Matisse e i suoi oggetti. Una mostra a Boston mette insieme opere d’arte e reperti del quotidiano
Mostra originale, che conduce fin dentro al mondo di Matisse, fra ricerca artistica e testimonianze private. Un museo di Boston raccoglie opere e oggetti, per raccontare da vicino un genio della modernità…
Quanto contano gli oggetti domestici nell’immaginario di un artista e nella sua produzione? Moltissimo – è banale dirlo – in casi speciali come quello di Giorgio Morandi, che passò la vita a riportare su tela bottiglie e barattoli apparecchiati sul piano, nel silenzio ovattato del suo studio; oppure, in senso del tutto diverso, per uno come Andy Warhol, che dalla dispensa rubò una lattina di zuppa Campbell o una Coca Cola, per farne con ironia dissacrante dei feticci bidimensionali della cultura pop.
Ma sono tanti, e spesso insospettabili, gli artisti che si sono nutriti del fascino delle cose semplici, trovate per caso, tra gli angoli di casa o chissà dove, custodite, cercate, collezionate, osservate, trasposte in immagine o semplicemente usate come nutrimento, occasione di meditazioni sulla forma, sul tempo, sulla modernità o la tradizione, sulla memoria o la materia.
Uno di questi è Matisse. Genio del colore, tra le personalità artistiche più seduttive e vulcaniche nel XX secolo, straordinario cantore di una figurazione irregolare, radiosa, consacrata alla leggerezza della superficie, alla forza della sintesi, alla rapidità della linea. E spinta verso il bordo della rappresentazione, secondo ritmi e segni di una sintassi nuova.
UNA COLLEZIONE DI OGGETTI, FRA L’ARTE E LA VITA
Al suo mondo privato, costellato di cose che diventavano in qualche modo pittura o a volte scultura, dedica una grande mostra il Museum of Fine Arts di Boston. Ed è la prima mostra che si concentra sulla collezione personale dell’artista, fatta di oggetti di varia natura, messi in dialogo con le sue tele lussureggianti, ipercromatiche. Ci sono per esempio una brocca di peltro, una cioccolatiera, ricevuta come regalo di nozze, un vaso acquistato in Andalusia, e poi tessuti, sculture, suppellettili e maschere dalle varie tradizioni islamiche, asiatiche e africane. Un catalogo curiosissimo, pregno di ricercatezza estetica e di tepore sentimentale, che si specchia in un’ampia serie di opere: 36 dipinti, 26 disegni, 11 bronzi, nove ritagli, tre stampe e un libro illustrato dallo stesso Matisse. Tutte testimonianze della sua straordinaria ricerca, in cui il legame con le piccole incantevoli cose del quotidiano si scorge nei tratti, nelle raffigurazioni, negli schizzi e nei teatrini pittorici.
“Matisse in the Studio” è una mostra intrigante, pensata in una chiave originale a favore di un pubblico vasto. Per scoprirne i segreti c’è tempo fino al 9 luglio 2017.
– Helga Marsala
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