Tutta la storia della Fondazione Crespo di Francoforte. Creata da un’artista per altri artisti
In occasione della mostra dedicata a Laura Huertas Millán e Sarker Protick, i due vincitori del primo premio annuale di fotografia della Fondazione Crespo, abbiamo intervistato la sua direttrice Christiane Riedel nella nuova base operativa Crespo Haus
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Sono Laura Huertas Millán (Colombia, 1983) e Sarker Protick (Bangladesh, 1986) i due primi vincitori del premio annuale After Nature. Ulrike Crespo Photography Prize, che la Fondazione Crespo di Francoforte assegna dal 2024, insieme a C/O Berlin, a due artisti di fama internazionale nei campi della fotografia e dei media visivi. Prima della mostra a Berlino, in programma a settembre, le opere sono ora esposte fino al 25 maggio 2025 nell’Open Space della Crespo Haus: la regista colombiana e il fotografo bengalese esaminano, da diverse prospettive e contesti geografici, il modo in cui le strutture coloniali continuano a plasmare il nostro rapporto con la natura, ancora oggi.
Crespo Haus: nuova base operativa della Fondazione Crespo
La Crespo Haus è da ottobre 2024 la nuova base operativa della Fondazione Crespo, l’istituzione privata fondata nel 2001 dalla filantropa e fotografa tedesca Ulrike Crespo (Fulda, Germania, 1950-Francoforte sul Meno, 2019) erede della fortuna della cura dei capelli Wella, per scopi sociali, educativi e artistici. Situato in posizione centrale, accanto al monastero carmelitano, in un edificio degli Anni ’50 ristrutturato (nel tempo è stato un hotel, un’agenzia di viaggi, una piccola compagnia di elettronica e luci) l’Open Space è molto più di un laboratorio con pareti in vetro per la Fondazione Crespo che nasce in una città come Francoforte decisamente multiculturale (la maggior parte degli immigrati vengono dalla Turchia, dall’ex-Jugoslavia e dall’Italia): funge anche da nuovo hub per la sua intera rete di partner pubblici e privati. Ma anche come spazio-eventi: il suo tetto-giardino ospiterà in estate un festival di musica hip hop con danzatori internazionali al fianco di bambini e adolescenti locali, per un workshop di due settimane. Del nuovo premio e dello spirito della Fondazione Crespo, ne abbiamo parlato con la sua direttrice Christiane Riedel.
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Intervista a Christiane Riedel della Fondazione Crespo
Chi era Ulrike Crespo?
Ulrike Crespo era una filantropa, ma anche una psicologa e una fotografa artistica. La sua attenzione era rivolta a pietre, piante e alla natura in genere. Nei primi Anni ’90, ha acquistato una proprietà a West Cork, in Irlanda, che ha progettato come parco per sculture d’arte, poi aperto a residenze artistiche, la Glenkeen Garden Artists Residency. È così che è entrata in contatto profondo con la bellezza della natura, creando bellissimi libri con la sua serie di fotografie.
È da lì che nasce l’idea dell’After Nature Photography Prize?
Dopo la sua morte la Fondazione Crespo ha voluto omaggiare la sua figura, con un premio dedicato alla natura che è molto bella esteticamente, ma anche molto fragile. Siamo la natura, siamo parte della natura. E non c’è una buona relazione tra gli esseri umani e la natura. Ma non sono così pessimista. Uno dei due vincitori, Sarker Protick, ha descritto nel suo lavoro quanto l’arte sia importante per capire ciò che succede nella natura, per imparare da tutti i suoi processi. Dobbiamo imparare. Non possiamo curare il mondo. Ma possiamo farlo migliorare, con più consapevolezza.
A chi si rivolge questo premio?
Siamo interessati a motivare i fotografi, i filmmaker e tutti gli artisti che fanno uso delle lenti a lavorare da un punto di vista artistico sulla natura. Ma senza il diktat della bellezza. L’importante è offrire un punto di vista diverso, cambiare prospettiva, andare oltre la natura.
La storia della Fondazione Crespo
Come nasce la Fondazione Crespo?
Nasce nel 2001 inizialmente per sostenere i giovani musicisti da camera, genere che Ulrike amava molto. Poi la sua filantropia è continuata con un programma che si chiama Saba, come la regina di Saba, dedicato alle donne immigrate in Germania che volevano fare un dottorato in educazione.
Cresciuta in una famiglia di industriali, come ha gestito l’eredità del marchio Wella Haircare?
L’azienda di famiglia è stata venduta all’inizio del 2000. Ulrike Crespo voleva fare qualcosa di significativo con la sua eredità, “dando potere alle persone” attraverso i suoi progetti educativi e sociali, e così ha creato la Fondazione Crespo.
E l’arte come ci è entrata?
Suo nonno Karl Ströher (figlio del fondatore del Gruppo Wella N.d.R.) era antropologo e anche collezionista d’arte: è stato il primo a collezionare Joseph Beuys e a comprare tutte le sue opere quando non era ancora conosciuto. Aveva portato l’arte minimal e la pop-art in Europa. Il gene dell’arte le deriva dal nonno che le ha anche donato parte della sua collezione e del suo patrimonio finanziario.
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Il premio After Nature della Fondazione Crespo
Tornando al premio, qual è la sua mission?
Questo premio, a differenza della Fondazione che sostiene i giovani, è dedicato agli artisti mid career perché dopo una certa età hanno meno possibilità di ottenere supporto finanziario. In questo modo sono incentivati a lavorare sul tema della natura e, nello stesso tempo, aggiornano la propria carriera con mostre in istituzioni di valore come C/O Berlin.
Sono già stati annunciati i nuovi vincitori dell’edizione 2025. Chi sono?
Isadora Romero (1987, Ecuador) e Lisa Barnard (1967, Gran Bretagna). Una fotografa artistica e un’altra, diciamo, scientifica, o tecnico-scientifica di diverse generazioni. Normalmente le fondazioni supportano i talenti giovani, i talenti freschi, non sono così propense a supportare artisti vecchi o femminili, ma noi lo facciamo.
La mostra dei due vincitori della prima edizione del Premio è la prima ospitata nel nuovo spazio Crespo House. Cosa succederà in futuro?
Sì, l’abbiamo lanciato a ottobre 2024 con la prima mostra delle opere della stessa Ulrike. A ottobre 2025, invece, sarà esposta la collezione d’arte della fondatrice che ammonta approssimativamente a 850 opere, soprattutto di artiste donne. Nomi importanti come Miriam Kahn e Kiki Smith, ma anche meno noti perché per lei collezionare significava sostenere gli artisti. Nel campo dell’arte è anche la nostra missione: supportare gli artisti nella loro progettazione.
Claudia Giraud
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