Arte contemporanea al Gazometro di Roma. Una mostra e le visite guidate alla struttura
Inaugurato nel 1937, il Gazometro di Roma era all’epoca il più capiente d’Europa. Eni ne sta curando il rilancio, tra festival, arte contemporanea, transizione ecologica. Come la rassegna “Arte al Gazometro”, che apre le porte il 12 aprile 2025 grazie al FAI

L’ormai consolidato appuntamento con Videocittà, Festival della Visione di Roma che si appresta a presentare la sua ottava edizione, andrà in scena dal 3 al 6 luglio 2025. Ma l’area archeologica industriale del quartiere Ostiense, segnalata dalla struttura imponente del Gazometro, è da tempo al centro di un processo di riqualificazione e rilancio che sempre più spesso, durante l’anno, la vede al centro di iniziative che hanno a che fare con l’arte contemporanea e la cultura tout court.
Il Gazometro di Roma e la rigenerazione del quartiere Ostiense
All’area dell’ex Officina San Paolo – come si chiamava in origine il polo produttivo raccolto intorno al Gazometro Ostiense, progettato nel 1909 e costruito nel 1935-37 dalla società Ansaldo, quando divenne il più grande d’Italia e d’Europa nel suo genere, alto 90 metri con un diametro di 60 e 200mila metri cubi (di gas) di capienza, adibito alla produzione e allo stoccaggio del gas per l’illuminazione di Roma – è stato da tempo riconosciuto lo status di luogo simbolo dell’archeologia industriale urbana. Ma è stato necessario un impegno mirato alla rigenerazione, volto a trasformare un sito a vocazione industriale in un polo di innovazione tecnologica sostenibile, affinché la città iniziasse davvero a riappropriarsi del suo “Colosso di ferro”. Negli ultimi anni (a partire dal 2006), Eni, proprietaria del complesso, ha bonificato l’area in collaborazione con il Comune, per fondarvi il più grande distretto di innovazione della Capitale, ROAD – Rome Advanced District: “luogo di sperimentazione creativa per soluzioni legate alla transizione energetica”, in stretta comunicazione con le altre realtà formative e gli incubatori di startup sorti nel quadrante Ostiense, dall’Università RomaTre al Talent Garden, a NABA. L’operazione ha ridato linfa all’intero quartiere, nel quadrante sud della Capitale, stretto tra la Basilica di San Paolo, il Tevere e la Piramide Cestia.

Arte al Gazometro. La seconda edizione sui “Punti di vista”
Nell’ambito di questo processo, nel 2024 ha debuttato il programma espositivo di arte contemporanea Arte al Gazometro (con la mostra Energie Contemporanee a cura di Spazio Taverna, ispirata alla manifestazione ideata nel 1974 da Achille Bonito Oliva e allestita dall’architetto Piero Sartogo nel parcheggio sotterraneo di Villa Borghese). Quest’anno si replica con la mostra Punti di vista, allestita dallo scorso 28 marzo e fino al 21 luglio, a cura di Marco Capasso in collaborazione con la Galleria Il Sole di Fabio Ortolani. Un nuovo percorso tra installazioni e progetti audiovisivi attraverso le opere di diciannove artisti figurativi, tra cui Mimmo Paladino (che firma il manifesto ufficiale della rassegna), Ernesto Morales, Atak, Severin Gambier, Erk14, Vera Flux, Lorenzo Capolupi, per rileggere il paesaggio industriale in chiave contemporanea.
La mostra sarà aperta al pubblico sabato 12 aprile, in occasione della giornata organizzata in collaborazione con il Fondo Ambiente Italiano (FAI), che dal 2024 cura le visite guidate straordinarie al sito, previa prenotazione online sulla piattaforma dedicata (durata della visita 1 ora e 40 minuti, ingresso da Via del Commercio 9/11).

Tutte le iniziative artistiche al Gazometro per il 2025
Nel corso dell’anno, nell’ambito di una collaborazione già avviata tra MAXXI ed Eni, verrà presentata al Gazometro l’opera di Maurizio Nannucci More than meets the eye, parte della collezione del MAXXI e qui messa in dialogo con l’architettura industriale del sito. Nella seconda parte dell’anno, invece, un progetto realizzato in collaborazione con un’importante istituzione museale di Roma consentirà al pubblico di visitare una mostra dedicata alla valorizzazione di un’opera di alto valore selezionata dal patrimonio artistico di Eni, a confronto con un’esposizione di giovani talenti che reinterpretano secondo il loro linguaggio artistico l’opera. Mentre sempre Marco Capasso cura, con AGI, il racconto audiovisivo che ripercorre la metamorfosi del Gazometro con immagini storiche e visioni future.
Livia Montagnoli
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