Videogiochi, sedie volanti e meraviglie architettoniche nelle nuove mostre di ICA a Milano
Per il 2025 Fondazione ICA presenta tre proposte inaspettate, che spaziano dalle otto “Meraviglie architettoniche del mondo”, alle sedie fluttuanti di Jasper Morrison, fino al film che unisce Super Mario, sparatutto e AI di Cemil Sahin

La stagione primaverile di Fondazione ICA entra in pieno regime e lo fa con tre proposte diversissime tra loro: una continua scoperta al pubblico per il pubblico che ne percorre gli spazi. Una continua sorpresa che, in coda allo stupore del momento, accende e stimola una riflessione critica profonda. L’istituzione milanese non è nuova per la sua capacità di selezione di autori e tematiche che costringono a guardare in faccia la realtà con occhi diversi, forse mai sperimentati prima. Questa volta, ancora di più, la programmazione offre materia per pensare in modo nuovo tanto al quotidiano – ai gesti e agli oggetti di tutti i giorni – quanto ai luoghi dispersi ai quattro angoli del mondo e al confine tra realtà e virtuale che si assottiglia sempre più. Questo avviene con la mostra collettiva al pianterreno Wonders of modern world, poi seguita dalle stanze riempite del design del grande Jasper Morrison, a cui segue la proiezione dell’ultimo film di Cemile Sahin. Un’enigmatica pellicola in cui si fonde tutto: vita, videogiochi, cartoons, digitale e, inevitabilmente, anche la morte.
Le Meraviglie del mondo da Fondazione ICA a Milano
Il primo grande ambiente del piano terra è un mix multimediale capace di portare il pubblico in giro per il mondo. Edifici, paesaggi, ma soprattutto grandi masse di gente radunatesi per svariati motivi. Ora si osservano nei video di Giovanna Silva e Giulio Squillacciotti folle colte nel mezzo delle celebrazioni del Grand Magal nella Grande Moschea di Touba. Ora, invece, ci si sposta in Europa, a Monaco di Baviera, dove ha luogo l’Oktoberfest. Architettura, ritualità, tradizioni e festeggiamenti. Luoghi meravigliosi che si fanno teatro di momenti culturali chiave per ciascun popolo. E poi, in netto contrasto, al centro della sala espositiva si scorgono nella penombra otto modellini architettonici di vetro, illuminati dall’interno. Tutti completamente vuoti, quasi privati di senso, poiché solo le persone che li vivono lo possono dare.
La leggerezza delle cose secondo Jasper Morrison da Fondazione ICA a Milano
Si passa al design, con la seconda mostra che vede protagonista il minimalismo di Jasper Morrison (Londra, 1959). Una riflessione profonda sulla “leggerezza” che le cose – gli oggetti di uso comune e quotidiano – dovrebbero recuperare per tornare a svolgere la loro funzione. Riflessione, la sua, che diventa tanto più attuale laddove si realizza che, spesso, gli arredi e gli utensili di oggi tendono a una pesantezza eccessiva, che ne mette quasi in discussione l’utilità. Originalissima è la scelta espressiva con cui veicolare tali concetti al pubblico, che rimane stupito davanti a una serie di sedie fluttuanti. Non ci sono fili trasparenti né trucchi, ma solo un gioco di magneti pensato con attenzione. Ciascun elemento si caratterizza per un design puro, semplice, caldo e, in un certo senso, accogliente. Viene voglia di sedersi, su quelle seggiole volanti. L’attenzione, però, è combattuta tra esse e le immagini in bianco e nero di altri utensili quotidiani. Dalla grattugia al frullatore a immersione: tutti oggetti che conosciamo bene, ma nel cui aspetto – forse per la prima volta – si ricerca dove finisca l’utilità e cominci l’arricchimento di dettagli superflui. Se ci sia o meno l’equilibrio, spetta a noi giudicarlo.






Videogiochi e fantascienza nel thriller di Cemile Sahin da Fondazione ICA a Milano
Due poster dai colori pop sgargianti introducono alla “sala cinematografica” allestita per l’occasione. Pannelli che già in sé incorporano parte di ciò che sarà la visione successiva. Richiami ai cartoni animati, frasi enigmatiche e grafiche da film; tutto realizzato dall’artista, Cemile Sahin (Wiesbaden, 1990), istruendo un’intelligenza artificiale. Comincia poi il video: una commistione impressionante di cui non si afferrerà mai completamente il senso. Vita reale, guerra, videogiochi e realtà virtuale. C’è tutto – tutto quello di cui, in fondo, si riempiono le nostre giornate quotidiane – ma fuso in un modo tale per cui suscita inquietudine. La paura è generata dall’oggettiva incapacità di comprendere cosa sia vero e cosa fittizio; persino la morte diventa un dubbio. Tale senso di confusione preoccupa: c’è forse il rischio che, prima o poi, anche nella nostra esistenza, si arrivi a un punto in cui non si capirà più se si rischia di morire davvero, oppure no? Un dubbio che resta vivo nella mente anche a distanza di tempo.

“Road Runner”: il film di Cemile Sahin
L’opera video di cui si parla è un composto variegato che assembla testi, immagini, grafiche di computer e illustrazioni cartoon. Racconta di una realtà distopica, di due sorelle rimaste intrappolate in un mondo digitale. Sembra di trovarsi a guardare una partita di un videogioco; anzi: di tre videogiochi diversi, in cui la violenza si accosta alla battaglia mortale contro un Super Mario gigante diventato improvvisamente il cattivo. Con questa ibridazione di trame e visioni, Road Runner regala un continuo fascino, tanto per il modo in cui è costruito, quanto per il messaggio che cela in fondo.
Emma Sedini
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