L’opera di carta lenta e pregiata dell’artista coreana Minjung Kim. Da Robilant+Voena a Milano
Il decennale lavoro dell'artista sudcoreana è un momento di riflessione frutto di uno sguardo poetico e di una grande pazienza: in ogni opera ci sono tra i tremila fino ai cinquemila frammenti

È un silenzioso carnevale di carta, quello dell’artista coreana Minjung Kim, che con le sue sottilissime strisce, appena sovrapposte le une alle altre, crea mondi ora sognanti ora meditativi. E sempre poetici. Osservare i suoi lavoriè come guardare il tempo stesso dipanarsi: ci vogliono dopotutto ore all’artista, residente per oltre trent’anni in Italia e ora di stanza tra USA e Francia, per creare le sue grandi opere in carta di gelso, una parentesi di lentezza quasi sfacciata nella Milano delle grandi fiere e degli eventi a mille. La sua è una lezione di necessarie Ripetizioni, che ora vanno in mostra da Robilant+Voena, in Via della Spiga, in una personale che segue il successo delle tre già tenute per lei dalla galleria.











La mostra di Minjung Kim a Milano
“La carta non la taglio mai, prima di sovrapporla, la brucio soltanto. Prende fuoco in un attimo, perché ogni strato è molto sottile: devo essere completamente concentrata su quello che sto facendo per spegnerla in fretta. È un gesto che mi ossessiona, ogni tanto penso che mi dia dipendenza”, spiega l’artista, nata a Gwangju, in Corea del Sud, nel 1962. Trasferitasi a Milano negli Anni Ottanta, Kim si è diplomata a Brera nel ’91, sviluppando una particolare fascinazione per i pittori astratti occidentali come Fontana, Burri, Klee e Kline. Nelle sue opere queste impressioni si fondono alle tecniche tradizionali di calligrafia imparate in Corea: ne risulta una pratica artistica che, combinando azioni veloci a processi molto lenti, crea universi dettagliatissimi da osservare lentamente.

La carta di gelso come supporto artistico tradizionale
“La carta di gelso ha un uso molto antico in Corea, e il suo utilizzo richiede un processo di realizzazione molto lento. Certo, con il tempo ho sviluppato una certa manualità, però sono lavori di pazienza”, racconta l’artista. “Questo per esempio”, spiega indicando la coloratissima Zip, opera del 2025, “è un lavoro veramente lungo: ogni striscia è sovrapposta a un’altra in queste lunghe file colorate. L’ispirazione mi è venuta dalle zip dei vestiti”.

La pazienza nell’opera di Minjung Kim
L’opera di pazienza di Kim – i frammenti di carta Hanji oscillano, per singolo pezzo, tra i tremila e i cinquemila – è distribuita (fino al 30 maggio) tra le quattro stanze della nuova casa di Robilant+Voena a Milano, combinandosi sia con gli alti soffitti a cassettoni sia con le ariose pareti bianche illuminate dalla luce naturale proveniente dal giardino. Le 12 grandi opere in mostra, realizzate con pitture a inchiostro e carta collage nel corso degli ultimi 10 anni, alternano lavori astratti ed espressivi – è il caso della serie “gestuali” Phasing, con due pezzi acquisiti dalla Tate Modern – alle più note serie Mountain, Timeless e The Street, che, al culmine della loro fama, hanno ispirato altrettanti motivi per le borse Dior nella settima edizione di Dior Lady Art.
Giulia Giaume
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati