In Sicilia la residenza d’artista SARP inaugura anche una galleria: ecco la prima mostra
Accoglie artisti emergenti e mid-career dal 2019 a Linguaglossa la realtà fondata da Alfio Puglisi nel cuore del Parco dell’Etna che ora apre anche un suo spazio espositivo per continuare a sostenerli anche in un’ottica di mercato

È l’acronimo Sicily Artist in Residence Program SARP, residenza d’artista situata all’interno del Parco dell’Etna e dal 4 aprile 2025 anche galleria. Fondata da Alfio Puglisi nel 2019 a Linguaglossa, la realtà offre ad artisti emergenti e mid-career periodi di permanenza che vanno da uno a sei mesi, mettendo a disposizione di questi alloggio e studio, oltre a opportunità di restituzione. E proprio da qui nasce la necessità di un luogo dedicato per presentare mostre sui progetti e le ricerche sviluppate in Sicilia.






A Linguaglossa apre la SARP Gallery con una mostra di Leo Orta
L’obiettivo di SARP è documentare le trasformazioni del paesaggio etneo, in una prospettiva che si amplia sul cambiamento della geografia fisica e umana del Mediterraneo. Così, a inaugurare SARP Gallery sarà l’artista anglo-argentino Leo Orta (Parigi, 1993), che ha da poco concluso un periodo di residenza di cinque settimane.

SARP Residency e il paesaggio etneo
“Lavorando all’interno dell’ex deposito di nocciole, oggi sede della SARP Residency, Orta esplora il profondo legame tra i materiali locali e il paesaggio, soffermandosi sulla natura duale dell’Etna: una forza tanto distruttiva quanto rigenerativa. Le pendici del vulcano offrono un terreno straordinariamente fertile, ideale per la coltivazione, ma le sue eruzioni sempre più frequenti ne modificano continuamente le caratteristiche”, raccontano da SARP.
Leo Orta e la sfida al cambiamento climatico
Tale paesaggio per l’artista diventa metafora della sfida del cambiamento climatico, a cui l’uomo è chiamato per sviluppare rinnovate strategie di adattamento e resilienza. Muovendosi tra arte e design, infatti, Orta esplora la tensione irrisolta tra natura e industria, tra la fragilità del mondo naturale e la rigidità di quello artificiale.
Caterina Angelucci
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