Pablo Picasso raccontato dalla Tate Modern in 100 dipinti. Le immagini
Picasso raccontato dalla Tate nel suo anno più emblematico: il 1932. Tra dipinti, sculture e disegni in mostra fino al 9 settembre a Londra
È stata inaugurata alla Tate Modern di Londra la mostra Picasso 1932 Love, Fame, Tragedy – fino al 9 settembre 2018 -, realizzata nell’ambito della collaborazione con la società di consulenza EY e con prestiti provenienti dal Museo Nazionale Picasso di Parigi e da istituzioni private. Le curatrici Laurence Madeline e Virginie Perdrisot-Cassan indagano un anno chiave e di svolta per l’artista, il 1932, caratterizzato dalla sua vita amorosa, da grandi contraddizioni, da un consolidamento della sua “fama” internazionale e da una importante produzione artistica.
TRA GRANDI AMORI E SENSUALITÀ…
La mostra è allestita in ordine cronologico (addirittura con indicate le date di realizzazione di molte opere) e si articola in dieci sale e raccoglie più di 100 tra dipinti, sculture, disegni e foto di Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, 1973) realizzati nel 1932, anno considerato tra i più prolifici, in termini di produzione artistica ma, al tempo stesso, il più intenso e combattuto in ogni aspetto della sua vita anche personale, diviso tra l’amore per Marie-Thérèse Walter in aperta contrapposizione alla moglie Olga, ed il consolidamento della sua fama internazionale. Da qui anche la volontà dell’artista di fuggire in un luogo di pace come il castello a Boisgeloup in Normandia (che ha avuto un ruolo molto importante, come suo rifugio, nel consentirgli di gestire al meglio la sua vita privata e pubblica e le sue tribolazioni) mantenendo sempre le sue abitudini lussuose, ad esempio una fiammante Hispano-Suiza con autista in livrea. Ma è anche l’anno che lo vede dipingere sei importanti opere in soli 12 giorni che, per la prima volta, vengono riunite in una unica sala alla Tate Modern. La sensualità è l’altra grande chiave di lettura del 1932 che viene ispirata dalla sua fedele amante alla quale dedicò tre opere, dipinte a gennaio.
… AL CONSOLIDAMENTO DELLA FAMA
Picasso, nel 1932, raggiunse forse la vetta più alta della sua carriera grazie anche alla grande retrospettiva (inusuale per quei tempi) organizzata a giugno alla Kunsthaus di Zurigo con più di 225 dipinti, 74 opere grafiche e 4 sculture. Il catalogo venne realizzato in collaborazione con Christian Zervos, grande editore d’arte e collezionista di origini greche. Per preparare tale retrospettiva Picasso dovette, suo malgrado, rinunciare ad un progetto proposto dal MoMA di New York ed alla Biennale di Venezia. Superati da poco i 50 anni, l’artista si trovò a dover dividersi tra la moglie Olga, il figlio Paulo e l’amante. L’anno più intenso per l’artista si concluse drammaticamente: Marie-Thérèse Walter contrasse un’infezione mentre nuotava nell’inquinato fiume Marne che la portò a perdere gran parte della sua folta chioma bionda. Questa vicenda si riversò sulle opere dell’artista portandolo ad utilizzare colori più cupi e meno brillanti. La turbolenta relazione si concluse poi nel 1935 quando incontrò Dora Maar, ma i segni di quell’amore passionale non si esaurirono mai: la Walter si ritirò in un esilio supportato economicamente da Picasso per poi uccidersi cinque anni dopo la morte del maestro.
IL 1932 TUTTO IN DIECI SALE
Percorrendo le dieci sale della mostra si può facilmente immaginare, mese dopo mese, la figura di Picasso che dipinge le sue opere, che modella le sculture o che trascorre la giornata nello studio in Normandia con l’adorata amante-musa. Lo si vede poi viaggiare tra Parigi e Boisgeloup sulla sua lussuosa auto Hispano-Suiza, o tronfio della sua fama e poi lì in un angolo traumatizzato dall’incidente a Marie-Thérèse. L’allestimento cronologico dà proprio la sensazione di avere Picasso come guida della mostra che racconta anche le sei opere create nel marzo del 1932, i tre nudi abbaglianti per i loro colori Nude in a Black Armchair (1932), Nude (1932), Green Leaves and Bust e The Mirror (1932), due eccezionali still life Still Life with Tulips e Still Life: Bust, Cups and Palette (1932) e poi l’iconica Girl Before a Mirror (1932). Poi si sofferma su Rest (1932), Sleep e The Dream (1932) (dipinte in tre giorni dal 22 al 24 gennaio) ispirate dall’amante in atteggiamenti intimi e privati e con chiari riferimenti sessuali quali un organo maschile ‘mimetizzato’ nel profilo del suo viso; si prosegue con alcuni dei ritratti dei membri della famiglia ed una serie di tredici disegni ad inchiostro rappresentanti la Crocifissione che per la prima volta vengono esposti in Gran Bretagna. Infine una riflessione sul catalogo: completo ed interessante con i fatti salienti dei 366 giorni raccontati in Picasso 1932 Love, Fame, Tragedy.
– Mario Bucolo
Londra // fino al 9 settembre 2018
Tate
Millbank, London SW1P 4RG
http://www.tate.org.uk
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