali di Helmut Newton offrono una panoramica completa di questo ambito dell’opera del fotografo in una mostra che consente di indagare il procedimento creativo di uno dei fotografi più influenti del XX Secolo.
https://helmut-newton-foundation.org/en/
Roberto Conte e Stefano Perego. Brutalist Italy – IIC Berlino

Le fotografie esposte all’Istituto Italiano di Cultura di Berlino costituiscono la prima mostra dedicata al progetto Brutalist Italy. I fotografi italiani Roberto Conte e Stefano Perego hanno viaggiato per oltre cinque anni nella penisola italiana percorrendo più di 20mila km per documentare la varietà di edifici brutalisti di diverse tipologie, costruiti prevalentemente tra gli Anni ’60 e ’80 e caratterizzati dall’utilizzo di cemento armato a vista, oltre che da elementi strutturali chiari e ben definiti, che ne delineano un’estetica essenziale e unica: dalla Casa del Portuale di Napoli al cimitero di Jesi, dal Santuario di Monte Grisa a Trieste alle “Lavatrici” di Genova fino all’ex macello alla periferia di Padova. Dalla ricerca dei due fotografi è nato il libro Brutalist Italy (FUEL), con 146 fotografie di più di 100 edifici brutalisti italiani. Ci ha detto Conte: “Io e il mio collega Stefano siamo molto orgogliosi della mostra per più motivi. Stiamo assistendo da qualche anno a un interesse crescente nei confronti del brutalismo a livello mondiale, fattore ancor più presente in Germania, dove la sensibilità sul tema è anche maggiore. Mi riferisco ad esempio a iniziative come SOS Brutalism o il recente inserimento del Mäusebunker (iconica struttura brutalista berlinese) nella lista dei monumenti protetti”.
https://iicberlino.esteri.it/de/gli_eventi/calendario/brutalist-italy-mostra-fotografica-di-roberto-conte-e-stefano-perego/
https://www.artribune.com/tag/iic
No longoing for the past. La serie di Nicole Woischvill in libreria

Abbiamo conosciuto la fotografa durante l’installazione di una mostra di gruppo, ma abbiamo visitato la mostra in conversazione con Christiane Hahn, la libraia che l’ha voluta nel suo spazio. “Questa è la seconda sede della mia libreria, Anakoluth, ma anche quando ero nell’altro locale a Mitte ho sempre amato fare mostre in mezzo ai libri. Per me i libri sono un modo per viaggiare stando fermi, la parola tedesca per questa sensazione è “das Fernweh”. Mi piace anche la dimensione di incontro che avere una mostra permette. Quando qualcuno entra qui è generalmente iperfocalizzato su un libro, mentre avere delle fotografie permette alla mente di spaziare in altri luoghi. Ecco perché ho voluto qui da me le foto di Nicole Woischwill”.
https://www.nicolewoischwill.de/en/homepage.html
https://anakoluth.de/
Silvia Rosi da C/O Berlin

L’artista italo-togolese Silvia Rosi esplora temi post-coloniali come migrazione, identità e memoria collettiva da una prospettiva diasporica in fotografia, video, elementi performativi e materiale d’archivio montato. Le sue opere, che spesso hanno riferimenti autobiografici, mettono in discussione identità e appartenenza e creano un dialogo tra passato e presente. In Protektorat (2022-2024), Rosi getta luce sulla complessa storia della lingua coloniale in Togo: basandosi sul materiale d’archivio dell’Archivio nazionale togolese di Lomé, l’autrice tematizza i meccanismi di potere e resistenza che sono radicati nelle politiche linguistiche coloniali. Il Togo, fu amministrato come protettorato tedesco dal 1884 al 1914 e successivamente posto sotto l’amministrazione militare britannico-francese; le lingue tedesco, inglese e francese caratterizzano ancora oggi il Paese dell’Africa occidentale. Allo stesso tempo, le lingue locali Ewe e Mina si sono conservate attraverso la tradizione orale nonostante la sistematica soppressione. La mostra presenta opere video e riprese in studio ispirate all’estetica della fotografia di studio dell’Africa occidentale degli Anni Sessanta e Settanta, oltre a immagini d’archivio che Rosi ha isolato per mettere in discussione le logiche pittoriche coloniali.
https://co-berlin.org/de/programm/ausstellungen/silvia-rosi
Il cosmo di Der Blaue Reiter al Kupferstichkabinett

Il gruppo Der Blaue Reiter, fondato a Monaco nel 1911 da Franz Marc e Wassily Kandinsky, riuscì a farsi conoscere grazie a due mostre e all’omonimo almanacco pubblicato nel 1912. Al centro dell’ideologia creativa di Kandinsky e Marc c’era il concetto di creare opere d’arte che utilizzassero l’esperienza artistica interiore come mezzo per visualizzare lo spirituale. La mostra berlinese Il cosmo del “Der Blaue Reiter” è organizzato in sette capitoli dedicati alle stampe di Kandinsky, alle opere dipinte su carta di August Macke e al lavoro di Marc su flora e fauna. La mostra rende omaggio anche allo scambio poetico-visivo tra Marc e la poetessa Else Lasker-Schüler, nonché al tema più ampio delle artiste donne coinvolte nel gruppo.
https://www.smb.museum/ausstellungen/detail/kosmos-blauer-reiter
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