Jannis Kounellis, Maria Lai e Lucio Pozzi sono in mostra all’Istituto Italiano di Cultura di New York
Per ciascuno dei tre artisti del Novecento italiano, tutti con profondi legami con gli Stati Uniti, è presentata un’unica opera proveniente dalle mostre in corso a Magazzino Italian Art

“Un’opera d’arte dovrebbe essere vista per più giorni e guardata in silenzio e da soli, in uno spazio vuoto, cosa che purtroppo nessun museo ci offre“. Questa frase di Maria Lai (Ulassai, 1919–Cardedu, 2013) introduce il senso della mostra in corso fino al 13 maggio all’Istituto Italiano di Cultura di New York, che si concentra su una sola opera della stessa Lai, una di Jannis Kounellis (Il Pireo, 1936–Roma, 2017) e una di Lucio Pozzi (Milano, 1935).
La mostra organizzata in collaborazione con Magazzino all’Istituto Italiano di Cultura di New York
Tre artisti italiani, tutti con profondi legami con gli Stati Uniti. “I tre artisti in mostra hanno tutti instaurato legami duraturi e significativi con gli artisti e il pubblico americano, quel tipo di rapporti che Magazzino si impegna a promuovere”, hanno commentato Nancy Olnick e Giorgio Spanu, fondatori di Magazzino Italian Art, che ha collaborato all’organizzazione della mostra. Che non a caso si intitola Dialogues Between Italy and America Jannis Kounellis, Maria Lai and Lucio Pozzi: “Siamo orgogliosi di collaborare con l’Istituto Italiano di Cultura di New York per portare il loro lavoro e la nostra programmazione nel cuore di Manhattan“.

La mostra all’Istituto Italiano di Cultura di New York: l’opera di Jannis Kounellis
Le tre opere esposte corrispondono infatti alle mostre in corso a Magazzino: Maria Lai. A Journey to America (visibile fino al 28 luglio), Lucio Pozzi: qui dentro / in here (aperta fino al 23 giugno) e la collezione permanente dedicata all’Arte Povera di cui Jannis Kounellis è uno dei principali rappresentanti. La sua opera di grande formato Senza titolo (Omaggio a Fontana), del 1986, allude alle tele tagliate dell’artista italiano Lucio Fontana, tramite l’incisione sulla superficie di piombo dei pannelli che la compongono. L’artista trasforma, così, il materiale in un campo di tensioni materiche e spaziali.
La mostra all’Istituto Italiano di Cultura di New York: l’opera di Maria Lai
Per Ille di Maria Lai, 1984 è, invece, un’installazione che documenta la collaborazione con la cantante Ille Strazza. In quell’anno, Strazza eseguì una melodia originale ispirata ai libri cuciti della Lai: la performance si svolse su un palco progettato dall’artista dove, a definire lo spazio della performance, vi era un fondale scenico cucito di fili e segni, con la voce di Ille che animava lo spartito silenzioso dell’artista. L’opera consiste in un libro cucito che diviene partitura da leggere e da ascoltare, mentre il fondale scenico si trasforma in una mappa cosmica.

La mostra all’Istituto Italiano di Cultura di New York: l’opera di Lucio Pozzi
Infine c’è l’opera realizzata appositamente per questa mostra da Lucio Pozzi, che attualmente festeggia il suo 90° compleanno. Noto per il suo eclettismo, con Consular Relocations – una installazione di 14 elementi distinti ma interconnessi, ognuno dei quali prende il nome da una divinità marina della cultura greco-romana – Pozzi dimostra il suo interesse per la percezione spaziale e l’interazione tra colore, forma e struttura.
Claudia Giraud
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