Il Nulla sublime di Thierry de Cordier arriva in Fondazione Prada

Poeta, filosofo e ovviamente artista: Thierry de Cordier è un soggetto sorprendente, con una riflessione profondissima tutta da scoprire. In attesa della grande mostra a Milano vi raccontiamo chi è

Si definisce pensatore, ma è piuttosto un poeta-filosofo che si esprime attraverso le arti visive. Thierry de Cordier (Ronse, 1954) ha un’incredibile capacità riflessiva, dai toni romantici e melanconici, che rileggono la realtà in chiave profonda e mistica. Da giovane, ha vissuto come nomade a contatto con la natura; ora, con oltre settant’anni di esperienza alle spalle, guarda alla natura e alla storia umana da un punto di vista privilegiato. Va oltre la superficie e indaga i misteri insondabili che sono alla base dell’esistenza di ciascun individuo. Quest’anno, da inizio aprile 2025, la Fondazione Prada di Milano gli dedica una grande mostra, che trasforma la sua Cisterna in uno spazio sacro, dove le sue opere raccontano gli esiti di una ricerca più che ventennale sul tema del “nulla”. In attesa di vederla, ecco qualcosa in più sull’artista e sul progetto che porta in scena.

Thierry de Cordier, NADA,. Courtesy Fondazione Prada
Thierry de Cordier, NADA,. Courtesy Fondazione Prada

Chi è Thierry de Cordier 

Di origine belga, de Cordier oscilla tra poesia, filosofia e arte. Ogni sua opera è il risultato di un’indagine profonda. Dopo l’esperienza di nomadismo, ha trovato nel giardino di casa sua il luogo ideale in cui osservare una metafora del mondo da cui prendere ispirazione. Finché, poi, non si è rivolto al mare. Alla contemplazione della sua immensità. Da queste osservazioni della realtà naturale sono nate le sue opere, in cui l’infinitamente piccolo si riflette nell’infinitamente grande. Ciascuna, nel suo significato più profondo, è un tentativo di comprensione del sé e dell’essere umano in generale. 

Il paesaggio secondo Thierry de Cordier

Nella sua poetica, un ruolo centrale è stato dapprima occupato dal paesaggio. “Back to nature” potrebbe essere il suo motto: un adagio che l’ha guidato a ripercorrere spazi desolati, mari color dell’inchiostro e montagne. Punto di riferimento per i lavori legati a questo tema sono le stampe topografiche cinesi del XVII e XVIII Secolo, assieme alle vedute luminose dei paesaggi nordeuropei. Fuga dal mondo, solitudine e malinconia: elementi comuni a entrambi, presenti altresì nell’arte di Thierry de Cordier. 

Il sacro nell’arte di Thierry de Cordier

Un altro tema portante della poetica dell’artista è il sacro. Dio – o meglio, il suo tentativo di comprenderne l’essenza – è il cuore della sua serie di opere calligrafiche. Queste possono leggersi come prova di dare corpo e volto a ciò che è invisibile. È proprio la riflessione sul sacro a dare spunto alla mostra in Fondazione Prada.

Thierry de Cordier. Courtesy Xavier Hufkens
Thierry de Cordier. Courtesy Xavier Hufkens

Thierry de Cordier arriva alla Fondazione Prada di Milano nel 2025

La Fondazione porta per la prima volta nella sua sede milanese di Largo Isarco un grande progetto dedicato a Thierry de Cordier. Un percorso espositivo che trasforma i tre ambienti della Cisterna in luoghi mistici e sacrali: quasi una cattedrale inondata dalla luce che filtra dalle finestre, ma con un significato ben diverso. 
Un giorno, mentre ero immerso nella lettura della biografia del mistico spagnolo San Giovanni della Croce, mi sono imbattuto nel passaggio sul “NADA” (il nulla): ‘Nessuna enfasi, solo rigore assoluto. L’annullamento di se stessi per conoscere l’unica vera realtà…’“. Queste le parole con cui l’artista presenta al pubblico i risultati della sua ricerca sul nulla, portata avanti fin dal 1999.

Il nulla oltre la Crocifissione

NADA è anche frutto del tentativo di “annientare” il significato della Crocifissione, di oltrepassare simbolicamente l’iconografia cristiana radicata da secoli. Questo si compie mediante grandi tele nere quasi monocrome – ma prive di intenti astratti – in cui il cartiglio INRI tradizionalmente affisso alla Croce scompare. Sostituito, invece, da NADA. Le installazioni in mostra, come fossero finestre aperte sul nulla, sono organizzate in trittici maestosi e incombenti. Il pubblico si trova così a contemplare la grandezza di ciò che non è ma comunque esiste, elevandolo al rango di divinità alternativa. Una riflessione potente che invita ad approfondire la propria esperienza religiosa, qualsiasi essa sia.

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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