Le inutili polemiche contro la decisione della Galleria Borghese di Roma di partecipare al Tefaf

La Galleria è il primo museo italiano a partecipare alla prestigiosa manifestazione fieristica in Olanda, la più importante nell’arte moderna. Ma i conservatori soloni non ci stanno e commentano: questo evento svilisce la dignità delle opere.

La Galleria Borghese di Roma annuncia che parteciperà al TEFAF di Maastricht, la più prestigiosa fiera d’arte moderna al mondo, con una mostra di opere dalla propria collezione. An Italian Legacy, questo il titolo, presenta dal 10 al 19 marzo nei Paesi Bassi una nutrita selezione di dipinti e sculture del XV, XVI e XVII secolo. E fin qui tutto bene. Ma i soliti soloni non ci stanno e parte la polemica. “Non si svaluta così l’arte”, sarebbe il commento di Alessandra Mottola Molfino, del comitato etico di Icom, l’associazione internazionale dei Musei, che sostiene sulle pagine della cronaca romana del quotidiano La Repubblica che si tratta di una operazione che svilisce la dignità delle opere che saranno esposte.
“Siamo stati invitati” – ha commentato la direttrice della Galleria Borghese Anna Coliva “come ospiti d’onore. Quello di Tefaf vuole essere un omaggio a un grande museo. Trovo che sia la conseguenza dell’interesse anche mediatico che il rivolgimento avvenuto nei musei italiani ha portato. Oggi si parla molto di più dei musei italiani e meno stancamente. La riforma Franceschini ha acceso un faro diverso da quello consueto. Esistiamo non più come un inciampamento, ma come un corpo vivo. Noi potremmo fare qualche cosa di più che aprire e chiudere le porte ai moltissimi visitatori e turisti. Ecco perché ho accettato l’invito al Tefaf”.

LA POLEMICA SULLE OPERE

Sarebbero 13 le opere “violentate” con questa “indecente” operazione fieristica che mette i sacri pezzi museali alla pari delle consorelle mercificate: una tela del pittore napoletano Giovanni Battista Caracciolo (c. 1578-1635) che raffigura Davide che regge la testa di Golia, La Maga Circe (o Melissa) di Dosso Dossi (c. 1486-1542), una selezione di dipinti di Pietro da Cortona(c. 1596-1669), alcune statue di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) e Alessandro Algardi(1598-1654), tra le altre. Infine, La Zingarella commissionata da Scipione Borghese ed eseguita da Nicolas Cordier detto il Franciosino (1567-1612).
Su quest’opera e sulla sua presunta fragilità, tale da sconsigliare il viaggio in Olanda, si sarebbe accesa ulteriormente la discussione degli ancient. Ma anche qui la Coliva smentisce: “Conosciamo bene lo stato delle opere in collezione e sappiamo che possiamo muoverle tranquillamente. Qui non ci sono i barbari e i selvaggi, ma gli storici dell’arte che conoscono il loro mestiere! E con tutto il rispetto, abbiamo maneggiato opere molto complesse, ad esempio prestiti avuti per le nostre mostre dal Louvre”.

TEFAF IL SUPERMERCATO?

“È come se avessero invitato la galleria ad esporre in un supermercato”, avrebbe continuato la Mottola Molfino, spiegando che la Galleria Borghese non ha bisogno di questo tipo di notorietà.
Ma forse la Mottola Molfino non sa che le fiere di arte, anche contemporanea, da sempre ospitano focus interni e esterni in collaborazione con le più prestigiose istituzioni. E che Tefaf in passato ha collaborato in una cornice analoga con altrettante istituzioni di prestigio, a partire dal Boijmans di Rotterdam, che ospita opere di Beato Angelico, al rijksmuseum di Amsterdam (nella Tefaf newyorkese, però), fino al Museo Teyelers di Harlem, il più antico dei Paesi Bassi, il van Gogh di Amsterdam e il Museo Nazionale di Monaco. Inoltre le opere non sarebbero in vendita, (quindi dove sta lo svilimento?), quanto protette nella dimensione di una vera e propria mostra che offrirà ad un pubblico diverso l’occasione di vedere i preziosi pezzi della collezione romana. Sembra più un ansia di conservatorismo italica quella che muove i “contrari” a questa decisione della direttrice Anna Coliva, la quale commenta: “Onestamente mi sembra tutto molto pretestuoso. Ogni volta che si fa qualcosa di nuovo scattano questi automatismi. Il Tefaf ospita 800.000 persone tra addetti ai lavori, mecenati e collezionisti che in poco tempo hanno l’opportunità di conoscere i progetti e i programmi della Galleria Borghese. I Musei pubblici non sono antagonisti del mercato…questa contrapposizione è un fantasma che emerge ogni tanto in Italia. E poi vogliamo dirlo? La Galleria Borghese è stata fatta grazie ad un collezionista. Senza il suo impegno il museo non esisterebbe. Stiamo portando alla luce del sole le nostre opere in un contesto prestigioso, limpido, legittimo e trasparente. Bisogna lavorare sul patrimonio, rendere i musei parti attive. Noi italiani abbiamo il compito di ricreare il mito dei nostri musei. Solo così potremmo creare una vera ricchezza politica, sociale e culturale”.

www.tefaf.com

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Redazione

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