Anche il MAXXI di Roma ospiterà le opere del Centre Pompidou durante la sua chiusura. La mostra nel 2027
Il prossimo settembre, il museo parigino chiuderà per ristrutturazione fino al 2030. Nasce in questo contesto il programma “Costellation”, che porterà le opere della collezione permanente del Pompidou in giro per la Francia e nel mondo. Anche a Roma

Costellation è il titolo che il Centre Pompidou ha scelto per ribattezzare il programma che, tra il 2025 e il 2030, prenderà forma fuori dalle mura del polo museale parigino, durante il lungo periodo di chiusura necessario per completare gli importanti lavori di ristrutturazione dell’edificio inaugurato nel 1977, su progetto di Renzo Piano e Richard Rogers.
Il Centre Pompidou chiude per ristrutturazione
Dell’ambizione del cantiere, affidato allo studio di architettura franco-giapponese Moreau Kusunoki, si è parlato a lungo, anche in relazione al disagio causato dallo stop prolungato, dovuto alla complessità delle operazioni da intraprendere per adeguare il complesso – mai ristrutturato prima d’ora – agli standard moderni, eliminando innanzitutto l’amianto delle vecchie superfici. Dopo le prime chiusure parziali già attuate (ai livelli 2 e 5, dove sono il Museo Nazionale d’Arte Moderna con la collezione permanente del centro e la Biblioteca), alla fine di settembre 2025 il Centre Pompidou chiuderà le porte al pubblico, per non riaprire prima del 2030 (i lavori partiranno solo nella primavera 2026).
Dunque il piano espresso da Costellation è quello di traslare l’approccio del Pompidou altrove, coinvolgendo importanti istituzioni culturali parigine, francesi e di tutto il mondo in un’operazione di prestiti, eventi e mostre diffuse, per ospitare temporaneamente la collezione del museo e raggiungere una platea quanto più ampia possibile.

Le mostre diffuse di “Costellation” in Francia
Gran parte delle iniziative si concentrerà proprio su Parigi, considerando che il 70% dei visitatori del Centre Pompidou proviene dalla regione dell’Ile-de-France: al riallocamento temporaneo della Biblioteca, già trasferita presso palazzo Lumiere nel XII arrondissement, si sommeranno diversi progetti espositivi a lungo termine promossi con il contributo di numerose istituzioni cittadine. Anche il Louvre partecipa all’operazione, ospitando fino a luglio 2027 la mostra Objets; ma collaborazioni future sono già in programma con il Musée d’Orsay, L’Orangerie, il Musée Rodin, la Cité de L’Architecture. Nell’estate 2026, inoltre, è prevista l’inaugurazione di una nuova sede distaccata del Pompidou, focalizzata sulla conservazione e il restauro: il Centre Pompidou Francilien – Fabrique de l’art. Il centro aprirà a Massy, nell’Ile-de-France, e accoglierà circa 140mila opere provenienti dal Musée National d’Art Moderne del Pompidou e 10mila dal Musée National Picasso di Parigi, nella forma di spazi-deposito parzialmente accessibili al pubblico.
Il network di Costellation toccherà, poi, tutte le istituzioni culturali francesi già in rete con il Pompidou. Rientra in questa operazione anche la mostra che a Metz mette in relazione il lavoro di Maurizio Cattelan – qui curatore del progetto – con le opere in arrivo da Parigi, in programma a partire dal prossimo 8 maggio (e fino al 2 febbraio 2027). Ma diverse iniziative raggiungeranno anche Lione, Lille, Tolone, il Principato di Monaco e Montpellier (dove all’inizio del 2026 sarà replicato il progetto Mille Formes, già sperimentato dal Pompidou nel 2019, per mettere in relazione i bambini fino a 6 anni con l’arte contemporanea).
La collezione del Centre Pompidou in viaggio nel mondo
Sul fronte internazionale, la chiusura del Centre Pompidou offrirà l’opportunità a diversi musei del mondo di ospitare mostre di alto profilo, a partire dalla collezione del Musée National d’Art Moderne. Il progetto prenderà forma innanzitutto a Malaga e Shangai, nelle sedi internazionali del Pompidou; ma poggerà anche su nuove partnership, strette per l’occasione. Con la Fundacion La Caixa, la collezione raggiungerà diverse città della Spagna; l’accordo con l’H’Art Museum di Amsterdam produrrà, invece, tre mostre dedicate rispettivamente a Costantin Brancusi (2025), Henri Matisse (2026), Surrealism (2027) e Fernand Léger (2028).

Le opere del Centre Pompidou in mostra al MAXXI di Roma nel 2027
Ma anche l’Italia beneficerà dell’operazione. Come anticipato dal direttore artistico del MAXXI di Roma, Francesco Stocchi, alcune opere della collezione raggiungeranno anche il museo capitolino: “Una delle prime collaborazioni che il Pompidou ha voluto sviluppare con l’Italia è stata quella con noi. Stiamo lavorando con il curatore del Centro, Philippe Alain-Michaud, a una mostra che si terrà nel 2027”. Poche, per ora, le anticipazioni sul tema: “Posso solo dire che sarà una mostra che ragionerà sull’idea del fare, del fare arte, del realizzarla” ha spiegato Stocchi all’Ansa “E quindi anche dell’includere nel processo creativo quello che è il caso, l’errore. Insomma tutto ciò che è diverso dal pensare, che viene dal ragionamento, per esaltare invece il fare e la creazione“. Sul progetto i due musei stanno già lavorando da tempo: l’accordo risale alla direzione di Alessandro Giuli, prima che diventasse Ministro della Cultura.
Livia Montagnoli
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