Riscoprire Carla Badiali, signora dell’Astrattismo. La mostra a Milano

La galleria M77 di Milano riscopre l’opera dell’artista coprendo con oltre 60 opere un arco di tempo compreso tra la metà degli Anni Venti e gli Anni Ottanta

La M77 Gallery di Milano ospita una grande retrospettiva che riporta alla ribalta la straordinaria personalità di Carla Badiali (Novedrate, Como, 1907 – Como, 1992), una delle figure di spicco del rinomato gruppo degli astrattisti comaschi. La mostra, intitolata Geometria e poesia e curata da Luigi Cavadini, copre un arco di tempo compreso tra la metà degli Anni Venti e gli Anni Ottanta e presenta oltre sessanta opere, tra dipinti, disegni e collages, che testimoniano l’itinerario stilistico di un’artista che ha saputo coniugare rigore geometrico e sensibilità poetica, diventando una delle protagoniste dell’Astrattismo in Italia.

La mostra di Carla Badiali a Milano

A pianterreno si parte con una parete dedicata ai dipinti giovanili, ancora figurativi, a cominciare dal delicato Autoritratto a pastello del 1926. Ma proseguendo il percorso troviamo un’ampia campionatura dei suoi precoci (e già compiutamente risolti) lavori ispirati all’astrattismo geometrico, perseguiti con mano sicura e fermi propositi fin dai primi anni Trenta. Dipinti come la Composizione n. 12 del 1935-36, strutturati da superfici rese con colori piatti e delimitate da marcati contorni neri, alternano aree ortogonalmente definite a sagome che, come stirate da un’interna inquietudine, si tendono e si inarcano generando relazioni spaziali più dinamiche e nervose. 

Carla Badiali, Geometria e Poesia, M77 Gallery, Milano, 2025
Carla Badiali, Geometria e Poesia, M77 Gallery, Milano, 2025

Le opere di Carla Badiali

Altri, come la mirabile Composizione in rosa n. 152 (1938) – qui significativamente accostata al suo disegno progettuale, che ne delinea lo scheletro compositivo – si articolano secondo un canone rigorosamente ortogonale. Quest’ultima opera, già esposta nel 1942 alla Biennale di Venezia del 1942 nella Sala del Futurismo, testimonia in modo esemplare una spontanea capacità, come ebbe a notare Marco Valsecchi, di “portare la geometria al grado di sentimento”: il rigore geometrico si affina e si ammorbidisce qui in una sorta di sospensione lirica, attraverso il raggiungimento di un cromatismo morbido e compatto che evolve in toni leggermente digradanti: attraverso un sapiente gioco di impercettibili velature possiamo così vedere un grigio antracite stemperarsi progressivamente in un pallore perlaceo, o un bruno notturno intiepidirsi a poco a poco virando verso l’ocra.

Carla Badiali e la lezione di Kandinskij

Troviamo poi ampiamente documentato un ciclo di lavori intitolato Le vent se lève, messo a punto all’inizio degli Anni Quaranta, in cui tutto è affidato alla danza libera e volubile della linea, con un’intonazione musicale memore di pregressi studi di pianoforte e della fruttuosa meditazione della lezione di Kandinskij. Ma questa leggerezza gioiosa si spegnerà negli anni successivi, che vedranno le atrocità della guerra e gli ultimi tremendi rigurgiti della dittatura. L’artista ne è pesantemente toccata, personalmente e negli affetti famigliari, e collaborerà con la Resistenza servendosi della sua abilità manuale per creare falsi documenti che contribuirono a salvare la vita di molti perseguitati e fuggiaschi. Seguirono anni difficili, con l’arrivo dei figli e i postumi della terribile esperienza bellica, durante la quale ebbe a subire anche la prigionia nella famigerata “Villa Triste” di Milano. Ma continuando il percorso espositivo arriviamo a intravedere il lento riaffiorare della creatività negli anni Cinquanta, e la ripresa più decisa del lavoro pittorico nel decennio seguente, contraddistinto dalla partecipazione alla Biennale del 1966 e ormai affiancato dalla parallela attività di disegnatrice tessile.

L’Astrattismo Comasco

Al piano superiore possiamo poi seguire l’ultimo periodo dell’artista, caratterizzato anche da un grande numero di collages, oltre a un breve excursus sull’Astrattismo comasco, con l’esposizione di opere di riconosciuti maestri come Mario Radice, Manlio Rho e Carla Prina, con cui Badiali ha avuto stretti rapporti durante la sua carriera, distinguendosi in questo piccolo Olimpo lombardo per un suo inimitabile carattere di levità esecutiva e di soave palpitazione cromatica.

Alberto Mugnaini

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Alberto Mugnaini

Alberto Mugnaini, storico dell’arte e artista, si è laureato e ha conseguito il Dottorato di Ricerca all’Università di Pisa. Dal 1994 al 1999 ha vissuto a New York, dove è stato tra i fondatori del laboratorio di design “New York…

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