Generare le stelle. La mostra di g.olmo stuppia a Venezia 

Fino al 30 marzo 2025, è possibile visitare Katasterismós, titolo del nuovo progetto site specific di g.olmo stuppia (Milano, 1991), dedicato al film Sposare la notte Ep.V. L’intenso lavoro espositivo è allestito presso SPUMA Space for the Arts, ex birrificio sull’isola della Giudecca a Venezia. Il progetto dell’artista, alla sua seconda personale nella laguna, si […]

Fino al 30 marzo 2025, è possibile visitare Katasterismós, titolo del nuovo progetto site specific di g.olmo stuppia (Milano, 1991), dedicato al film Sposare la notte Ep.V. L’intenso lavoro espositivo è allestito presso SPUMA Space for the Arts, ex birrificio sull’isola della Giudecca a Venezia. Il progetto dell’artista, alla sua seconda personale nella laguna, si presenta come una rapsodia elegiaca. Infatti, Sposare la notte si configura come un catasterismo, ovvero generatore di stelle: sculture in tessuto, fotografie, collaborazioni con altri artisti. Perché l’arte è anche collettività, non è un caso che l’ingresso per visitare l’esposizione sia libero. 

La mostra Katasterismós di g.olmo stuppia a Venezia 

Katasterismós, un film che si configura tra sacro e profano, poesia e concretezza, si inserisce, insieme a un ciclo di sculture e fotografie, in un ambiente in cui si alternano luce e tenebra, andando a carpire anche il modus operandi di stuppia. In particolare, andando a esplicitarle scelte di colore e forma dell’artista veneziano d’adozione, visibili plasticamente sintetizzate nel quinto episodio di Sposare la notte, ciclo nato nel 2022 nell’ambito del Public Program del Padiglione Italia per la 59. Esposizione Internazionale d’Arte alla Biennale di Venezia, a cura di Eugenio Viola. 

L’emigrazione nelle opere di g.olmo stuppia 

La mostra, a cura di Giuseppe Amedeo Arnesano, Elena Cera e Giulia Gelmi, si propone l’audace tentativo di immergere il pubblico in un ambiente popolato da sculture in tessuto e argilla, nonché nell’opera-video Sposare la notte Ep.V in 4K, girata con Flir Camera e montata da Domenico Palmeri e Gerardo Brentari. Conclude l’esperienza espositiva un ciclo di stampe pregiate, realizzate per l’occasione. L’evento, dotato di due ingressi, contestualizza l’architettura stessa dello spazio che la ospita, immergendosi, facendole assumere valore performativo, abbracciando in forma intimista le ragioni più profonde della massiccia emigrazione dall’Italia e da tutti i Sud del mondo, di ieri e di oggi, attraverso l’archetipo mitologico del viaggio e dell’approdo all’isola, cucendo all’éthos europeo le speranze di un (distopico?) nuovo mondo, irraggiungibile. L’approdo è la libertà: la si raggiunge attraverso la deriva, cucendo insieme, ogni giorno, le lacerazioni delle comunità socialmente ed emotivamente emarginate. 

Non solo Venezia: il futuro internazionale della mostra Katasterismós 

E anche la mostra viaggierà, per incontrare altri Paesi, volti che la osservano, riflettendo. Dopo Venezia, farà infatti tappa a Parigi, Palermo, Milano e New York. Da queste esplorazioni, nascerà il catalogo edito da Postmedia Books (Milano), dal titolo Katasterismós. Una deriva dentro “Sposare la notte”. 

Ilaria Introzzi 

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