Anche i grandi artisti contemporanei giocano con le parole. La mostra a Vasto
Alla galleria Sangallo Fine Art di Vasto arrivano i giochi e le sperimentazioni verbo-lessicali di cinque artisti contemporanei: Alighiero Boetti, Mario Ceroli, Emilio Isgrò, Salvo e Ben Vautier

Il prologo di Testuale, in mostra in questi giorni con Alighiero Boetti, Mario Ceroli, Emilio Isgrò, Salvo e Ben Vautier, a cura di Lorenzo Madaro, presso la Sangallo Fine -Art Galleria d’arte moderna di Vasto, è documentato nell’estate del 1979. In quell’anno, le architetture tardobarocche della Rotonda di via Besana a Milano ospitavano la rassegna internazionale intitolata Testuale, a cura di Luciano Caramel e Flavio Caroli. Un’esperienza di respiro internazionale dedicata alle sperimentazioni concettuali, verbo-visive e di poesia concreta. Oggi, a distanza di quarant’anni, da Sangallo Fine Art ritroviamo nelle opere dei cinque protagonisti dell’epoca (ad eccezione di Ceroli, che ai tempi non era presente alla rassegna milanese) un’importante riflessione sperimentale sul concetto di pratica artistica, legata fortemente a elementi come la parola, il testo e la scrittura.
“Testuale”: una mostra sul potere della parola a Vasto
La mostra esprime lavori e contenuti di grande potenza simbolica e linguistica che, ancora oggi, riescono a generare unicità di pensiero e azione. Oltre a rappresentare una pagina importante nella storia dell’arte contemporanea, le opere in esposizione pongono in evidenza come gli artisti verbo-concreti si concentrino sull’aspetto fisico e materiale del testo, disarticolando il significato intrinseco dell’opera per mettere in evidenza il suono, la struttura e la visibilità delle parole.
Gli artisti in mostra da Sangallo Fine Art a Vasto
Alighiero Boetti, Emilio Isgrò e Mario Ceroli
Di Alighiero Boetti leggiamo i piccoli arazzi afgani, densi di multiculturalismo e ironia, mentre le cancellazioni concettuali di Emilio Isgrò accentuano le evoluzioni nel processo verbo-visivo. Nell’opera di Mario Ceroli, caratterizzata da uno spiccato discorso sui materiali, come il legno grezzo, prende forma la sostanza del “lessico visivo“.
Salvo e Ben Vautier
Concludono l’esposizione le iconiche lapidi di Salvo, che con declinazioni ironiche, narrative e riflessive amplificano la dimensione concettuale, e i versi irriverenti di Ben Vautier, tra i più attivi dei Fluxus, che s’interroga e fa riflettere sulle questioni legate all’arte e alla vita. A dispetto di oggi, in cui notiamo che il senso dell’arte viene continuamente tradito a favore delle leggi di mercato, in questo contesto l’arte è un linguaggio che sfida le convenzioni tradizionali, aprendo continuamente a nuove possibilità di comprensione e di espressione.
Giuseppe Amedeo Arnesano
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