Raccontare l’era contemporanea attraverso la materia. Intervista all’artista Artan Shalsi 

Si è conclusa a gennaio la mostra a Palazzo del Commissario, a Savona, che riuniva i 60 artisti finalisti del premio Arteam Cup 2024. A spuntarla è stato lo scultore albanese di origine e italiano di adozione, decretato all'unanimità vincitore

Dare visibilità e promozione agli artisti finalisti con un progetto espositivo, e contribuire nella crescita professionale dei vincitori: questi sono gli obiettivi principali del concorso artistico nazionale Arteam Cup. Dopo l’esordio nel 2015 a Venezia, in concomitanza con la Biennale Arte, l’iniziativa ha preso forma in diverse regioni d’Italia, passando dal Piemonte all’Emilia, alla Liguria, con mostre ospitate in suggestivi palazzi storici e fondazioni. A riscuotere un notevole successo è stata l’edizione 2022 a Savona, negli spazi di Palazzo del Commissario, dove Arteam Cup ha consolidato la sua presenza in città organizzando le edizioni successive.

Così, per il terzo anno consecutivo, il Palazzo del Commissario sulla savonese Fortezza del Priamàr ha ospitato la mostra degli artisti finalisti al concorso dove, tra i 60 proclamati, hanno tionfato sono stati Silvia Vendramel, Ivano Troisi e Artan Shalsi, il quale è stato decretato all’unanimità dalla giuria vincitore assoluto con l’opera P_M_PV_GR_PVC_DB_FE_24_333 (it spun around and paused for a moment, before exploding into a thousand sparkling and tinkling pieces), aggiudicandosi anche una mostra personale, una monografia e un percorso formativo/creativo. L’abbiamo raggiunto per fargli qualche domanda. 

Intervista all’artista Artan Shalsi

La tua ricerca artistica trae ispirazione dalle forme della scultura classica, reinterpretandole in chiave contemporanea attraverso un sapiente uso dei metalli. Come nasce questa fascinazione e come si sviluppa nel tempo?
Sono sempre stato curioso e affascinato dalla materia e, durante gli studi di scultura, questa sensibilità si è ulteriormente affinata. A un certo punto, ho iniziato a riflettere sui materiali più rappresentativi di ogni epoca e, secondo me, quelli che meglio definiscono la nostra sono l’acciaio inox, l’alluminio e la plastica. Per questo ho scelto di lavorare prevalentemente con questi materiali, pur mantenendo un forte interesse per molti altri.

Dicci di più…
Le ricerche scientifiche continuano a scoprire nuovi materiali straordinari, sia per estetica che per caratteristiche tecniche, e spesso ne rimango così affascinato da lasciarli nella loro essenza, senza intervenire troppo, per concentrare l’attenzione sulla loro presenza intrinseca. Proprio in questa direzione si sviluppa un ciclo di opere su cui sto attualmente lavorando, in cui la materia non viene né definita né modellata, ma semplicemente “contenuta”. Nei primi lavori di questa serie ho utilizzato elementi come il “gas” e il “liquido”.

Albanese di nascita e italiano d’adozione. Cosa ti ha spinto nel 2003 a trasferirti definitivamente in Italia, e più precisamente a Parma?
Il desiderio di vivere un’esperienza diversa e di confrontarmi con una nuova realtà culturale è stato il principale motivo del mio trasferimento in Italia. La passione per l’arte, la storia e la lingua italiana, che già conoscevo, ha reso questa scelta naturale. Inizialmente, il mio arrivo a Parma non era legato a motivazioni artistiche, ma successivamente ho deciso di stabilirmi qui grazie all’inizio di una collaborazione con la Galleria Niccoli, e all’opportunità di realizzare i miei lavori in un’officina meccanica della zona.

Artan Shalsi, P_M_PV_GR_PVC_DB_FE_24_333
Artan Shalsi, P_M_PV_GR_PVC_DB_FE_24_333

Artan Shalsi e l’arte della sottrazione

Come è nata l’opera con cui hai vinto il premio Arteam Cup 2024?
Quest’opera appartiene a una serie di lavori che ho iniziato tempo fa e che si sono sviluppati lentamente nel corso degli anni. Al momento, si suddividono in due cicli distinti ma accomunati dallo stesso concetto: i “ritratti” e i “testi”. Le radici di questa ricerca affondano nei ricordi della mia infanzia e nella mia città natale, profondamente legata alla tradizione iconografica bizantina. Ho sempre avuto davanti agli occhi le icone: immagini intense, cariche di dettagli e di materiali diversi, con gli sguardi che ti seguono, che ti perforano, colori vividi, ori, argenti e pietre preziose. Sentivo però l’esigenza di compiere un percorso inverso rispetto a questa tradizione, sottraendo invece di aggiungere, volevo“annullare”, nascondere, azzerare quasi del tutto, perché la chiave di lettura della mia idea e che la “cancellazione” si fermi prima della completa dissoluzione nel bianco, sfiorando l’invisibilità. La scelta del bianco, inteso come somma di tutti i colori e di tutti i pensieri, è intenzionale. È un invito a rallentare l’osservazione, a intraprendere un percorso meditativo e riflessivo, in contrapposizione alla velocità e alla frenesia della percezione visiva contemporanea.

Un approccio che affonda le radici nel passato.
I testi che utilizzo in questi lavori sono frammenti di memoria, istantanee sospese che non veicolano messaggi definiti. Non voglio imporre un’interpretazione, ma piuttosto invitare e dare la possibilità a chi guarda questi lavori di immaginare la scena suggerita e proiettarla mentalmente nello spazio bianco, come accade con una narrazione o con un fermo immagine cinematografico che prende vita nella mente di chi osserva.

La pratica artistica di Artan Shalsi, “capace di dar voce al silenzio”

Tra le motivazioni della giuria si legge che l’opera è “capace di dar voce al silenzio in un mondo dove, oggi, prevalgono immagini chiassose, rumorose e superficiali”. Sei d’accordo con questa visione del tuo lavoro e del mondo che ci circonda?
La soddisfazione più grande di questa esperienza all’Arteam Cup 2024 è stata proprio la motivazione espressa dalla giuria. Il fatto che abbiano colto e riconosciuto unanimemente il concetto che sta alla base del mio lavoro è per me un’importante conferma. In generale, rifletto molto sulle mie idee e su come tradurle in opere d’arte compiute. Ho anch’io i miei dubbi – e chi non li ha? – ma quando la tua idea viene accolta in pieno e per di più apprezzata (come in questo caso), la gratificazione è massima.

Che forma prenderà la mostra a Palazzo del Commissario per la fase finale di Arteam Cup 2025?
Ci sto già riflettendo, ma è ancora presto per definire i dettagli…

Ulteriori progetti futuri?
Come sempre, procedo lentamente con il mio lavoro. Al momento, sto definendo la mia partecipazione a due mostre collettive previste per quest’anno.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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