Arte e memoria al Memoriale della Shoah di Milano. Intervista all’artista-poeta Marcello Maloberti
A partire dalla sua installazione permanente sulla facciata del Memoriale, Marcello Maloberti ha pensato a un progetto espositivo che riflette sul valore della memoria attraverso la poesia. Ne parliamo con lui

Fino al 16 marzo 2025, il Memoriale della Shoah di Milano ospita la mostra Tu sei la memoria della mia notte di Marcello Maloberti (Codogno, 1966), un progetto che nasce dall’installazione permanente Invitami notte a immaginare le stelle, realizzata nel 2023 sulla facciata del Memoriale. L’opera, ispirata alle parole della Senatrice Liliana Segre, mette in relazione interno ed esterno, passato e presente, invitando il visitatore a riflettere sul valore della memoria. Una mostra che amplia la riflessione con quattro nuove opere, dando vita a un dialogo profondo tra arte e storia, tra l’artista e la Senatrice Segre. Un percorso che interpella chi osserva e lo rende parte attiva della testimonianza. Abbiamo rivolto alcune domande a Marcello Maloberti per approfondire il senso di questo progetto.

Intervista a Marcello Maloberti
La tua opera Invitami notte a immaginare le stelle accoglie i visitatori del Memoriale con una frase evocativa. Come è nata questa installazione e qual era il tuo obiettivo nel collocarla sulla facciata?
L’idea di questo lavoro nasce dalla collaborazione con Fabio Fazio, la Rai e il Memoriale della Shoah che, in occasione del Giorno della Memoria 2023, hanno svelato al pubblico l’installazione durante la diretta del programma Binario 21. Si tratta di un’opera site specific permanente che io e la Galleria Raffaella Cortese di Milano abbiamo donato al Memoriale della Shoah e alla città di Milano per lasciare un segno che potesse in qualche modo sottolineare l’importanza di questo luogo. La frase al neon bianco, INVITAMI NOTTE A IMMAGINARE LE STELLE, diventa luce, funge da “insegna temporale” e luogo metafisico d’incontro con il visitatore. La scritta ricalca la grafia della Senatrice a vita Liliana Segre. Per me era molto importante riuscire a trascrivere un messaggio di forza che potesse invitare il pubblico a immaginare nuovi futuri possibili, proprio dove sembrano non essercene più.
Un messaggio fatto di parole potenti…
Ho pesato parola per parola in modo tale che si sposasse con il cielo e il concetto di infinito. Come dico spesso bisogna generare parole e non comporle. La poesia è in grado di toccare le problematiche in punta di piedi. La frase rimanda alla storia e ai racconti della Senatrice che, quando si trovava ad Auschwitz, riusciva a trovare un lieve conforto e speranza osservando il cielo e le stelle.
Questa mostra amplia il dialogo con il luogo e con la memoria storica. Qual è stato il processo creativo?
La nuova mostra TU SEI LA MEMORIA DELLA MIA NOTTE ricalca il legame che si è instaurato con la Senatrice e con il Memoriale della Shoah di Milano. La mostra, curata da Diego Sileo e realizzata in collaborazione con il PAC Padiglione d’arte Contemporanea di Milano, nasce come rimando all’installazione permanente realizzata per la facciata del Binario 21 nel 2023. La volontà era quella di creare un legame tra interno ed esterno.

In cosa consistono le nuove opere e come si intrecciano con il tema dell’indifferenza, così centrale nel pensiero della Senatrice Segre?
Per questa occasione sono state proposte quattro opere inedite: tre MARTELLATE su carta e una nuova installazione luminosa. Le opere su carta riprendono le frasi preparatorie a quella che nel 2023 è diventata poi la frase realizzata per la facciata: INVITAMI NOTTE A IMMAGINARE LE STELLE. Mentre la nuova installazione luminosa, che dà il titolo alla mostra, carica lo spettatore di responsabilità, quella di non dimenticare mai e di non rimanere indifferenti agli eventi che fanno parte della nostra memoria collettiva. Tutte le opere proposte sono state realizzate con la grafia di Liliana Segre, creando un vero e proprio lavoro a quattro mani. Lavorare con la senatrice Liliana Segre è stato per me un grande onore. Il suo carattere forte e la sua tenacia mi affascinano, la sua esperienza ci aiuta a prendere consapevolezza ed amare ogni istante della vita.
Nel tuo lavoro la parola e il linguaggio rivestono un ruolo centrale, trasformandosi in materia visiva e concettuale. Come hai scelto le frasi presenti in questa mostra e in che modo il loro impatto emotivo dialoga con lo spazio del Memoriale?
Ho deciso di rispondere alle tue ultime domande con due MARTELLATE, che sono la forma di scrittura più pura per me. Sono la mia storia dell’arte e la mia filosofia. Sono il filo che unisce la mia vita al mio lavoro. Le Martellate, a partire dal 1990, hanno formato un ampio almanacco di dichiarazioni politiche ma anche amorose, aforismi e atti poetici legati al sacro:
LA PAROLA È IL SOGNO DELLA VOCE
Il tuo lavoro si nutre spesso di memoria collettiva e di frammenti di vita quotidiana. C’è stato un momento particolarmente significativo o un incontro che ha influenzato la tua ricerca per questo progetto?
SPORCARSI CON LA REALTÀ
Arianna Rosica
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