Materia e spirito nell’arte di Jean Dubuffet. La mostra a Palazzo Magnani a Reggio Emilia
140 opere tra dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d’artista, composizioni musicali, poetiche e teatrali raccontano la vita di Jean Dubuffet, tar i principali esponenti dell’Informale europeo e padre dell’Art Brut. In mostra anche lavori di artisti outsider storici quali Aloïse e Wölfli
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Si intitola Jean Dubuffet, l’arte in gioco. Materia e spirito 1943 – 1985 la mostra che inaugurerà il prossimo 17 novembre presso Palazzo Magnani a Reggio Emilia dedicata a uno dei principali esponenti dell’Informale europeo. Con un passato da commerciante di vini, Jean Dubuffet (Le Havre, 1901 – 1985) si approccia alla pittura in maniera non convenzionale, svincolandosi dai limiti concettuali e formali del sistema dell’arte tradizionale e prediligendo, invece, quella dei bambini, degli alienati, degli outsider. A lui si deve l’espressione Art Brut, definizione coniata nel 1945 che racchiude tutte quelle espressioni artistiche spontanee di cui Dubuffet fu collezionista: oltre alle sue opere – un corpus di 140 pezzi tra dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d’artista, composizioni musicali, poetiche e teatrali –, la mostra propone anche opere di outsider divenuti parte integrante della storia dell’arte di Otto e Novecento quali Aloïse, Wölfli, Wilson, Walla, Hauser e Tschirtner, tutti provenienti dalla Collection de l’Art Brut di Losanna, da collezioni private svizzere e dal Gugging Museum di Vienna. Oltre alla parte dedicata all’Art Brut, l’esposizione consta di altre 3 sezioni: la prima, dal 1945 al 1960, presenta lavori intorno alla materia, da Mirobolus, Macadam et Cie a Matériologies; la seconda verte sugli anni compresi tra il 1962 e il 1974, con serie de L’Hourloupe; la terza parte invece esplora il nuovo orizzonte di intenso cromatismo, sviluppatosi tra il 1976 e il 1984 con i Théâtres de mémoire e con i Non-lieux, dove il forte gesto pittorico svela “non più il mondo ma l’immaterialità del mondo”, come spiegava Dubuffet.
– Desirée Maida
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