Le forme del tempo. Le riflessioni di legno di David Dolcini a Piacenza

Dopo l'intervento sul sagrato della chiesa sconsacrata di Piacenza, trasformata con successo in spazio espositivo, il designer si sposta all'interno delle maestose navate per il secondo, meditativo atto del suo progetto

È una mostra di profumo di legno, di luce soffusa e di volumi intrecciati, fieri nei loro abbracci, quella accolta nella maestosa chiesa sconsacrata di Sant’Agostino, a Piacenza. A sorgere come icone laiche negli spazi di Volumnia, raffinato spazio espositivo ideato e gestito dalla gallerista Enrica De Micheli (in attività da 25 anni), sono le essenziali creazioni del designer David Dolcini in un percorso intitolato a Le forme del tempo.

La mostra di David Dolcini da Volumnia

Il titolo stesso è ambizioso: non è semplice dar forma al tempo”, spiega il curatore del percorso Marco Sammicheli, già curatore per design, moda e artigianato di Triennale Milano e direttore del Museo del Design Italiano. Eppure, come passaggi in un mondo sospeso, gli oggetti di Dolcini si fanno meridiane misteriose (e generose) di un tempo che passa, ritorna, si aggiusta.
La mostra è il secondo atto di Dolcini da Volumnia, dopo un primo intervento a dicembre 2024 sul sagrato della chiesa, per la prima volta incluso nel percorso di visita. Elaborazione e distensione di questo primo intervento, gli oggetti realizzati da Dolcini – in alcuni casi apposta per questo spazio – e concentrati nel cuore della basilica sono sculture meditative, che con la loro semplice presenza chiedono di fermarsi e riflettere. “Sono oggetti a trazione poetica: come in un haiku, c’è tutta l’idea del “non finito” che viene completato da chi guarda”, spiega Sammicheli.

David Dolcini with O.10, 2024, fir wood_ legno di abete, 150x175x75 cm, Courtesy Volumnia, Piacenza. Photo Fausto Mazza Studio
David Dolcini with O.10, 2024, fir wood_ legno di abete, 150x175x75 cm, Courtesy Volumnia, Piacenza. Photo Fausto Mazza Studio

Il designer David Dolcini e la serie Timemade

Convogliando ispirazioni dai migliori designer e progettisti mondiali – da Rietveld a Mari, da Yanagi ad Aalto e Scarpa – e traendo linfa dal design scandinavo così come dalla calligrafia giapponese, le opere di Dolcini in mostra sotto le volte di Volumnia  sono una conseguenza diretta della ricerca da lui avviata su questi stessi archetipi anni or sono con il progetto Timemade. Dopo Milano, la Danimarca e un libro con l’Adi Design Museum, questi innesti, tralci, sovrapposizioni e conversi si presentano come nodi plastici dal sagrato all’abside, invitando a una sobria parentesi contemplativa.
Raccogliendo le influenze internazionali mutuate dalle esperienze di Milano, Shanghai e Valencia Dolcini dà prova di un approccio sovranazionale al design, che si incontra – nelle sue alte sedie Spina, come negli specchi Supino e nel grande Portale, salto di scala e concettuale con la sua tradizione familiare di artigianato e falegnameria. Cui deve un’attenzione maniacale al legno, al suo recupero ma anche alla sua cura e lavorazione a mano: “La sua abilità è prima di tutto manuale: non c’è bluff e non c’è fiction”, sottolinea il curatore.

David Dolcini a Piacenza con “Le forme del tempo”

E però non si chiude tutto nell’utilità, il design in generale e questo in particolare, ma si apre a quel “principio consolatorio” che gli oggetti esercitano da sempre sulle persone: “C’è una consolazione negli oggetti: non è solo collectible design ma qualcosa a cui affidi una funzione superiore rispetto a quella tecnica, cioè stare bene”, spiega Sammicheli. “In primis fa stare bene me”, fa eco l’artista, “e mi mette a confronto con temi importanti come i tempi frenetici del design, e la conseguente difficoltà nello studiare e darsi tempo”. Una rivendicazione che, nel tangibile silenzio delle navate, si fa imposizione.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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