Una vera mostra d’arte negli spazi comuni di un hotel. Gabriele Picco a Firenze 

Con un linguaggio onirico, al Lungarno Hotel, Gabriele Picco racconta un mondo fantastico in cui nuvole e cielo entrano a far parte di un vocabolario visivo che crea un dialogo tra infanzia, attualità e storia dell’arte

È un fabbricatore di sogni Gabriele Picco (Brescia, 1974) che, con la sua arte fatta di immagini e parole, crea un mondo fantastico che unisce ricordi, sogni e fantasie. Il suo linguaggio è onirico ed evoca un immaginario surreale che, attingendo direttamente all’inconscio, richiama con tenerezza e un pizzico di nostalgia la dimensione dell’infanzia. La poetica di Picco si caratterizza per una vocazione alla narrazione che si esprime attraverso parole e immagini in una pluralità di linguaggi che, nutrendosi reciprocamente, si rinnova costantemente. L’universo dell’artista è popolato da diversi personaggi, come L’addomesticatore di nuvole, che dai romanzi fanno capolino nelle opere e viceversa, fino a diventare oggi i protagonisti della mostra Carrying a Cloud, a cura di Valentina Ciarallo, negli spazi del Lungarno Hotel di Firenze.  

Le nuvole nella poetica di Gabriele Picco 

L’esposizione che si compone di opere per lo più inedite, presenta un focus sulla produzione dedicata al cielo e alle nuvole. “Soggetti ricorrenti nella ricerca di Picco”, ha affermato Valentina Ciarallo, “dal momento che, per il loro essere sospesi tra cielo e terra, concreto e l’effimero, reale e immaginario, gli consentono di esplorare i rapporti ossimorici tra temi universali, come la vita e la morte, il sogno e la realtà, soffermandosi sulle contraddizioni dell’uomo e della società contemporanea; sulla scia della dimensione artistica pasoliniana evocata nel cortometraggio Che cosa sono le nuvole del 1967”.  

Il percorso espositivo al Lungarno Hotel di Firenze 

Il percorso si apre con l’inconfondibile Nuvola, parcheggiata nella lounge dell’hotel – in una versione realizzata appositamente, con la storica Fiat 500 modello D, color crema, del 1964 e la nuvola di proporzioni irreali caricata sul portapacchi – e presenta opere in cui le nuvole, intese come allegorie della vita, acquistano una dimensione poetica che Picco declina in diverse modalità: schizzi, disegni, sculture e scrittura. Opere astratte in cui le “nuvole appaiono come forme mistiche, impalpabili ed evanescenti, dalle sagome insolite e inafferrabili, che rimandando a un universo infinito di possibilità, oltre che alla storia dell’arte” osserva la curatrice, “si alternano ad altre figurative dal carattere naïf e fanciullesco”. Infatti, nelle opere di Picco, sono ricorrenti, sempre in chiave ironica, a tratti dissacrante, i rimandi alla storia dell’arte e all’attualità, da Fontana a Chris Burden (spiegato a sua figlia) per arrivare a popolari personaggi dell’immaginario collettivo.  

L’ampio orizzonte di Gabriele Picco 

A proposito di cieli bisogna osservare che l’orizzonte dell’artista è tanto ampio da indurlo a varcare i confini dell’opera, non solo attraverso la scultura, ma proprio rompendo la quarta parete che generalmente, come una barriera invisibile, separa l’arte dalla realtà. “Prima, ho deciso di porre degli uccellini direttamente sulle cornici dei dipinti (che sarebbe meglio definire installazioni), che, proprio come il gabbiano protagonista del mio romanzo Cosa ti cade dagli occhi, del 2010, bucano il cielo (la tela) mossi dalla curiosità di scoprire cosa ci possa essere oltre” racconta l’artista. “Poi, guidato da impulso spontaneo, sono intervenuto sulle pareti stesse delle sale, con piccoli disegni da scovare come in una caccia al tesoro”.  

Gabriele Picco: una ricerca in costante evoluzione 

“Data la vocazione all’accoglienza e all’ospitalità dell’Hotel Lungarno, abbiamo scelto di rappresentare un mondo di sogno, focalizzando la mostra su questo specifico aspetto della ricerca dell’artista che” ha sottolineato Valentina Ciarallo “si compone di numerose sfaccettature. Già alla prossima edizione di Miart”, ha aggiunto Picco “sarò presente con un’installazione inedita, a cui sto pensando e lavorando da parecchio tempo, di carattere sociale. Un’opera che, con il provocatorio titolo Pasticceria Italia, si propone di affrontare ancora una volta in maniera ficcante e ironica l’italianità in termini di storia e identità”. 

Ludovica Palmieri 

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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